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Torino guarda al 2026 tra grandi opere, diritti e sicurezza

Bilanci di fine anno e progetti futuri: dagli interventi urbani alla cultura, lo sguardo dell’amministrazione sul prossimo triennio

Torino guarda al 2026

Torino guarda al 2026 tra grandi opere, diritti e sicurezza (foto di repertorio)

Tempo di bilanci e, soprattutto, di prospettive per la Giunta comunale di Torino, che nella conferenza di fine anno ha fatto il punto sui risultati raggiunti e sulle principali direttrici che segneranno il 2026. Un orizzonte che mette insieme trasformazioni urbane, politiche sociali, grandi infrastrutture e attenzione ai quartieri, delineando una visione che guarda oltre l’immediato.

Sul fronte del turismo, i numeri rivendicati parlano di una crescita netta. Nel 2025 gli arrivi sono aumentati del 120% rispetto al 2021, un dato che l’amministrazione considera il segnale di una città tornata attrattiva anche sul piano internazionale. In questo quadro, il 2026 viene indicato come un nuovo anno centrale per lo sport, con una revisione del Pass 60 e un calendario di eventi pensati per rafforzare l’immagine di Torino come città capace di ospitare manifestazioni di rilievo.

Uno dei capitoli più attesi riguarda la trasformazione urbana. Il prossimo anno dovrebbe vedere arrivare a compimento due interventi simbolici: la pedonalizzazione di via Roma e il riassetto di piazza Baldissera, opere che puntano a ridisegnare spazi centrali della città, incidendo sulla mobilità e sulla qualità urbana. A queste si affianca una visione più ampia che guarda alla pianificazione: il 2026 è indicato come l’anno del nuovo Piano regolatore generale e dell’avvio dei lavori per la metro 2, un’infrastruttura destinata a cambiare in modo strutturale il sistema dei trasporti cittadini.

Non mancano i riferimenti alle periferie e ai servizi di prossimità. Tra i progetti messi in evidenza c’è il rilancio del mercato coperto Le Verbene, alle Vallette, mentre sul piano delle politiche attive del lavoro la città punta sui poli dell’occupabilità, che saliranno a otto, uno per ciascuna circoscrizione. Un investimento che guarda soprattutto a chi è più lontano dal mercato del lavoro, con l’obiettivo di rendere più capillare l’offerta di orientamento e accompagnamento.

La sicurezza resta uno dei temi centrali. L’amministrazione parla di un rafforzamento dei presidi di prossimità, con una polizia locale sempre più radicata nei quartieri e una maggiore attenzione alla presenza sul territorio. Sul piano finanziario, il 2026 viene indicato anche come l’anno di un potenziamento delle attività di riscossione, considerato un passaggio necessario per garantire equilibrio ai conti e sostenere gli investimenti.

Ampio spazio viene riservato alla cultura. Tra i progetti più rilevanti c’è l’apertura della nuova biblioteca civica a Torino Esposizioni, destinata a diventare uno dei poli culturali della città. Accanto a questo, il 2026 è visto come un anno in cui rafforzare le politiche sui diritti, con l’assemblea nazionale della Rete Re.A.Dy e un’iniziativa interassessorile dedicata all’educazione sessuo-affettiva rivolta ai più giovani.

Proprio bambini e giovani vengono indicati come protagonisti del nuovo anno, con un’attenzione particolare alla formazione e all’occupazione giovanile. Una linea che si intreccia con il lavoro sui quartieri e con l’obiettivo di costruire opportunità stabili in una fase ancora segnata da fragilità sociali.

Infine, uno sguardo alla Torino dei fiumi. Il 2026 viene indicato come l’anno in cui Po e corsi d’acqua torneranno centrali nelle politiche urbane, insieme alla riapertura del vivaio storico della città e al percorso per il ripristino della navigazione sul Po, progetto che punta a valorizzare una delle identità storiche e ambientali di Torino.

Nel complesso, la conferenza di fine anno restituisce l’immagine di un’amministrazione che prova a legare grandi opere e interventi diffusi, pianificazione di lungo periodo e attenzione al quotidiano. Il 2026 viene così presentato come un passaggio chiave per tradurre in cantieri, servizi e politiche concrete una visione che guarda al futuro della città.

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