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05 Dicembre 2025 - 23:03
Il Ponte dell’8 dicembre si prepara a trasformare l’Italia in un grande cantiere di partenze, con una mobilità mai così intensa negli ultimi anni. Saranno infatti otto milioni gli italiani in viaggio per la festività dell’Immacolata, un milione in più rispetto al 2024, per una spesa complessiva che sfiora i tre miliardi di euro. Una crescita significativa, trainata dalla favorevole collocazione del giorno festivo che, cadendo di lunedì, permette di estendere il fine settimana e concedersi una pausa più lunga tra mercatini natalizi, prime sciate, tappe gastronomiche e visite culturali.
Il quadro emerge dal focus sul Ponte elaborato dall’Osservatorio Turismo di Confcommercio con Swg, che fotografa un mercato in piena ripresa, seppure con differenze territoriali e qualche ombra sul fronte dei costi. A leggere tutti i numeri, l’Italia conferma la sua forza attrattiva: oltre tre viaggiatori su quattro hanno scelto di restare nel Paese, con Trentino Alto Adige e Toscana ai vertici delle preferenze per chi cerca neve, atmosfere natalizie o itinerari culturali.
A questi dati si aggiungono le indicazioni, altrettanto ottimistiche, provenienti da Confesercenti, Cna, Federalberghi e Federturismo Confindustria, che nei giorni scorsi stimavano quasi 14 milioni di persone in movimento e un giro d’affari complessivo da 8,8 miliardi di euro. Un boom amplificato anche dal meteo: le giornate dell’Immacolata saranno infatti dominate da un anticiclone caldo e soleggiato, condizione che rende ancora più appetibile la scelta di partire.
Secondo l’indagine, la maggior parte degli italiani in viaggio — il 45% — opterà per una vacanza di due pernottamenti, sfruttando appieno la possibilità di un weekend lungo. Uno su quattro, invece, coglierà l’occasione per concedersi un periodo più esteso di riposo. Il 76% rimarrà entro i confini nazionali, mentre il 24% punterà verso l’estero, con un 7% diretto in Paesi extra-Ue.
Il dato sulle prenotazioni conferma l’ottimismo: il Centro Studi Turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti rileva che il 72% dell’offerta ricettiva online è già stato prenotato per il periodo 5–8 dicembre. Si stimano oltre 5 milioni di pernottamenti nelle strutture italiane, con un forte concentrazione della domanda nelle destinazioni più tradizionali del periodo.
Il settore della montagna, in particolare, registra performance eccellenti: il tasso medio di occupazione delle strutture raggiunge il 77%, sostenuto dalle prime aperture degli impianti sciistici e da un’offerta sempre più diversificata. Non molto distanti le città d’arte, che toccano una media del 75%, mentre le aree rurali e collinari si attestano al 73%. Arrivano segnali molto positivi anche dalle località termali, con una saturazione media del 79% e punte che sfiorano il 90% nelle mete più rinomate.
A livello territoriale, il Nord Est resta la macro-area più dinamica, con un 74% di saturazione delle strutture, seguito dal Nord Ovest al 72%. Il Centro raggiunge il 71%, mentre il Sud e le Isole, pur in crescita, si fermano al 66%, al di sotto della media nazionale del 72%.
Accanto alla spinta positiva del turismo, arriva però la nota stonata dei costi di trasporto. Tanto Assoturismo quanto Assoutenti denunciano rincari mai così alti: su diverse tratte nazionali, soprattutto dal Nord verso Sicilia, Sardegna e Puglia, i prezzi dei voli hanno registrato aumenti fino al +900% rispetto alle tariffe base o alla bassa stagione. Un volo Milano-Catania o Milano-Palermo per i giorni di maggiore affluenza può toccare i 600 euro solo andata, superando in alcuni casi il costo di un biglietto per New York.
Nemmeno i treni sono esenti dalla corsa al rialzo. Se nel 2024 si parlava di caro-biglietti, il 2025 segna nuovi record: nelle giornate più critiche i prezzi sono triplicati rispetto al costo medio annuo, con picchi che rendono estremamente onerosi gli spostamenti a ridosso del Ponte. Un fattore che pesa soprattutto sui giovani e sulle famiglie che decidono di rientrare nei luoghi d’origine o di raggiungere parenti e amici.
In controtendenza rispetto ai costi, il bilancio complessivo della spesa appare solido. Secondo l’indagine di Cna Turismo e Commercio, pubblicata in anteprima da Ansa, le spese dirette e indirette dei vacanzieri ammontano a 4 miliardi di euro, con 11 milioni di persone in movimento durante il periodo dell’Immacolata. Si stimano 3 milioni di pernottamenti tra strutture alberghiere ed extra-alberghiere: 1,75 milioni da parte dei turisti stranieri e 1,25 milioni da parte degli italiani.
Il comparto degli agriturismi continua a crescere, con oltre 600mila presenze attese secondo Coldiretti e Campagna Amica. A rafforzare il trend è il boom dell’enoturismo, ormai diventato un pilastro del turismo esperienziale italiano, ma anche dell’oleoturismo, del turismo legato alla birra artigianale e ai formaggi, segmenti che attirano viaggiatori alla ricerca di percorsi più autentici e legati al territorio.
Con numeri così elevati, si muoverà l’intero Paese — e non solo in treno o in aereo. L’Anas, società del Gruppo FS, prevede infatti 31,4 milioni di spostamenti in auto e raccomanda massima prudenza, limitando la velocità, mantenendo le distanze di sicurezza ed evitando distrazioni, in particolare l’uso del cellulare alla guida. Le condizioni meteo favorevoli non devono far dimenticare le dotazioni obbligatorie: Anas ricorda l’importanza di avere catene a bordo o pneumatici invernali, soprattutto in vista delle tratte verso zone montane.
Il Ponte dell’Immacolata 2025 si annuncia dunque come uno dei più partecipati degli ultimi anni, con un’Italia che torna a muoversi in massa nonostante costi crescenti e alcune criticità logistiche. Un weekend lungo che somma tradizione, voglia di evasione, condizioni meteo favorevoli e un sistema turistico che, pur tra luci e ombre, conferma la propria vitalità.

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