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VALLE ORCO E SOANA. Comunità, parlarne bene o male

VALLE ORCO E SOANA. Comunità, parlarne bene o male

Locana. Unione Montana GRAN PARADISO.

Si parla e parleremo – ancora una volta – delle due “Unioni di Comuni” nate dalle ceneri della Comunità Montana Valli Orco e Soana: l’Unione Montana Gran Paradiso e l’Unione Montana Valli Orco e Soana, che ripropone il nome del defunto organismo. Defunto, ad onor del vero, non è il termine più esatto: la Comunità è un morto che cammina, con dei dipendenti e soprattutto con un commissario liquidatore, che pare non abbia ancora liquidato nulla “in attesa che i Comuni si mettano d’accordo”. Gli effetti perversi di una legge insensata e scritta malissimo (la famigerata Legge Maccanti, che abolì le Comunità Montane senza stabilire regole chiare per la loro cancellazione) continuano a farsi sentire. Sono due anni che i Comuni discutono su come unirsi e se unirsi, mentre in Regione si è messo ripetutamente mano alle modifiche della legge ed ancora ci si sta lavorando. Una prima pezza l’aveva collocata la giunta regionale Cota (artefice del pasticcio), sostituendo la Legge Maccanti con la Legge Vignale; altri aggiustamenti li sta ora facendo la giunta Chiamparino… Nel frattempo, in sede locale, si naviga a vista, e chi s’era diviso non si è rimesso insieme. L’Unione Gran Paradiso, nata un anno e mezzo fa tra i Comuni di Locana, Sparone, Alpette e Ribordone, ha uno Statuto e dei rappresentanti ma non riesce a diventare operativa; l’Unione Valli Orcoe Soana (che metterà insieme Pont, Frassinetto, Ingria, Ronco, Valprato, Noasca e Ceresole) si sta costituendo. Sono diverse tra loro: la prima mira ad un’integrazione tra i diversi comuni, in un’ottica di “politica del territorio”; la seconda vuole avere finalità pratiche, operative: unire un numero minimo di servizi continuando per il resto a procedere ciascuno per proprio conto. In tutti c’è la consapevolezza che i piccoli centri hanno nemici ovunque nelle istituzioni superiori e che bisogna in qualche modo resistere per sopravvivere; diversa è però la modalità proposta. Nel primo caso lo si fa cercando – almeno a parole – di superare i campanilismi; nel secondo chiudendosi a riccio nella difesa dell’esistente. Una difesa che tuttavia ha delle motivazioni. Per spiegarlo si può fare un esempio: l’Unione Gran Paradiso ha unificato il servizio di Polizia Municipale, il che in teoria è assai sensato dato che i vigili vengono mandati là dove ce n’è bisogno. L’Unione Valli Orco e Soana non intende farlo. Il sindaco di Locana lo vede come un segnale di chiusura e cita una frase udita durante il dibattito svoltosi un mese fa a Ceresole: “Il mio vigile non voglio mandarlo a Locana o a Pont!”. Sulla carte è campanilismo, nella pratica un po’ meno: ci sono centri così piccoli da avere un solo vigile, che fa un po’ di tutto, dall’impiegato al messo al netturbino all’autista per gli studenti pendolari. Come potrebbe continuare a farlo se di dovesse dividere tra i vari comuni?  

RIELETTI I VERTICI DELL’UNIONE GRAN PARADISO.

Mentre l’Unione “a sette” muove i primi passi, quella “a quattro”, costituita un anno e mezzo fa, ha rinnovato i suoi vertici: lo ha fatto la mattina di sabato 8 novembre, riunendosi a Locana. In base allo Statuto attuale, nel consiglio dell’Unione sono di fatto rappresentate solo le maggioranze dei vari comuni: le minoranze eleggono un unico consigliere, che è Mauro Guglielmetti di Locana. In segno di apertura ed in sintonia con le modifiche normative che la Regione sta mettendo a punto, erano stati invitavi e sedevano al tavolo (ovviamente senza diritto di voto) i consiglieri d’opposizione Giovanni Meaglia per Sparone e Danilo Goiettina per Alpette; nessuno per Ribordone, dato che non esiste colà un gruppo di minoranza. E’ stato confermato l’esecutivo precedente: Silvio Varetto, sindaco di Alpette, è presidente dell’Unione; Giovanni Bruno Mattiet, sindaco di Locana, il vicepresidente; Anna Bonino e Guido Bellardo Gioli (sindaci rispettivamente di Sparone e di Ribordone) sono gli assessori. La segreteria dell’Unione (che deve essere affidata a titolo gratuito ad uno dei segretari comunali dei comuni aderenti) sarà retta da Tiziana Maglione, attuale segretaria di Alpette, Ribordone e Locana. La riunione è stata l’occasione per confrontarsi sui temi centrali del momento: la situazione finanziaria dell’ente, i rapporti con la costituenda Unione Orco e Soana, le incomprensioni con gli enti superiori.  

A Locana c’è dibattito sull’Unione Unica

  E’ inevitabile, ad ogni riunione dell’Unione Gran Paradiso, che si parli della divisione fra comuni che sta portando alla nascita sul territorio di un’altra Unione Montana: quella denominata “Valli Orco e Soana”. Da un lato vengono espressi rammarico e volontà di riunificazione; dall’altro si mettono in rilievo i motivi che hanno portato a scelte differenti. Giovanni Meaglia, a lungo vicepresidente della Comunità Montana ha illustrato un documento messo a punto dai gruppi di minoranza dell’Unione: “Dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili ed immaginabili per ricostituire la vecchia Comunità Montana perché non vada tutto a catafascio: la nostra è stata una delle poche che ha funzionato mirabilmente”. Varetto ha risposto: “Avevamo incontrato i rappresentanti degli altri sette comuni ed aspettato che si ricompattassero ma abbiamo ricevuto risposte non chiare e non potevamo più attendere. Il nostro Statuto, è vero, è nato sulla Legge Maccanti; per cambiarlo aspettiamo che la Regione finisca di modificare la successiva Legge Vignale: noi siamo per coinvolgere completamente i consigli comunali”! Il sindaco di Locana è stato più polemico: “La Legge Maccanti è stata infelice ed ha sconvolto un equilibrio trentennale, creando problemi nuovi. Un po’ di storia però la voglio fare. Un venerdì, mentre ci apprestavamo a votare per un’Unione ad Undici, abbiamo saputo che il lunedì successivo ci sarebbe stata un’altra riunione per discuterne e che alcuni non sarebbero più entrati. Noi lasciamo le porte aperte a tutti e siamo disponibili a rivedere lo Statuto però ci sono amministrazioni poco propense a lavorare davvero insieme”. Anna Bonino, sindaco di Sparone, ha sottolineato la dimensione sovracomunale dell’Unione. “Non ho rivendicato la presidenza per il mio comune in quanto ritengo e riterrò sempre che debba essere mossa dall’intento di superare le divisioni localistiche : in questo siamo diversi rispetto agli altri sette che puntano sul mantenimento della propria municipalità così com’è. Siamo tutti piccoli e tutti dobbiamo avere lo stesso peso decisionale. Locana e Ribordone, i più distanti demograficamente, sono sullo stesso piano. Fatta questa premessa, penso che potremo continuare a funzionare pur lanciando un messaggio al territorio per superare le divisioni.”. Un punto ha sottolineati la Bonino, esplicitando quanto si evinceva dalle parole di altri interventi precedenti: se la riforma regionale di due anni fa era targata Lega, questa è targata Partito Democratico e chi ha più agganci in quel partito conta di più. Per cui ha detto realisticamente: “Vorrei che l’Unione non fosse nata sotto il segno della Politica ma è nata così. Voglio ancora credere che il nostro lavoro non sia marchiato dai partiti ma se è così (e non sono stata io a dirlo) penso che abbiamo fatto doppiamente bene a riconfermare il presidente ed il vicepresidente uscenti”.  

Unione Gran Paradiso

  Locan,a Sparone, Alpette, Ribordone,  

Unione Valle Orco e Soana

    Pont, Frassinetto, Ingria, Ronco, Valprato, Noasca, Ceresole,  

 L’Unione Gran Paradiso non riesce a decollare

La riunione indetta a Locana per il rinnovo dei vertici è stata ovviamente l’occasione per discutere della situazione attuale e del futuro: deprimente la prima, nebulosa la seconda. A distanza di un anno e mezzo dalla sua costituzione, l’Unione Montana Gran Paradiso si ritrova ad essere una scatola vuota, senza risorse e senza possibilità di operare concretamente. “In un anno – ha detto Varetto – ci sono arrivati 5.000 euro (ho firmato stamattina). Così non si va da nessuna parte. Noi amministratori locali siamo ormai solo gli esattori delle tasse per conto di uno Stato che non ha il coraggio di dire: <Siete un peso>. Noi la “Spending Rewiue” la stiamo mettendo in pratica dal 2001: dobbiamo fare le nozze con i fichi secchi mentre la Regione proroga il commissario liquidatore della Comunità Montana che, invece di completare la sua opera, due settimane fa ha detto durante una riunione che stava aspettando che ci ricompattassimo! Ringrazio il personale della Comunità, che sta facendo quel che sarebbe spettato fare a noi…”. Lo stesso concetto viene ripetuto dal sindaco di Locana. “Se non ci sono i soldi, che ce lo dicano! I dieci dipendenti della Comunità costano 300-400.00 euro l’anno: non sarà certo la nostra Unione a farsene carico se non sappiamo come pagarli! Renzi pensa che a pagare debbano essere le Regioni, le Regioni che debbano farlo i Comuni ed i Comuni non hanno risorse. Poi si spendono 3.000 euro al mese per un commissario liquidatore che non liquida!”. I problemi non attendono: “Se avremo un’alluvione chi si occuperà della Protezione Civile? Il Prefetto non chiede conto all’Unione o alla Comunità Montana ma ai sindaci. Le telecamere collocate sotto i ponti per monitorare i corsi d’acqua stanno funzionando o non più? L’escavatore della Comunità è fermo da tre anni. E il Piano di Manutenzione Ordinaria? Ne dovremmo fare altri basandoci sulle competenze: se una ditta non è capace di costruire un muro non deve ottenere l’appalto. Non ci si può basare sui sorteggi, che magari affidano quell’incarico ad un agricoltore”. Un grido di dolore arriva dal sindaco del comune più piccolo: Guido Bellardo Gioli di Ribordone, che avrà la delega alla Protezione Civile. “Oggi è il giorno della Speranza e dell’Amarezza. Un secolo fa Ribordone aveva 2.000 abitanti, oggi 60. Quei duemila vivevano lì e traevano il proprio sostentamento dal territorio. Se per assurdo tornassimo ad avere quegli stessi abitanti, la prima cosa che dovremmo fare sarebbe aumentare le strade per consentire un più facile accesso ai supermercati… Lo spopolamento del territorio provoca gravi danni. I muri a secco stanno cedendo e quando piove non rallentano il flusso delle acque. Abbiamo avuto tre alluvioni in sette anni, fra il ’93 ed il 2000, e non è stato fatto nulla per impedire che accada di nuovo, causando sofferenza alle persone. Senza risorse non possiamo intervenire, se non con il volontariato, ma quel che accade in montagna ha ripercussioni anche sulla pianura. Con l’abolizione delle Province sarà ancora peggio per noi: il sindaco di Torino sarà presidente della Città metropolitana ed il suo rappresentante a Roma. Fassino, sempre e solo Fassino: non credo che possa fare grandi cose. Quando ci sarà da asfaltare una strada, cosa sceglierà fra Piazza Statuto ed una strada di Locana in cui passano una macchina ed una mucca? Per non parlare di Ribordone…”.    
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