Sempre in prima linea con l’entusiasmo di un bambino e quello sguardo vivace che si accendeva di una luce intensa quando parlava del suo paese e di una vita amministrativa onesta e trasparente dove il bene comune era veramente al centro di tutto. Una politica sana, pulita che oggi appare quasi irreale e utopistica se si pensa a ciò che si respira quotidianamente nostro malgrado. Una vera passione che lo ha accompagnato per tutta la vita, prima come militante nelle fila del Partito Socialista, poi, sempre fedele alla causa della sinistra più popolare a cui, però, in virtù della propria purezza morale, non lesinava critiche e ammonimenti nel caso in cui lo avesse ritenuto opportuno. Tutte le mattine, un quotidiano sotto il braccio per essere sempre informato sugli ultimi avvenimenti. Oltre quaranta gli anni sulla scena politica locale, ma i giorni che inesorabilmente si accumulavano sulle sue spalle, erano solamente un dettaglio del tutto trascurabile per Adriano Rigassio, classe 1932. Anzi, proprio quei giorni lo avevano fatto crescere in saggezza ove andavano ad attingere i suoi amici e compagni per avere un prezioso punto di vista. Una vita lavorativa dedicata agli altri, prima, come caposala presso l’ospedale psichiatrico di Collegno, poi, come primo cittadino in una Rondissone in espansione a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Al suo fianco il compagno di lotta di sempre, ma sopra ogni cosa grande amico, Mario Maglione, scomparso improvvisamente il 3 giugno 2009, proprio alla vigilia del voto che aveva visto come candidata a sindaco, per la prima volta nella storia del paese, una giovane donna, Morena Rozzino, fortemente sostenuta da entrambi, desiderosi di dare a Rondissone una svolta amministrativa senza precedenti. Ultima memoria storica locale, Rigassio, Cavaliere della Repubblica, conservava un archivio personale di tutto ciò che era avvenuto nel corso degli ultimi decenni nel suo paese. Dopo la politica, la musica era il suo secondo amore, in particolare la tromba. Da questa passione nacque l’idea, durante il proprio mandato amministrativo, di mettere in piedi la banda del paese, oggi scomparsa, così come il Palio delle Contrade, abbandonato e poi ripreso da pochi anni a questa parte. Sempre pronto a sostenere le battaglie a favore dei più deboli, della giustizia e della tutela dell’ambiente che riteneva essere il bene più prezioso dell’umanità e, per questo, da proteggere e preservare ad ogni costo. Negli ultimi quindici anni, infine, l’impegno instancabile con il locale comitato di Telethon, al fianco di Franco Giovannini, Morena Rozzino, Egidio Lepera, Antonio Licastro, la nipote Lavinia Rizzo e il parroco don Luigi Casardi. Si è spento nella prima serata di giovedì 18 giugno in una stanza del reparto di Medicina Interna del nosocomio chivassese circondato dall’affetto della sua bella famiglia, la moglie Giuseppina, le figlie Orietta e Roberta e i rispettivi mariti, i nipoti Alessia, Lavinia e Lorenzo.
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