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Incubo Fentanyl. Scatta l'allarme anche in Italia: arriva la stretta sulle prescrizioni

Ricette elettroniche e segnalazioni obbligatorie per fermare la diffusione

Fentanyl

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Anche le farmacie italiane entrano ufficialmente nella linea del fronte contro il rischio di diffusione illecita del Fentanyl, il potente oppioide sintetico responsabile di migliaia di morti per overdose negli Stati Uniti. A chiamarle in causa è una circolare del ministero della Salute, inviata alla Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi), che introduce un vero e proprio decalogo operativo destinato a guidare i farmacisti nella gestione delle prescrizioni di sostanze considerate ad alto rischio, come il Fentanyl stesso e le benzodiazepine.

L’obiettivo dichiarato è rafforzare il ruolo dei farmacisti come sentinelle del sistema sanitario, trasformando il banco della farmacia in un presidio di controllo avanzato. Il primo punto fermo è l’utilizzo esclusivo delle ricette elettroniche, mentre la ricetta cartacea viene esplicitamente indicata come uno strumento ad alto rischio, esposto a contraffazioni, abusi e dirottamenti verso il mercato illecito.

Le indicazioni ministeriali si inseriscono nel solco tracciato dal “Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici”, presentato lo scorso marzo dal Dipartimento per le Politiche Antidroga. Il documento aveva già evidenziato la necessità di intensificare i controlli sulle prescrizioni anomale e di impedire la cosiddetta “diversione” delle sostanze dal circuito terapeutico a quello illegale. In questo contesto, la dematerializzazione della ricetta viene indicata come strumento chiave per contrastare falsificazioni, inappropriatezze prescrittive e traffici illeciti.

Oltre alla linea guida generale, il ministero ha trasmesso alle farmacie un vademecum di dieci azioni di verifica, alle quali i farmacisti sono “invitati ad attenersi” in modo scrupoloso. I controlli spaziano dall’analisi materiale della prescrizione al comportamento del paziente. È previsto un esame minuzioso della qualità di stampa, della firma, del timbro del medico e dell’assenza di correzioni sospette. I farmacisti dovranno inoltre accertare l’identità dell’assistito, come stabilito dalla normativa sugli stupefacenti, e verificare la coerenza della prescrizione con quelle precedenti dello stesso medico per lo stesso paziente.

Tra le indicazioni più stringenti figura anche il contatto diretto con il medico prescrittore in presenza di qualsiasi dubbio, insieme all’obbligo di segnalare senza ritardo alle autorità competenti ogni sospetto di falsificazione, furto o altro illecito. In caso di dubbi persistenti sull’autenticità o sull’appropriatezza della prescrizione, viene inoltre indicata la possibilità di non procedere alla dispensazione del farmaco.

Sul ruolo centrale dei farmacisti è intervenuto il presidente della Fofi, Andrea Mandelli, che ha sottolineato come «la Federazione ha da tempo richiamato l’attenzione sul ruolo fondamentale di vigilanza che i farmacisti svolgono come sentinelle del Servizio sanitario nazionale sul territorio». Secondo Mandelli, «la completa dematerializzazione della prescrizione rappresenta un passo avanti importante» in questa direzione.

ANDREA MANDELLI -  PRESIDENTE FOFI

Il presidente della Fofi ha poi ribadito la delicatezza del tema: «Alcune categorie di farmaci, come oppiacei e ansiolitici, richiedono un livello di attenzione massimo: un impegno che i farmacisti esercitano con responsabilità, in costante sinergia con i medici e in collaborazione con il ministero della Salute e i Carabinieri del Nas, per contrastare fenomeni di contraffazione e abuso estremamente pericolosi». Un messaggio chiaro, che trasforma il banco della farmacia in uno snodo cruciale nella prevenzione di una possibile emergenza sanitaria.

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