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05 Dicembre 2025 - 12:47
Da Villareggia alla maratona: Antonio Puccio corre 42 km e dona due cani d’assistenza cambiando la vita di tre giovani
Il nome di Antonio Puccio è ormai familiare a chi segue il mondo cinofilo: dog trainer originario di Villareggia, residente a Livorno Ferraris, divulgatore su social molto seguiti e volto della rubrica televisiva SOS 4 zampe su Rai2. Nel 2025, però, Puccio ha deciso di affiancare alla sua attività professionale una sfida ancora più impegnativa, trasformando la passione per il benessere animale in un progetto sportivo e solidale destinato a lasciare un segno.
A 31 anni, un’età che nel mondo della corsa è considerata “tardiva” per chi affronta la prima maratona, Puccio ha scelto di mettersi alla prova con un obiettivo chiaro: raccogliere fondi per donare cani d’assistenza a persone con disabilità. Un traguardo che richiedeva non solo mesi di allenamento intensivo, ma anche la capacità di coinvolgere una comunità intera in un progetto che unisce sport, empatia e responsabilità sociale.
Il momento decisivo è arrivato domenica 23 novembre, alla Torino City Marathon. Puccio ha tagliato il traguardo dopo 3 ore, 3 minuti e 29 secondi. Un tempo straordinario, soprattutto per un esordiente, anche se per una manciata di secondi non ha raggiunto il sogno di scendere sotto le tre ore. Ma, come lui stesso ha sottolineato più volte, il cronometro non era la cosa più importante. La vera vittoria era già stata conquistata 24 ore prima.
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Il 22 novembre, durante la conferenza stampa dedicata alla presentazione dei “top runner”, Puccio è stato invitato come ospite speciale: non per il suo ruolo di atleta, ma per la finalità sociale dei suoi 42 chilometri. In quella occasione sono stati infatti consegnati ufficialmente Bolt e Tor, i due cani d’assistenza acquistati grazie ai fondi raccolti.
Bolt è stato affidato a Eleonora, un’adolescente di Milano nata con una neurotetraplegia. Tor, invece, accompagnerà Edo e Matty, due fratellini di Perosa Argentina affetti da una malattia neurodegenerativa rara. Per entrambi i nuclei familiari, la presenza di un cane d’assistenza rappresenta un supporto prezioso: riduce il carico emotivo, facilita alcune azioni quotidiane, dona sicurezza e, non da ultimo, porta un elemento di leggerezza e compagnia in situazioni estremamente complesse.
La raccolta fondi ha raggiunto i 10mila euro, la metà del traguardo prefissato. Ma Puccio non intende fermarsi. Pur di garantire ai due cani un percorso completo, ha deciso di coprire personalmente le spese restanti legate all’addestramento, che proseguirà ancora per un anno. È una fase fondamentale: nei mesi successivi i cani impareranno a rispondere in modo calibrato e preciso alle necessità delle persone con cui vivranno, diventando un vero e proprio strumento di autonomia, oltre che un compagno di vita.
Il progetto di Puccio, nato quasi come una sfida personale, si è trasformato in un esempio di come sport, impegno civile e divulgazione possano intrecciarsi. Il percorso che lo ha portato dalla preparazione atletica alla consegna dei cani è la dimostrazione che la cultura del benessere animale può dialogare con l’inclusione sociale, creando un impatto immediato e concreto nella vita delle persone più fragili.
Il lavoro non finisce qui. I due cani stanno ora affrontando la delicata fase di inserimento nelle nuove famiglie, dove costruiranno giorno dopo giorno un linguaggio condiviso fatto di gesti, routine e fiducia. E mentre a Livorno Ferraris Puccio è già tornato ai suoi allievi a quattro zampe, il risultato dei suoi 42 chilometri continua a camminare sulle zampe di Bolt e Tor, trasformando un’impresa sportiva in un progetto che dura nel tempo.
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