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12 Dicembre 2025 - 15:24
Sciopero generale Cgil, oltre 20 mila in piazza in Piemonte: alta adesione nelle fabbriche e nei servizi
Oltre 20 mila persone sono scese in piazza oggi in Piemonte in occasione dello sciopero generale indetto dalla Cgil, con otto manifestazioni territoriali che hanno attraversato la regione dalla mattina al pomeriggio – 10 mila persone sono scese in piazza nella sola Torino. Lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati hanno partecipato ai cortei e ai presidi organizzati nelle principali città, in una giornata che il sindacato definisce di forte mobilitazione contro la manovra di bilancio del governo Meloni.
Secondo i dati diffusi dalla Cgil Piemonte, l’adesione allo sciopero nei luoghi di lavoro è stata elevata in tutta la regione, con percentuali comprese tra il 60% e il 90%, nonostante il ricorso diffuso alla cassa integrazione in diversi comparti produttivi. Una mobilitazione preparata nelle settimane precedenti attraverso oltre mille assemblee sindacali, che hanno coinvolto lavoratrici e lavoratori in aziende, uffici e servizi pubblici.
A Torino, la manifestazione ha visto anche la partecipazione dei giornalisti del gruppo Gedi, in sciopero, e dell’assemblea precaria dell’Università, che hanno portato in piazza le proprie rivendicazioni legate al lavoro, alla precarietà e alla libertà dell’informazione. In molte realtà territoriali, presidi inizialmente statici si sono trasformati in veri e propri cortei, proprio per l’elevata partecipazione.
«Più di 20.000 tra lavoratrici e lavoratori nelle manifestazioni che hanno attraversato il Piemonte: tanti i cortei già organizzati e tanti i presidi che si sono trasformati in corteo per l’alta partecipazione», ha dichiarato Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte, tracciando un primo bilancio della giornata.
Airaudo ha sottolineato come il risultato assuma un peso particolare nel contesto economico attuale. «Uno sciopero sicuramente riuscito nonostante la cassa integrazione», ha affermato, evidenziando come le province di Torino e Cuneo abbiano fatto registrare le adesioni più significative. Proprio nel Cuneese, ha aggiunto, «i dati spaventosi dei cassaintegrati indicano che il problema è sempre più serio».
Nel merito delle rivendicazioni, il segretario regionale ha ribadito la critica alla legge di bilancio, giudicata penalizzante per un territorio già segnato da crisi industriali e precarietà diffusa. «Questa manovra ha colpito duramente tutto il Piemonte, perché batte su salari già indeboliti dalle crisi, dalle casse integrazioni e dalla precarietà», ha spiegato, indicando nella spesa sanitaria una delle priorità non più rinviabili. «La popolazione piemontese invecchia sempre più velocemente e da troppo tempo chiede risposte concrete sul tema».
Da qui l’appello finale alla politica nazionale e regionale. «Chiediamo che la nostra Regione torni ad avere più peso a Roma, nelle sedi istituzionali di competenza», ha concluso Airaudo, sottolineando come le mobilitazioni di oggi rappresentino, per la Cgil, un segnale chiaro di disagio sociale e di richiesta di un cambio di rotta nelle politiche economiche e del lavoro.
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