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07 Dicembre 2025 - 18:50
Fondo Italiano per la Scienza: assegnati 432 milioni a 326 progetti. Ecco quali sono
Ammonta a 432 milioni il nuovo investimento destinato alla ricerca di base italiana. Una cifra che, da sola, racconta l’ambizione del terzo bando del Fondo Italiano per la Scienza (Fis 3): selezionare idee libere, indipendenti, ad alto contenuto innovativo. Il Mur rivendica la continuità con il modello europeo dell’Erc e sottolinea come il Fis sia ormai diventato lo strumento principale per sostenere la ricerca fondamentale nel Paese.
La ministra Anna Maria Bernini rivendica una svolta attesa da anni. «Con la legge di Bilancio garantiamo finalmente continuità e stabilità ai finanziamenti, dentro una visione che guarda all’Europa e alla cooperazione internazionale», afferma. E aggiunge che il nuovo Fondo unico per la ricerca offrirà criteri chiari, bandi pubblicati entro il 30 aprile e risorse definite: 460 milioni nel 2025, più altri 150 milioni per i Prin, ora annuali e con dotazione minima certa. Una promessa di stabilità che, nelle intenzioni del ministero, dovrebbe restituire tempo e strumenti ai ricercatori italiani.
Intanto si prepara già la quarta edizione del bando Fis, prevista nel prossimo biennio e accompagnata – assicurano dal ministero – da una dotazione destinata a rafforzare ulteriormente la ricerca di base.
I numeri fotografano la competizione: oltre 5.000 candidature, solo 326 progetti selezionati. In testa Scienze fisiche e ingegneria, con 115 proposte finanziate per 152,8 milioni; seguono Scienze della vita (110 progetti, 148,6 milioni) e Scienze sociali e umanistiche (101 progetti, 130,7 milioni).
La selezione rispecchia anche i diversi stadi di carriera dei ricercatori. Il Fis assegna 200 Starting grant per giovani studiosi emergenti (228 milioni), 72 Advanced grant per scienziati affermati (127,3 milioni) e 54 Consolidator grant per ricercatori in fase di crescita (76,7 milioni). Un tentativo di fotografare l’intero ecosistema scientifico, dal talento che nasce all’esperienza che consolida.
Sulla mappa geografica della ricerca finanziata svetta la Lombardia, con 59 progetti per 78,6 milioni. Seguono Lazio (56 progetti, 74,1 milioni), Toscana (35 progetti, 44,7 milioni), Veneto (33 progetti, 43,3 milioni) e Campania (28 progetti, 35,8 milioni). Poi Emilia-Romagna e Piemonte, rispettivamente con 19 e 18 progetti, e una coda di regioni che segnano contributi più contenuti ma comunque significativi per il proprio sistema universitario.
Il bando introduce anche un elemento cruciale: i ricercatori vincitori saranno assunti o contrattualizzati dagli atenei e dagli enti che ospiteranno i progetti. Una regola che punta a integrare pienamente i vincitori nel sistema nazionale. Accanto al percorso ordinario, il ministero apre anche alla chiamata diretta per circa il 25% dei vincitori accolti dalle università italiane. Un meccanismo che dovrebbe velocizzare l’ingresso dei talenti e evitare fughe o rallentamenti burocratici.
Il Fis, nato per allineare l’Italia ai modelli europei più avanzati, prova ora a consolidare una infrastruttura stabile di finanziamento. La vera scommessa, però, sarà capire se queste risorse riusciranno davvero a trasformarsi in tempo, libertà e continuità per chi la ricerca la fa ogni giorno. Perché i bandi passano, ma l’innovazione – quella vera – chiede costanza, prospettiva e un Paese disposto a riconoscerne il valore.
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