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Acustika, dieci anni di musica e vite intrecciate: una storia chivassese che resiste al tempo

Cinque vite, un’unica passione: la band inaugura l’inizio dell’undicesimo anno a Torino il 2 gennaio con una serata dal vivo tra emozioni, musica e fuochi d’artificio

Chivasso

Acustika, dieci anni di musica

C’è una musica che non nasce sotto i riflettori, ma nei silenzi del mattino, quando la sveglia suona troppo presto e il tempo per i sogni sembra sempre poco. È la musica che prende forma dopo una giornata di lavoro, tra mani stanche e cuori che non hanno mai smesso di crederci. La storia degli Acustika comincia proprio lì: nelle vite ordinarie di persone che, da dieci anni, scelgono di non mettere da parte la propria passione, trasformandola in suono, in ricerca, in identità e nel bisogno profondo di portarla sul palco, di farla vivere e sentire, ogni volta. 

Gli Acustika

Con il 2025 si chiude un capitolo importante e con l’arrivo del 2026 gli Acustika danno il via all’undicesimo anno di attività, confermandosi come una delle band più longeve e riconoscibili del panorama musicale chivassese. Un traguardo che non è soltanto una ricorrenza, ma il racconto di un percorso intenso, fatto di passione, sacrifici, cambiamenti e di una continua ricerca sonora. Dieci anni costruiti senza scorciatoie, tra lavoro, famiglia, impegni e chilometri macinati per suonare, provare e reinventarsi. L’inizio dell’anno segna una nuova fase, pronta a trasformare ogni nota in emozione e ogni progetto in musica da vivere. 

Fin dall’inizio la band sceglie una strada precisa, tutt’altro che semplice: portare il suono acustico, con una forte impronta blues e jazz, dentro ogni genere musicale affrontato. Non copiare, non replicare, ma trasformare. Il loro credo diventa una vera dichiarazione d’intenti: far ascoltare ciò che si è sempre ascoltato come non lo si è mai ascoltato. 

Dietro a questo risultato c’è un lavoro profondo e spesso invisibile: ore di sala prove, scrittura e riscrittura di parti, scelte difficili, arrangiamenti scartati perché non necessari e altri valorizzati perché capaci di dare un’anima diversa al brano. Un processo che non è solo tecnico, ma anche emotivo, perché ogni pezzo viene vissuto e “abitato” dalla band, lasciando spazio a tutte le sfumature personali di ciascun componente. 

Nel corso degli anni si sono alternati un percussionista e un batterista, così come ben quattro cantanti. Eppure, nonostante i cambiamenti, l’identità degli Acustika non si è mai persa. Al contrario, si è consolidata, dimostrando come l’evoluzione possa essere una forza e non un limite. 

Dietro le chitarre, la voce e la sezione ritmica ci sono persone con professioni diverse, lontane dai riflettori ma vicine alla realtà di tutti: Antonio Pellegrino, chitarrista e cofondatore, è un libero professionista che si occupa di amministrazione condominiale; Eleonora Libri, voce della band, lavora nei servizi sociali; Antonio Spolzino, batterista, è dipendente del Comune di Crescentino; Roger Fey, chitarrista e cofondatore, è impiegato ospedaliero; Andrea Bergese, bassista e cofondatore, lavora in una multinazionale nel settore delle costruzioni aeree. 

Cinque vite diverse, cinque orari diversi, un’unica necessità comune: la musica. 

La storia della band inizia in modo semplice, quasi casuale, come spesso accade alle esperienze più autentiche. Era un sabato mattina quando tre musicisti si incontrarono in un bar, dopo i primi contatti avvenuti su una piattaforma dedicata ai musicisti. C’era una chitarra, percussioni pure, un’altra chitarra accompagnata da armonica. In quel momento, quasi senza rendersene conto, il blues stava nascendo anche qui, sul territorio. 

Mancavano ancora il basso e la voce, ma era solo questione di tempo. Nel giro di poche settimane la formazione si completò, dando ufficialmente vita agli Acustika. Una band profondamente chivassese, pur nelle diverse provenienze: un membro di Chivasso, uno di Montanaro e tre di Brandizzo, a dimostrazione di come la musica sappia unire territori e persone. 

Dieci anni, però, significano anche fatica. Il Covid, le pause forzate, le difficoltà nel ricostruire la formazione, i momenti in cui si pensa di fermarsi o di prendere strade diverse. Momenti silenziosi, lontani dal palco, ma decisivi. Eppure, ogni volta, il legame umano ha prevalso su tutto, riportando la band a suonare insieme. 

Le date si moltiplicano, i locali cambiano, ma ovunque rimane una traccia del loro passaggio, una “ghost note” che racconta chi sono e da dove vengono. Un percorso che non dimentica mai l’impegno sociale: da anni gli Acustika sono vicini a Telethon, partecipando a numerosi eventi benefici. Un legame che nel 2018 viene riconosciuto ufficialmente con una targa di ringraziamento per il sostegno e per gli incassi devoluti in beneficenza. 

E allora, dopo dieci anni, cosa succede? Non ci si ferma. Si guarda avanti. La band inaugureranno il 2026 il 2 gennaio, al Magazzino di Gilgamesh di Torino, aprendo l’undicesimo anno di musica insieme con una serata che promette emozioni e sorprese. Non una celebrazione del passato, ma l’inizio di un nuovo capitolo, di un nuovo decennio fatto di suoni, incontri e storie da raccontare. 

 Perché gli Acustika non sono solo una band,  sono la dimostrazione che la musica può convivere con la vita reale, che i sogni possono resistere al tempo, al lavoro e alle difficoltà. E che, quando sono condivisi, diventano più forti di tutto. 

 

Antonio Pellegrino, Eleonora Libri, Antonio Spolzino,  Roger Fey, Andrea Bergese

Antonio Pellegrino, chitarrista e cofondatore

Eleonora Libri, voce della band

Roger Fey, chitarrista e cofondatore

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