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Commercio in difficoltà: il confronto Confcommercio–Epat apre un varco inatteso

I presidenti Coppa e Nasi guidano un confronto serrato con istituzioni e operatori

Commercio in difficoltà

Commercio in difficoltà: il confronto Confcommercio–Epat apre un varco inatteso

Il settore commerciale torinese arriva alla fine del 2025 con numeri altalenanti, chiusure che pesano e un territorio che cerca nuovi equilibri. È da questa fotografia concreta che è partito l’incontro voluto da Confcommercio Ascom Torino e Provincia insieme a Epat, un appuntamento pensato per raccogliere operatori, associazioni e istituzioni e misurare lo stato del comparto senza giri di parole. Una festa nelle forme, ma costruita per analizzare un anno complicato e capire cosa attende negozianti, ristoratori e imprese nei prossimi mesi.

A guidare il confronto sono stati Maria Luisa Coppa e Vincenzo Nasi, che hanno convocato una platea ampia per affrontare criticità già note e segnali nuovi emersi nel corso dell’anno. La partecipazione della Città Metropolitana di Torino, rappresentata dal vicesindaco Jacopo Suppo, ha aggiunto un elemento decisivo: la conferma che il commercio locale resta un nodo centrale per l’economia dell’area metropolitana, con ricadute dirette su lavoro, mobilità, turismo e vivibilità urbana.

Nel corso della serata si è ragionato sulla pressione che pesa sui pubblici esercizi, sul rallentamento dei consumi, sull’incertezza che accompagna molte attività storiche e sulla necessità di interventi strutturali che aiutino non solo le eccellenze, ma soprattutto le realtà di prossimità. Gli operatori hanno riportato difficoltà quotidiane, costi in crescita e un mercato sempre più variabile, fattori che rendono complesso mantenere stabilità e continuità. Il confronto non ha cercato scenari rassicuranti: ha restituito uno stato dell’arte concreto, a tratti duro, ma indispensabile per costruire un percorso comune.

Allo stesso tempo, è emersa l’esigenza di strumenti più efficaci per sostenere il settore. Il tema della digitalizzazione, le trasformazioni delle abitudini di acquisto, il rapporto tra piccoli esercizi e grandi catene, la concorrenza del commercio online e il ruolo dei centri urbani sono stati affrontati con attenzione, mettendo in evidenza come il sistema torinese abbia bisogno di interventi rapidi e coordinati, non di misure episodiche.

A portare uno sguardo diverso, più operativo e orientato al futuro, sono stati gli studenti e le studentesse dell’IIS Norberto Bobbio di Carignano, presenti in sala con un ruolo attivo. La loro partecipazione ha dato un segnale chiaro: il commercio resta un settore capace di generare professionalità e prospettive, soprattutto quando formazione e imprese dialogano. La loro preparazione, la gestione del servizio e la capacità di muoversi in un contesto professionale hanno attirato l’attenzione di molti presenti, diventando uno dei simboli più concreti dell’incontro.

Nonostante l’atmosfera conviviale, la serata non ha edulcorato la complessità dell’attuale situazione economica. Ha piuttosto raccolto voci, analisi e richieste, offrendo una panoramica completa di un settore che resta essenziale e che continua a essere uno dei motori del territorio. Confcommercio ed Epat hanno scelto di chiudere l’anno con un momento di confronto che ha unito analisi, relazioni e prospettive, lasciando emergere una consapevolezza condivisa: il 2026 sarà un anno cruciale, e serviranno strategie chiare, coordinate e sostenute dalle istituzioni.

La serata ha mostrato un commercio che non si limita a resistere, ma che prova a leggere le trasformazioni in corso e a costruire una risposta collettiva. In questo contesto, la presenza di associazioni, istituzioni e giovani non è stata ornamentale: è stata il segnale che, nonostante le difficoltà, il settore ha ancora spazio per ripensarsi e riorganizzarsi.

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