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20 Dicembre 2025 - 06:02
ROBERT FRANCIS KENNEDY JR. SEGRETARIO DELLA SALUTE E DEI SERVIZI UMANI DEGLI STATI
All’uscita di un grande ospedale pediatrico della East Coast, una madre stringe in mano il promemoria di una visita rinviata “a data da destinarsi”. Poche righe, burocratiche: in attesa delle nuove regole federali. È uno dei primi effetti concreti di una svolta politico-sanitaria che rischia di incidere sulla vita di migliaia di famiglie negli Stati Uniti. L’amministrazione Trump ha avviato una strategia per limitare in modo sostanziale l’accesso alle cure di transizione per i minori, intervenendo non tanto con un divieto diretto, quanto attraverso il meccanismo dei finanziamenti pubblici alla sanità. L’annuncio è arrivato il 18 dicembre 2025, per voce del Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., e prevede due interventi paralleli: l’esclusione dagli schemi Medicare e Medicaid degli ospedali che offrono terapie di affermazione di genere ai minori di 18 anni e, allo stesso tempo, il divieto di utilizzare fondi Medicaid e CHIP(Children’s Health Insurance Program) per coprire queste prestazioni. Considerata la dipendenza strutturale della maggior parte degli ospedali statunitensi dai rimborsi federali, l’effetto pratico sarebbe quello di rendere queste cure quasi inaccessibili su larga scala.
Non si tratta di un gesto simbolico. La Centers for Medicare & Medicaid Services (CMS) ha annunciato l’intenzione di pubblicare due notice of proposed rulemaking, cioè proposte formali di regolamento. La prima collegherebbe la partecipazione a Medicare e Medicaid all’impegno degli ospedali a non effettuare determinate procedure sui minori. La seconda vieterebbe esplicitamente l’uso dei fondi Medicaid e CHIP per le cure di transizione sotto i 18 o 19 anni, a seconda del programma. Una volta pubblicate nel Federal Register, le proposte apriranno un periodo di consultazione pubblica di 60 giorni, ma nel frattempo molte strutture sanitarie stanno già valutando le ricadute operative e legali.
La cornice politica è l’Executive Order 14187, intitolato Protecting Children from Chemical and Surgical Mutilation, firmato dal presidente Donald Trump il 28 gennaio 2025. Il decreto incarica le agenzie federali di utilizzare tutti gli strumenti amministrativi disponibili per limitare l’uso di ormoni, puberty blockers e interventi chirurgici sui minori con diagnosi di disforia di genere. Alcuni tribunali federali hanno già emesso ingiunzioni parziali contro precedenti tentativi di taglio dei fondi, segnalando che anche questa nuova fase si giocherà in larga parte nelle aule di giustizia.

Nel presentare le misure, Robert F. Kennedy Jr. ha definito queste cure una forma di “malpractice”, sostenendo che producano danni fisici e psicologici a lungo termine. A supporto della linea governativa, il Department of Health and Human Services (HHS) ha diffuso nel novembre 2025 un rapporto che parla di benefici limitati e di rischi significativi, come la riduzione della densità ossea o possibili effetti sulla fertilità. Il documento è stato rilanciato dal National Institutes of Health (NIH) e dall’Office of the Assistant Secretary for Health come un cambio di rotta verso quella che l’amministrazione definisce una valutazione scientifica più rigorosa. Molte organizzazioni mediche contestano però sia l’impostazione sia le conclusioni del rapporto.
La American Medical Association (AMA), la American Academy of Pediatrics (AAP) e la Endocrine Societycontinuano a sostenere che le cure di affermazione di genere rientrino in percorsi clinici che devono essere valutati individualmente, con il coinvolgimento delle famiglie e di équipe multidisciplinari. La AAP ha riaffermato nel 2023 la policy adottata nel 2018, in attesa di un aggiornamento basato su una revisione sistematica della letteratura. La AMAha definito i divieti generalizzati una pericolosa interferenza politica nella pratica medica. La Endocrine Societyrichiama le proprie linee guida, sottolineando i processi di revisione e aggiornamento adottati dalla comunità scientifica.
L’azione federale non si limita alle regole sui finanziamenti. La Food and Drug Administration (FDA) ha inviato lettere di avvertimento ad aziende che commercializzano breast binders, qualificandoli come dispositivi medici soggetti a regolamentazione. Nello stesso periodo, l’Office for Civil Rights (OCR) del HHS ha ritirato alcune linee guida dell’amministrazione precedente su diritti civili e privacy nell’assistenza sanitaria legata all’identità di genere, richiamandosi agli executive orders firmati a inizio 2025. È un approccio che mira a intervenire sull’intero contesto normativo, non solo sulle cliniche.
Per gli ospedali che oggi offrono puberty blockers, terapie ormonali o interventi chirurgici ai minori, la prospettiva è netta: continuare questi servizi potrebbe significare perdere l’accesso a Medicare e Medicaid, con conseguenze potenzialmente insostenibili per i bilanci. Per molte famiglie a basso reddito, la cancellazione della copertura Medicaide CHIP equivarrebbe a un’esclusione di fatto dalle cure. In diversi centri, dopo l’Executive Order 14187, alcune attività sono già state sospese in via precauzionale, in attesa di chiarimenti normativi.
Negli ultimi anni, la mappa dei diritti sanitari negli Stati Uniti si è frammentata. Secondo stime indipendenti, nel 2025 almeno 27 Stati hanno approvato restrizioni o divieti sulle cure di transizione per i minori, con numerosi contenziosi ancora aperti. Finora, però, esistevano margini di spostamento verso Stati più permissivi o soluzioni assicurative alternative. Un intervento federale basato sui grandi programmi di rimborso ridurrebbe drasticamente queste possibilità. Tra il 2017 e il 2021, oltre 121.000 minorenni hanno ricevuto una diagnosi di disforia di genere negli Stati Uniti: un dato che non equivale automaticamente a trattamento medico, ma che indica la dimensione del fenomeno.
Sul piano giuridico, le nuove regole sollevano questioni rilevanti. Da un lato, c’è il tema dei limiti del potere della CMS nell’utilizzare le conditions of participation per influenzare scelte cliniche controverse. Dall’altro, emergono i profili costituzionali legati all’autonomia decisionale delle famiglie e alla parità di trattamento dei minori transgender. L’American Civil Liberties Union (ACLU) ha già annunciato ricorsi, mentre resta aperta la questione dell’interpretazione della Section 1557 dell’Affordable Care Act, che vieta discriminazioni “on the basis of sex”, ambito nel quale alcuni tribunali hanno incluso l’identità di genere.
Sul fronte scientifico, il dibattito è complesso e lontano dalle semplificazioni. Le società mediche parlano di percorsi graduali e valutazioni caso per caso. Gli interventi chirurgici sui minori restano rari, mentre l’uso di puberty blockers o ormoni viene considerato solo in contesti selezionati, con consenso informato e monitoraggio clinico. Le linee guida della Endocrine Society, pubblicate nel 2017 e attualmente in fase di aggiornamento, sono spesso citate come riferimento metodologico. La AMA e la AAP segnalano miglioramenti della salute mentale in alcuni adolescenti seguiti con percorsi di affermazione, pur riconoscendo la necessità di ulteriori studi.
Per gli ospedali, il problema è anche pratico. Con l’apertura del periodo di commento pubblico, i responsabili della conformità dovranno valutare rischi finanziari e legali, rivedere le policy interne e decidere se sospendere o mantenere i servizi. Alcuni grandi sistemi sanitari in Stati considerati “rifugio” dichiarano di voler continuare a operare secondo le leggi locali e gli standard professionali, preparandosi a un contenzioso prolungato.
La partita non riguarda solo le cure di affermazione di genere. Riguarda il rapporto tra politica e medicina, il ruolo delle agenzie federali e la sostenibilità economica degli ospedali pubblici e privati. Se le regole saranno finalizzate come annunciato, si creerà un precedente significativo: l’accesso a Medicare e Medicaid verrebbe subordinato all’abbandono di specifiche pratiche cliniche in assenza di un consenso scientifico univoco contrario. La discussione continuerà nei tribunali, nei consigli di amministrazione delle strutture sanitarie e nelle famiglie che cercano risposte. E quel promemoria rinviato potrebbe diventare l’immagine più concreta di come una decisione politica si traduce, giorno dopo giorno, in scelte obbligate dentro e fuori dagli ospedali.
Fonti: Department of Health and Human Services, Centers for Medicare & Medicaid Services, Federal Register, Executive Order 14187, American Medical Association, American Academy of Pediatrics, Endocrine Society, National Institutes of Health, Food and Drug Administration, American Civil Liberties Union, Affordable Care Act – Section 1557.
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