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05 Settembre 2018 - 11:09
Domenico Gallo, chi era costui? Parafrasando Alessandro Manzoni, la domanda appare più che giustificata in un’epoca come l’attuale che non si cura delle memorie storiche, al più le accomoda in base alle ondivaghe esigenze della contemporaneità su cui è ottusamente appiattita. Eppure l’avvocato Gallo fu un personaggio importante nel Canavese del diciannovesimo secolo, mentre si concretizzava il sogno dell’unità d’Italia: imprenditore, a lungo sindaco di Castellamonte, deputato al Parlamento subalpino per due legislature, non merita sicuramente l’oblio che lo avvolge da lungo tempo. «Studioso di cose antiche, ha radunato molte pregievoli rarità che dispose in modo da formare un piccolo museo», appuntò il noto corografo Antonino Bertolotti nel quinto volume delle sue «Passeggiate nel Canavese».
Ricorrendo il bicentenario della nascita, Domenico Gallo è stato ricordato sabato 25 agosto a Castellamonte, nel bel giardino della casa che gli appartenne, in via Pasquale Educ, da un gruppo di cultori della storia canavesana.
A promuovere l’iniziativa si è adoperato un discendente per parte materna dell’illustre personaggio, il dottor Paolo Quagliolo, stimato geologo, che custodisce con affetto e intelligenza molti ricordi materiali del proprio avo. Dopo di lui hanno preso la parola Emilio Champagne, presidente dell’Associazione Terra Mia, Tomaso Ricardi di Netro, funzionario presso la Reggia di Venaria, e Paolo Martinaglia, insegnante del liceo scientifico «Antonio Gramsci» d’Ivrea. Non si è trattato di un convegno e neppure di una conferenza a più voci, ma di un incontro fra estimatori di Domenico Gallo.
Sotto lo sguardo severo dell’avvocato, il cui busto in terracotta – opera ottocentesca del pittore e ceramista Angelo Barengo – campeggiava fra il verde del giardino, gli intervenuti hanno delineato la figura di Gallo, collocandola nel suo tempo. Nato il 14 marzo 1818 e deceduto il 7 luglio 1879, l’illustre castellamontese fondò il primo circolo liberale della cittadina. Sposato con Angiola Talentino, fece parte della cerchia di Massimo d’Azeglio e poi di Cavour. Nel 1849 divenne sindaco di Castellamonte che sfiorava allora i seimila abitanti. Nel 1852 fu chiamato a sostituire il medico Modesto Destefanis, deputato del collegio di Pont Canavese, deceduto quello stesso anno. Nel 1853 fu rieletto in Parlamento.
«In un difficile periodo storico, Gallo, liberale sincero, sostenne – afferma Emilio Champagne – i patrioti e i fuoriusciti delle diverse regioni italiane. Molti nella sua casa trovarono aiuto e ospitalità. Uno in particolare, Zenocrate Cesari, esule politico marchigiano, distintosi anche nelle lettere, si stabilì a Castellamonte nei primi anni Cinquanta e tentò di sviluppare l’industria della seta, costruendo un grande stabilimento».
Nel 1871 scriveva Antonino Bertolotti: «L’avvocato Domenico Gallo è per la quarta volta sindaco di sua patria; due volte i suoi compatrioti lo vollero pure rappresentante del collegio di Pont al Parlamento subalpino. Vi si trovò in quei tempi ne’ quali si stabilirono il traforo del Moncenisio, le fortificazioni dello Stato, la spedizione di Crimea, a cui diede voto favorevole». E ancora: «Nella casa del cav. Gallo trovansi […] un piccolo museo, disposto in modo scientifico, che racchiude una piroga preistorica, oggetti fenici, etruschi, conchiglie, lapidi, vasi, armi ritrovate nei dintorni, molte medaglie e monete greche, romane, de’ comuni italiani e de’ nostri duchi. Qualche edizione rara ed animali imbalsamati compiono la raccolta».
Col tempo, alcuni reperti sono finiti dispersi, ma altri si conservano ancora nelle stanze al primo piano della casa di via Educ, l’antica «Rei Neuva» o via Nuova, a testimonianza degli interessi collezionistici e antiquari di Gallo, un liberale di altri tempi.
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