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Torino, il Centro di formazione OIL genera 62 milioni di impatto economico: “Un pilastro per la città e per il dialogo internazionale”

Dal valore economico al ruolo strategico, i numeri 2024 e il ricordo della visita di Mattarella che ha rilanciato la missione del Campus Onu a maggio scorso

Torino, il Centro di formazione OIL genera 62 milioni di impatto economico: “Un pilastro per la città e per il dialogo internazionale”

Torino, il Centro di formazione OIL genera 62 milioni di impatto economico: “Un pilastro per la città e per il dialogo internazionale” (foto: Perrin e Mattarella)

Sessantadue milioni di euro. È questo il valore dell’impatto economico prodotto nel 2024 dal Centro internazionale di formazione dell’OIL, l’agenzia Onu del lavoro con sede a Torino dal 1964. Un dato che non è solo contabile, ma racconta una presenza capace di generare occupazione, economia, relazioni internazionali e prestigio culturale. Il Centro – una realtà unica nel panorama mondiale della formazione dedicata a politiche del lavoro, diritti e giustizia sociale – continua così a confermarsi come uno dei motori più solidi dell’economia locale e dell’identità internazionale della città.

I numeri elaborati da Spinlab, spin-off dell’Università di Torino, nel Rapporto presentato al Circolo dei Lettori, fotografano un impatto complessivo pari a 62,2 milioni di euro sul territorio nazionale, con una ricaduta particolarmente concentrata a Torino: 49,1 milioni, cui si aggiungono 1,9 milioni sul resto del Piemonte. Un beneficio che si articola in settori chiave come turismo e ospitalità (19,3 milioni), eventi e cultura (17,7 milioni), edilizia e infrastrutture (6,2 milioni). Un indotto che continua a crescere, alimentato da un sistema di relazioni che porta in città ogni anno studenti, delegati, docenti, funzionari internazionali e policy makers da tutto il mondo.

Con 176 dipendenti provenienti da 39 Paesi, il Centro è una realtà cosmopolita integrata nel tessuto cittadino. Affitti, consumi quotidiani, servizi educativi, trasporti: solo la spesa del personale ha generato nel 2024 quasi 19 milioni di euro di attività economica aggiuntiva. Ma l’impatto si misura anche in termini di persone formate: oltre 100.000 partecipanti all’anno ai programmi di apprendimento, tra corsi in presenza e piattaforme online, segno di un’istituzione che influenza dinamiche globali sulle politiche del lavoro.

Un ruolo ben compreso dal direttore generale del Centro, Christophe Perrin, che ha ricordato quanto il Campus Onu sia diventato negli anni “una presenza sistemica, capace di contribuire in modo significativo alla visibilità internazionale di Torino e dell’Italia”. E una centralità ribadita anche dalle istituzioni. Il sindaco Stefano Lo Russo, intervenuto alla presentazione, ha parlato di “una realtà che dobbiamo proteggerci e continuare a far crescere”, sottolineando come la scelta di ospitare, sessant’anni fa, la struttura nel capoluogo piemontese fosse “una grande intuizione”. Per la Regione, l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano ha richiamato il valore politico dell’istituzione: “Il Centro è importante perché è un luogo di dialogo. E senza dialogo – ha osservato – non può esserci pace, né economia che funziona”.

Mattarella all'ITC ILO il 16 maggio 2025

Un concetto che trova un’eco autorevole nelle parole pronunciate il 16 maggio scorso da Sergio Mattarella, ospite d’eccezione per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’ITC ILO. Una visita che ha segnato un ritorno del più alto livello istituzionale italiano al Campus, con il Presidente della Repubblica diventato il settimo Capo dello Stato a varcarne la soglia. In quell’occasione Mattarella ha ricordato che «non può esservi pace duratura senza salari equi, senza protezione sociale, senza rispetto della libertà sindacale», riportando al centro la vocazione originaria dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro: costruire la pace attraverso la giustizia sociale.

Il Presidente aveva poi ampliato lo sguardo: «Le Nazioni Unite sono l’unica vera organizzazione universale, nata per preservare la pace e la convivenza pacifica fra Stati e popoli». A seguire, un lungo passaggio sul rapporto tra formazione, diritti e trasformazione tecnologica: l’intelligenza artificiale, osservò, deve essere considerata “un potente alleato per promuovere forme di lavoro più degne”, ricordando che “sarebbe illusorio ignorare la portata di questi cambiamenti”.

Il Centro di formazione OIL, nel frattempo, prosegue il suo cammino nel solco di quegli stessi valori: apprendimento, diritti, cooperazione internazionale. È un presidio che ha fatto di Torino una capitale del pensiero sul lavoro e sulla giustizia sociale, e che oggi, grazie anche all’ampiezza del suo impatto economico, si conferma come uno dei punti più solidi attorno a cui immaginare il futuro internazionale della città.

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