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Italia verso il nuovo boom energetico: Edison spara 600 milioni e riempie il Paese di cantieri green

Eolico ricostruito, fotovoltaico ovunque e cinque super-progetti di pompaggio per blindare la rete

Energia eolica

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Edison alza l’asticella e annuncia una nuova ondata di cantieri destinata a ridisegnare il panorama delle rinnovabili italiane. Entro il 2026 partiranno progetti per oltre 500 MW, che si aggiungono ai 250 MW già in costruzione. Un’accelerazione che vale più di 600 milioni di euro e che consolida il gruppo tra i principali vincitori delle aste Fer-X, il nuovo strumento pubblico che sta ridefinendo l’assegnazione di capacità green in Italia. «Il successo alle aste Fer-X dimostra la nostra capacità di essere competitivi sul mercato sotto il profilo industriale e tecnologico», afferma l’amministratore delegato Nicola Monti, che da mesi guida una crescita decisa sul fronte della transizione energetica.

NICOLA MONTI - CEO EDISON

I nuovi progetti prevedono oltre 300 MW di eolico, tra cui ricostruzioni integrali di impianti dotati di aerogeneratori di ultima generazione, e circa 200 MW di fotovoltaico. Le aree interessate sono soprattutto Piemonte, Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia, regioni strategiche sia per ventosità e irraggiamento sia per la disponibilità di siti già idonei. L’avvio delle opere sarà sostenuto anche dall’accordo con la Banca Europea degli Investimenti, che ha concesso a Edison un finanziamento fino a 800 milioni di euro. Nel complesso, per realizzare gli interventi verranno impiegati 1.000 lavoratori e coinvolte 200 imprese fornitrici.

«L’ottimo risultato delle aste ci consente di accelerare il percorso di crescita nelle rinnovabili, con l’obiettivo di raddoppiare la capacità green installata nei prossimi anni e di contribuire in modo concreto al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese», aggiunge Monti, segnando la direzione di marcia del gruppo per il prossimo quinquennio.

Ma la transizione non può reggersi solo sulla produzione. Edison sottolinea l’urgenza di infrastrutture capaci di rendere stabile la rete in un sistema sempre più dominato da fonti intermittenti. Per questo il gruppo indica nel pompaggio idroelettrico la chiave dell’accumulo energetico del futuro: una tecnologia affidabile, duratura e interamente realizzabile con una filiera italiana. Al termine di un programma di studio, Edison ha individuato cinque progetti tra Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia, con l’obiettivo di arrivare a 500 MW di capacità aggiuntiva nei prossimi anni. Proposte che hanno già ottenuto un riconoscimento cruciale: lunedì scorso l’Unione Europea le ha classificate come infrastrutture di interesse comunitario.

Il gruppo accelera anche sul piano organico. «Nei primi dieci mesi del 2025 abbiamo incrementato gli investimenti del 38% rispetto allo stesso periodo del 2024 e chiuso nei tempi nuove installazioni green per circa 200 MW, confermando i nostri obiettivi di crescita», evidenzia Marco Stangalino, executive vice president power asset di Edison.

MARCO STANGALINO - EDISON

Mentre i progetti avanzano e il portafoglio si espande, il messaggio è chiaro: Edison vuole essere tra gli attori principali della corsa italiana alla decarbonizzazione, investendo su tecnologie stabili, capacità produttiva e infrastrutture strategiche. Un mosaico che, tra cantieri, finanziamenti europei e nuove centrali di pompaggio, potrebbe cambiare in modo profondo l’architettura energetica del Paese. 

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