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IVREA. Csp: “Cic? Prima vedere cammelli”

E te pareva. La notizia è approdata come un fulmine a ciel sereno durante l’ultimo consiglio comunale. A darla - e non poteva essere altrimenti -  è stato il sindaco Carlo Della Pepa. Senza farla troppo lunga: se il CSI, la Regione, il Comune di Torino non garantiranno le commesse al CIC, almeno per i prossimi 2 anni, sono a rischio 25 dipendenti. Sono a rischio? Ma non si era detto che era tutto a posto? “Si era detto… si era detto….” ma i gufi avevano già preannunciato l’esatto contrario non foss’altro che CSP, che ha acquistato il Cic con tre milioni di debiti sul groppone, ha fatto mettere tutto nero su bianco come i commercianti arabi  “prima vedere cammelli”. E sono le commesse promesse dagli Enti pubblici (in continuità), ma anche un nuovo software valutato la bellezza di due milioni di euro, che è una somma talmente esorbitante da lasciare inebetiti. Ma parliamo delle “Commesse” dei nuovi clienti di CSP che erano già clienti di CIC. Mentre la Città Metropolitana, preso l’impegno, è subito corsa a deliberare l’affidamento sei servizi fino al 2018 (il vice Alberta Avetta ha sangue di Ivrea nelle vene),  tutti gli altri si sono limitati a garantire una copertura finanziaria solo per il 2016, facendo inoltre capire che il loro impegno potrebbe scendere nel corso dei prossimi tre anni di un buon 40 per cento. Ricapitolando: i dipendenti erano 116 e nel breve volgere di qualche mese potrebbero scendere a 91. “Sarò un gufo ma lo dico dal primo giorno - commenta sarcastico il consigliere di Forza Italia Tommaso Gilardini - A me sembra che si sia deciso di far fare il lavoro sporco al privato liberandosi dei debiti. Forse era l'unica possibilità, ma spacciarla come il grande salvataggio… Sono venditori di tappeti!” Ci va giù secco anche Francesco Comotto. “A me - dice - inquieta quel numero secco: 25 uscito dalla bocca del sindaco durante l'ultimo Consiglio in risposta ad una mia domanda. Se esiste già un numero mi viene da pensare che ci sia già una strategia sottostante. Conoscerete tutti la teoria della profezia che si autoadempie ... facciamo gli scongiuri. Sarebbe però ora che le responsabilità, almeno quelle politiche, venissero a galla, ma in questa palude di moralità la vedo grigia…”. E la commissione d’inchiesta voluta, pretesa, richiesta a gran voce anche da alcuni consiglieri di maggioranza, prima fra tutte dal presidente dell’assise Elisabetta Ballurio? Già... Che fine ha fatto? “Bella domanda - inforca Comotto - Svanita nel nulla nonostante la mia richiesta di convocarla con un fitto calendario per qualche settimana in modo da addivenire ad un risultato in tempi brevi. Non c'è nessuna volontà di andare fino in fondo, in Italia in questo casi non ci sono mai responsabilità. Che si buttino a mare i 38 milioni di euro dell'AEG o i 3 milioni di euro del CIC …” Il dibattio è in corso anche su Facebook. Non ha dubbi Roberto Gallina:  “Fare i gufi con questi è facile come sparare sulla Croce Rossa…”. E neppure Lisa Gino: “Riusciranno a dire che 25 è meglio che 118…”. Un numero fortunato, insomma...  
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