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Torino e Nagoya: vent’anni di gemellaggio

La visita della delegazione giapponese a Palazzo Civico celebra un rapporto fatto di scambi culturali, collaborazioni accademiche e cooperazione economica, nel solco dei 160 anni di relazioni tra Italia e Giappone

Torino e Nagoya: vent’anni di gemellaggio

Torino e Nagoya: vent’anni di gemellaggio

Vent’anni di gemellaggio, ma soprattutto vent’anni di relazioni concrete, fatte di scambi continui, progetti condivisi e una collaborazione che nel tempo è uscita dalla dimensione puramente simbolica per diventare un rapporto strutturato tra due città industriali, culturali e universitarie che si riconoscono l’una nell’altra. Torino e Nagoya celebrano così un legame che affonda le sue radici nel 2005, anno della firma ufficiale del gemellaggio in occasione dell’Expo di Aichi, e che oggi torna al centro della scena con la visita istituzionale della delegazione giapponese nel capoluogo piemontese.

Ieri  Palazzo Civico ha ospitato il sindaco di Nagoya Ichiro Hirosawa, il presidente del Consiglio comunale Hisashi Nishikawa e i rappresentanti istituzionali arrivati dal Giappone per celebrare il ventesimo anniversario dell’accordo. Un appuntamento dal forte valore politico e simbolico, che si inserisce in un percorso più ampio: quello dei 160 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone, richiamato esplicitamente dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo nel suo intervento ufficiale.

palazzo

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«Da vent’anni Torino e Nagoya sono unite da un gemellaggio che ha rafforzato le collaborazioni tra scuole, università, musei, teatri, imprese e istituzioni, dando vita a un rapporto autentico, fatto di scambi, progettualità e amicizia», ha sottolineato Lo Russo, rivendicando il carattere concreto di un rapporto che negli anni ha coinvolto il mondo della formazione, della cultura, della ricerca e dell’industria. Dalle collaborazioni accademiche con il Politecnico di Torinoagli scambi tra studenti, fino ai rapporti tra musei, teatri e istituzioni culturali, il gemellaggio ha prodotto iniziative continue e multilivello.

La visita della delegazione giapponese rappresenta anche il naturale seguito della missione istituzionale compiuta dal sindaco torinese a Nagoya lo scorso settembre, un viaggio che ha segnato l’avvio ufficiale delle celebrazioni per il ventennale. «Oggi è stato un onore accogliere a Palazzo Civico il Sindaco Hirosawa, il Presidente del Consiglio Comunale Nishikawa e la delegazione arrivata dal Giappone. L'accoglienza calorosa ricevuta durante il nostro viaggio istituzionale dello scorso settembre mi resterà sempre nel cuore, e dopo quella visita a Nagoya ritrovarci qui a Torino ha un significato particolare», ha aggiunto Lo Russo, evidenziando la dimensione umana e relazionale che accompagna i rapporti istituzionali.

Negli anni, Torino e Nagoya hanno rafforzato la loro cooperazione anche sul piano economico e tecnologico, valorizzando una comune vocazione industriale che spazia dall’automotive all’aerospazio, dall’innovazione urbana alla sostenibilità. Le due città sono coinvolte in programmi di cooperazione internazionale come lo IURC – International Urban and Regional Cooperation, che promuove lo scambio di buone pratiche su sviluppo urbano, ricerca e trasferimento tecnologico. A questo si affiancano accordi tra le rispettive Camere di commercio, pensati per sostenere le imprese e favorire nuove opportunità di investimento.

«Festeggiamo un legame strettissimo, di cui siamo davvero orgogliosi», ha rimarcato il sindaco torinese, «un esempio di come amicizia e collaborazione tra città siano fondamentali per una crescita condivisa». Un concetto che guarda oltre l’anniversario e che punta dritto al futuro, come dimostrano le iniziative culturali già in programma, tra mostre, scambi artistici e appuntamenti musicali che nei prossimi anni continueranno a intrecciare Torino e Nagoya.

«Questa visita è l'occasione per ritrovarci, rafforzare il nostro legame, celebrare il cammino fatto e, soprattutto, guardare al futuro: alla strada che ancora Torino e Nagoya percorreranno insieme», ha concluso Lo Russo. Insomma, un gemellaggio che non vive di ritualità, ma di contenuti, relazioni e visioni condivise, in un dialogo che da vent’anni attraversa continenti e culture senza mai fermarsi.

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