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13 Ottobre 2014 - 18:20
Un ghanese, imputato a Milano in un processo per direttissima, si è sentito male e ha iniziato a sputare sangue e il giudice ha deciso di disporre il ricovero per accertamenti all'ospedale Sacco, presidio per l'emergenza Ebola. L'aula delle direttissime è stata chiusa e un cartello segnale che è "inagibile", specificando di "non accedere".
Stamattina nell'aula 1 al piano terra del Tribunale di Milano un giovane ghanese, senza fissa dimora e arrestato assieme ad un suo connazionale per un furto di rame, ha iniziato a sputare sangue dalla bocca e ad avere convulsioni mentre era in gabbia con altri detenuti e attendeva il suo 'turno' per l'udienza di convalida dell'arresto per direttissima. Poco dopo è arrivata un'ambulanza e il giudice Bruna Rizzardi della prima sezione penale, dopo aver parlato con il personale del 118 e dopo essersi consultato con il responsabile del settore direttissime, il giudice Aurelio Barazzetta, in assenza di una procedura specifica ha deciso - dato l'allarme Ebola di questi giorni e la possibilità che si possa trattare anche di un'altra malattia infettiva come la Tbc - di disporre l'immediato ricovero del ghanese per accertamenti all'ospedale Sacco. Nel frattempo l'aula è stata chiusa e su un cartello appeso alla porta si legge "aula inagibile - non accedere". Le udienze per direttissima davanti al giudice Rizzardi sono poi proseguite in un'altra aula del piano terra del Tribunale e il magistrato per precauzione ha indossato dei guanti in lattice nel corso delle udienze.
E' stato escluso il contagio da Ebola per l'imputato ricoverato a Milano all'ospedale Sacco. La struttura sanitaria ha immediatamente disposto tutti i test accertando che non si tratta del virus. L'imputato, un ghanese da anni residente in Italia, a quanto si è appreso, è ancora in ospedale per la diagnosi sul malore che lo ha colpito.
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