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01 Dicembre 2025 - 20:14
Viabilità, la svolta di Caluso: la nuova SS26 ridisegna percorsi e priorità della mobilità canavesana
L’inaugurazione del nuovo collegamento tra la ex SS26 e la variante SS26, alle porte di Caluso, arriva come l’ennesimo tassello di un puzzle infrastrutturale che per anni è rimasto incompleto. Martedì 2 dicembre segna infatti non solo l’apertura ufficiale della nuova viabilità realizzata da RFI, ma anche la sua acquisizione formale da parte della Città metropolitana di Torino. Un passaggio istituzionale che sancisce l’ingresso del nuovo tratto nel sistema viario provinciale e che, al tempo stesso, introduce un cambio di prospettiva per chi vive e attraversa quotidianamente quest’area del Canavese.
Il contesto in cui nasce quest’opera è tutt’altro che marginale. Per Caluso, la riorganizzazione della viabilità rappresenta un intervento che si aspettava da anni, legato alla più ampia trasformazione della linea ferroviaria Chivasso–Ivrea–Aosta. La chiusura dei passaggi a livello è stata prevista come parte integrante del progetto di modernizzazione ferroviaria, e proprio da questa esigenza è scaturito il ridisegno dei collegamenti stradali. L’obiettivo dichiarato è offrire un sistema più sicuro, più fluido, meno esposto ai continui rallentamenti che da tempo condizionavano una parte significativa dei flussi in entrata e in uscita dal paese.
A sottolineare l’importanza dell’intervento è il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, che parla di un'operazione strutturale destinata ad avere effetti concreti sulla quotidianità dei residenti, in particolare nella frazione Aré, dove si intersecano la SS26 e la SP595. «Si tratta di un vero e proprio riassetto viario per Caluso che fa seguito all'impegno di RFI per la chiusura dei passaggi a livello nell’ambito della realizzazione della nuova circonvallazione progettata contestualmente al rinnovamento della tratta ferroviaria Chivasso-Ivrea-Aosta e in particolare per la frazione Aré, dove si incontrano la Ss26 e la Sp 595.» Una dichiarazione che evidenzia come il nuovo tratto non sia un semplice prolungamento stradale, ma un elemento funzionale all’intero impianto territoriale.
Il collegamento ora acquisito dalla Città metropolitana avrà il compito di reggere i nuovi equilibri del traffico, incanalando i flussi che fino a ieri erano costretti a passare sui vecchi attraversamenti ferroviari. La scomparsa dei passaggi a livello modifica abitudini radicate da decenni e costringe a ripensare il modo in cui ci si muove tra Caluso, Aré e i comuni limitrofi. Per la viabilità locale è un cambiamento profondo, una transizione che non riguarda solo l’asfalto, ma il rapporto stesso tra infrastrutture, sicurezza e modernizzazione.
RFI, da parte sua, porta a compimento uno dei passaggi più visibili del piano di rinnovamento della tratta Chivasso-Ivrea-Aosta, un progetto che si trascina da anni e che oggi inizia a restituire ricadute tangibili sul territorio. Al tempo stesso, la consegna del nuovo segmento alla Città metropolitana introduce un doppio livello di responsabilità: da un lato la gestione e la manutenzione della strada, dall’altro la necessità di integrarla in un quadro viario che, negli ultimi anni, ha accumulato bisogni e ritardi.
La partita della mobilità nel Canavese rimane complessa. La nuova variante della SS26 può alleggerire i flussi, ma da sola non risolve le criticità storiche dell’area. Tuttavia, rappresenta un intervento che dà un segnale diverso: una collaborazione concreta tra enti, un’opera pronta all’uso e non confinata a un annuncio. Il punto ora sarà capire quanto e come questo nuovo tratto riuscirà a ridistribuire i carichi di traffico e ad alleggerire i nodi rimasti irrisolti.
La giornata del 2 dicembre resta dunque un passaggio formale, ma non per questo secondario. La consegna della strada non è un atto burocratico: è un cambio di assetto. Un piccolo ma significativo passo in avanti verso una viabilità più funzionale, più ordinata, più coerente con le esigenze di un territorio che cresce, si sposta, cambia.
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