Una vita intera passata dietro al bancone della sua attività, un giorno qui e un giorno là. Così, per 67 lunghi anni. Ne ha viste tante, Virgilio Riva Cambrino, 85 primavere, chivassese di nascita e di residenza. Venditore ambulante dall’età di 18 anni, con il suo banco di salumi e formaggi ha girato tutti i mercati del chivassese e del canavese. E’ un po’ il decano degli ambulanti della nostra città. “Adesso aiuto mia moglie, Anna Radovan, che prosegue nell’attività di famiglia: sa com’è, l’età si fa sentire anche per noi...”. Virgilio Riva Cambrino e la sua compagna sono tra i commercianti esclusi dall’elenco degli ambulanti assegnatari di un posto fisso al mercato di Castelrosso del lunedì. E’ per questo che, la scorsa settimana, è venuto a trovarci in redazione: vuole spiegare, attraverso il nostro giornale, al sindaco Libero Ciuffreda e all’assessore al Commercio Claudia Buo perché sarebbe opportuno avere un occhio di riguardo in più per tutelare i venditori della nostra città. “Mercoledì l’ufficio commercio ha assegnato in via definitiva i posti al mercato di Castelrosso - spiega Riva Cambrino -. C’erano undici spazi disponibili per i venditori di generi alimentari: due sono stati assegnati a commercianti chivassesi, nove a titolari di attività provenienti da altri comuni. Io e mia moglie, così come tanti altri chivassesi, siamo stati esclusi: se vogliamo andare al mercato di Castelrosso, dobbiamo fare la spunta... Ossia arrivare prima di tutti gli altri e sperare che qualcuno dei cosiddetti ‘fissi’ lasci il posto libero. Ecco, secondo me questo non è giusto...”. “Quello che vorrei dire e far capire anche all’assessore al Commercio Claudia Buo - prosegue - è che dovrebbero avere un occhio di riguardo per tutelare gli ambulanti chivassesi. Noi paghiamo le tasse al Comune di Chivasso: Irpef, rifiuti, occupazione di suolo pubblico. Altri le pagano ad altri Comuni: forse, non sarebbe il caso di assegnare prima gli spazi a chi vive e lavora nella nostra città?”. “In passato ho fatto parte della commissione commercio - conclude Riva Cambrino -. Il principio che seguivamo per assegnare gli spazi fissi al mercato di Chivasso era semplice: anche se non c’era una regola scritta, si cercava di dare la precedenza alle domande che arrivavano dai chivassesi residenti in città. Ecco, perché oggi non viene più seguita la stessa logica?”. Chissà se, da Palazzo Santa Chiara, qualcuno avrà voglia di dargli una risposta.
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