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VENARIA. L'importanza di (è)ssere Nozzetti

VENARIA. L'importanza di (è)ssere Nozzetti

Claudia Nozzetti, assessore al Lavoro di Venaria

Non so che cosa accadde, perché prese la decisione, forse una rabbia antica. Ma ad un certo punto, l'assessore Nozzetti scrisse così: “Hanno fatto bene a richiamarseli, è spero che li obblighino a tagliarselo uno con l'altro è a farglielo mangiare… i poverini fuggiti dalle guerre bisognosi di accoglienza e affetto. In alternativa dateglieli in cura a casa della boldracchia”. Il riferimento è quello ai recenti fatti di aggressione e stupro avvenuti a Rimini. Ora, come si può vedere quello grammaticale non è il principale dei problemi, anche se, visto il suo ripetersi in così poche righe, non va assolutamente trascurato (magari con un po’ di esercizi a casa). Purtroppo altri sono stati gli “accenti” di troppo del nostro assessore alle politiche sociali (sic!). Quelli di un impeto forcaiolo, con tanto di invocazione di simil legge del taglione (superata da un po’, almeno dalla nostra Costituzione che non prevede neanche la vendetta di Stato), una velata (neanche troppo) sfiducia nei confronti delle Istituzioni italiane e, per chiudere in crescendo, insulti sprezzanti e sessisti verso il Presidente della Camera Laura Boldrini. Insomma, niente male per un rappresentante delle istituzioni che, a leggere sempre la nostra Costituzione, dovrebbe adempiere “le funzioni pubbliche affidate con disciplina ed onore”. Nonostante la pronta solidarietà della capogruppo pentastellata Cantella “Claudia, hai tutta tutta la mia fiducia, tu”, il post è stato rimosso e sostituito dall'assessore con un altro testo dove si ammettevano le parole eccessive ma in un certo senso “giustificate” dal “forte e condiviso senso di esasperazione e impotenza di fronte a istituzioni statali spesso avvertite come tiepide e incapaci nel tutelare il bisogno di sicurezza dei cittadini”. Senza rinunciare ad osservare, in un articolo successivo a La Stampa, che “ho ricevuto una marea di attestati in forma privata – termina l’assessora di Venaria – mi hanno fatto molto piacere”. Quale sia il nesso con la sdegnosa offesa alla Presidente Boldrini, l’assessore non lo ha precisato. E così è corsa ai ripari, si trattava di parole “su una scia emotiva…  esterne a un ruolo istituzionale”. Stessa tesi adoperata dal sindaco Falcone, subito in difesa della causa “è un assessore tecnico e dunque quello che ha detto è opinione personale e non del Movimento 5 Stelle. Claudia Nozzetti - aggiunge - mi ha confermato che si trattava di un pensiero dettato da un'emozione personale particolare, ben distinto dall'opinione politica”. Peccato, al sindaco è sfuggito che la Nozzetti è assessore della città di Venaria e non solo del Movimento 5 stelle (che peraltro non risulta abbia un’opinione diversa, vedi Cantella, almeno per il momento). Ed è impensabile che un rappresentante delle istituzioni non risponda del suo agire perché afferente (arbitrariamente) alla sfera privata e non all'esercizio della carica pubblica ricoperta. Ad ogni modo il primo cittadino, che avrebbe dovuto firmare la revoca dell’assessore senza esitazioni, ci ha rassicurato "è stato un atto di ingenuità". Nessuno contesta il senso di profondo sconforto e rabbia che si può provare nel sentire una notizia di violenza efferata come quella di Rimini, o nei casi di Giulio Regeni e Niccolò Ciatti. E’ umano avere una reazione d’istinto, così come è umano non affidare all'istinto la risposta, sia privata che pubblica. E di questo se ne può e si deve discuterne, anche con toni accesi, ma mai con parole simili, perché in ultima analisi restano parole violente, proprio come la violenza che si vuole denunciare. Ecco perché l’assessore Nozzetti non può continuare il suo mandato, le sue esternazioni sono incompatibili con il ruolo istituzionale che occupa; altrimenti, in caso contrario, passerebbe l’idea che le sue parole possano aver avuto una qualche plausibilità. Invece, non ne hanno alcuna e sono da condannare senza riserve. Decidete voi, se le dimissioni o l’atto di revoca.  
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