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Marco Bussone riconfermato presidente Uncem: cinque anni ancora alla guida dei Comuni montani

Il giornalista di Vallo Torinese rieletto per acclamazione all’Assemblea nazionale di L’Aquila. «La montagna non è margine ma Paese vivo»: autonomia, unità tra enti locali e sguardo all’Europa al centro del nuovo mandato

Marco Bussone riconfermato presidente Uncem: cinque anni ancora alla guida dei Comuni montani

Marco Bussone

Marco Bussone, 40 anni, giornalista professionista originario di Vallo Torinese, è stato riconfermato presidente nazionale dell’Uncem, l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani. La rielezione è avvenuta per acclamazione nel corso dell’Assemblea nazionale in corso a L’Aquila, conclusasi sabato 13 dicembre. Un voto unanime che conferma la fiducia nei confronti di Bussone, alla guida dell’associazione dal 2018, e che apre ufficialmente un nuovo mandato quinquennale, insieme al Consiglio nazionale Uncem eletto contestualmente e destinato a restare in carica per i prossimi cinque anni.

L’Assemblea dell’Aquila rappresenta uno dei momenti centrali della vita associativa dell’Uncem, chiamata da oltre settant’anni a rappresentare e tutelare i Comuni e gli enti dei territori montani italiani. Fondata nel 1952, l’Unione è oggi uno dei principali interlocutori istituzionali sui temi delle aree interne, della montagna e dell’autonomia locale, in un contesto segnato da trasformazioni profonde, tra crisi demografica, carenza di servizi, sfide ambientali e nuove opportunità legate ai fondi nazionali ed europei. In questo quadro, la riconferma di Bussone assume il significato di una scelta di continuità, ma anche di rafforzamento di una linea politica che negli ultimi anni ha puntato a riportare la montagna al centro del dibattito pubblico.

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Nel suo intervento all’Assemblea, Bussone ha insistito proprio su questo punto, sottolineando come la montagna italiana sia oggi oggetto di una rinnovata attenzione. «La montagna italiana è al centro di una fortissima attenzione culturale, mediatica, politica», ha evidenziato, richiamando il ruolo che l’Uncem è chiamata a svolgere in questa fase. Un ruolo che, secondo il presidente riconfermato, non può limitarsi alla rappresentanza formale, ma deve tradursi in un’azione concreta e autorevole a difesa dei territori. «Sta a questa Associazione, nata nel 1952, essere pienamente e autorevolmente un sindacato di territorio», ha affermato, ribadendo la natura dell’Uncem come soggetto collettivo capace di tenere insieme istanze locali e visione nazionale.

Bussone ha poi richiamato con forza il legame tra vitalità delle comunità e solidità degli Enti locali. «Uncem è istituzione della comunità. Dove vi sono comunità vive sui territori montani è perché vi sono Enti locali solidi, capaci di impegno, Comuni che lavorano insieme», ha spiegato, indicando nella cooperazione tra amministrazioni uno degli elementi chiave per affrontare le difficoltà strutturali delle aree montane. Da qui l’invito a rafforzare i percorsi di unità e sinergia tra sindaci ed enti, superando frammentazioni e rivalità che rischiano di indebolire territori già complessi.

Ampio spazio è stato dedicato anche al tema dell’autonomia, intesa non come privilegio ma come riconoscimento delle specificità. «Autonomia vuol dire differenziare, riconoscere pienamente le specificità delle zone montane, anche nel quadro del Paese», ha sottolineato Bussone, respingendo una visione uniforme delle politiche pubbliche che non tiene conto delle differenze territoriali. In questo senso, il presidente Uncem ha voluto ribadire con decisione che la montagna non può essere considerata una periferia. «Non siamo margine e non siamo interni, non siamo luogo di abbandono e di spopolamento. Siamo centrali e Paese vivo, fulcro di opportunità», ha detto, rivendicando un ruolo attivo dei territori montani nello sviluppo complessivo dell’Italia.

Nel suo intervento non è mancato un riferimento al rapporto con le città, indicato come elemento imprescindibile per costruire politiche territoriali efficaci. Bussone ha parlato di un dialogo necessario e continuo, capace di superare contrapposizioni storiche e di valorizzare le interdipendenze tra aree urbane e montane. Allo stesso modo, ha ribadito lo sguardo dell’Uncem verso l’Europa, considerata un livello fondamentale per il riconoscimento politico e per l’accesso a risorse strutturali. «La montagna italiana con i suoi Enti locali guarda all’Europa, per avere forza, dignità e anche risorse non occasionali o compensative», ha affermato, richiamando la necessità di politiche stabili e non emergenziali.

La riconferma di Bussone arriva dunque al termine di un’Assemblea che ha messo al centro fiducia e speranza, parole che lo stesso presidente ha indicato come chiavi del Congresso e del lavoro futuro dell’Uncem. «Ringrazio tutti i delegati e i sindaci di una bellissima Assemblea Uncem a L’Aquila», ha concluso, rivolgendo un ringraziamento a chi ha partecipato ai lavori e sostenuto la sua rielezione. «Proseguiamo un lavoro intenso con fiducia e speranza». Insomma, per l’Uncem e per i territori montani italiani si apre una nuova fase nel segno della continuità, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare il ruolo delle comunità locali e degli Enti montani all’interno del Paese.

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