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CHIVASSO. Franca Tonengo, una Bela Tolera di tanti anni fa

CHIVASSO. Franca Tonengo, una Bela Tolera di tanti anni fa

Franca Tonengo al Carnevale del 1948

Sabato prossimo, giorno di San Valentino, la città di Chivasso saluterà la nuova Bela Tolera del Carnevale. Sul palco che verrà allestito in piazza della Repubblica Veronica Castenetto, 17 anni, di Torrazza Piemonte verrà incoronata regina della festa con una cerimonia solenne che si ripete uguale uguale da inizio novecento ad oggi. Ad assistere certamente ci sarà una Bela Tolera che di Carnevali ne ha vissuti come pochi altri in questa città. Franca Tonengo, classe di ferro 1932, aveva solo 16 anni quando in un’Italia che si risollevava dalle distruzioni della seconda Guerra Mondiale, indossava gli abiti del personaggio femminile più importante della festa chivassese. Era il 1948 e sotto braccio all’allora Abbà Matteo Cena, una giovanissima Franca Tonengo, di questi tempi si preparava a giri di valzer alle veglie e nelle frazioni, ai cortei a Torino e in via Torino a Chivasso, alle battaglie delle arance che all’epoca non si facevano solo a Ivrea ma anche qui, nella città dei nocciolini e della Lancia che sarebbe venuta di lì a poco. Vedova Rigassio, Franca Tonengo oggi è la “decana” delle Bele Tolere: la seconda del dopo-guerra, dopo la compianta Paola Borca. Dal 1948 ad oggi non c’è stata festa in cui lei non abbia partecipato, così legata e rispettosa delle tradizioni del Carnevale, di questa città, del suo passato. “Il Carnevale è sempre rimasto lo stesso, con i suoi riti e le sue cerimonie - ricorda nel salotto di casa sua, in via Teodoro II, alla vigilia della veglia all’Erbaluce di Caluso -. E’ chiaro però che il desiderio di partecipare della gente è molto diverso rispetto a quello di 65 anni fa. All’epoca si usciva dalla guerra, da un periodo di oscuramento e di dolore. C’era la voglia, da parte di tutti, di ritrovarsi per passare insieme qualche momento di allegria e di gioia, c’era il desiderio di lasciarsi alle spalle orrori indicibili. La preparazione dei carri e dei vestiti iniziava molti mesi prima, in autunno: non c’erano molte occasioni di festa durante l’anno, il Carnevale e forse il Natale, per questo i ragazzi si preparavano per tempo. Era un’opportunità per uscire di casa, per stare insieme, per darsi da fare a ricostruire qualcosa che la guerra aveva spazzato via”. Nella memoria di Franca Tonengo scorrono immagini nitide di quegli anni. Le fotografie di rito con Lovazzano e Martoglio. La benedizione ricevuta da don Dublino. Le feste che a scuola si facevano alla Bela Tolera e all’Abbà quando passavano per i loro giri. L’allegria che si portava in ospedale e alla casa di cura. E poi la sfilata del Carnevale, con il suo lancio delle arance al posto di coriandoli e caramelle che si faceva in piazza d’Armi e che non aveva nè vinti nè vincitori. “Altri tempi - conclude - ma lo spirito allegro e gioviale della festa è rimasto lo stesso. Anche oggi”.
Chivasso Franca Tonengo oggi con Lisa Marie Rorato
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