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12 Novembre 2025 - 17:13
Maurizio Perinetti e Franco Giorgio
In molti non ci hanno fatto caso, ma un piccolo momento di tensione si è verificato sabato 9 novembre durante una tappa del corteo Pro Palestina organizzato dal Comitato per la Palestina Libera. È successo in piazza Ottinetti, dove era presente un gazebo del Partito Democratico. Microfono in mano, l’attivista Franco Giorgio ha cominciato a parlare del caso del professor Angelo D’Orsi.
Giorgio ha espresso pubblicamente la propria critica a quello che ha definito “un episodio di censura politica e culturale”. Le sue parole hanno suscitato una reazione immediata tra i presenti e da un gruppo di manifestanti si è levato un coro di protesta indirizzato verso il gazebo del Pd con l’esclamazione “Vergognatevi!”.

La vicenda poi richiamata da Giorgio, in un suo editoriale pubblicato su www.giornalelavoce.it, è quella che nelle ore precedenti aveva animato il dibattito torinese e nazionale.
Dito puntato sul convegno contro la “Russofobia”, inizialmente previsto negli spazi del Polo del ’900, quindi annullato a seguito delle proteste di alcuni movimenti che lo avevano definito “filo-putiniano”. L’incontro – bene dirlo – si terrà comunque questa sera, mercoledì 12 novembre, alle 21, al circolo Arci La Poderosa, con la partecipazione – oltre a D’Orsi – del giornalista Vincenzo Lorusso, dell’ex deputato Alessandro Di Battista e dell’attore Moni Ovadia.
Per farla breve, Franco Giorgio ha definito la cancellazione dell’evento “l’ennesimo episodio di nuovo maccartismo in salsa liberal”, aggiungendo che “quando a censurare è un partito che si definisce di sinistra, il pluralismo democratico viene tradito doppiamente”. Giorgio ha poi criticato la posizione del Partito Democratico e, in particolare, dell’europarlamentare Pina Picierno, indicata come una delle figure che avrebbero sostenuto la richiesta di annullamento.

“Il professor D’Orsi è stato accusato preventivamente di fare propaganda e dunque silenziato, senza che il pubblico potesse ascoltare il suo discorso”, scrive Giorgio, ricordando che “la Costituzione antifascista del nostro Paese è incompatibile con simili atti di censura”. Nel suo intervento ha infine invitato il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore e il Pd cittadino a “prendere posizione” rispetto a quanto accaduto a Torino.
Dopo aver letto l’articolo, Maurizio Perinetti, presidente del Partito Democratico eporediese, presente sabato al banchetto di piazza Ottinetti, ha commentato con poche parole: «Pensavo scherzassero. Secondo me a Franco Giorgio interessa soltanto polemizzare con il Pd. Ogni occasione è buona. Ci vede come i suoi competitor...».
Perinetti ricorda alcune dichiarazioni del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, contenute in una nota diffusa dopo la decisione del Polo del ’900 di sospendere la conferenza. Il sindaco – spiega Perinetti – «ha precisato (come si legge in una nota dell'Agenzia Ansa) che il Comune non ha avuto alcun ruolo né nell’organizzazione dell’iniziativa né nella sua cancellazione», sottolineando che «non è il Comune a decidere quali relatori ospitare, né a stabilire di suo l’annullamento di eventi culturali organizzati dal Polo».
"Nel ribadire questa posizione - continua Perinetti - Lo Russo – e con lui il Partito Democratico – ha espresso «piena solidarietà al popolo ucraino nella sua condizione di nazione indipendente e sovrana», condannando «senza esitazioni l’aggressione militare russa» e definendo l’Ucraina «la frontiera delle libertà europee e dei valori che ci uniscono».
Insomma Perinetti non ha dubbi: «Si è trattato di una decisione del Polo del ’900, non del Comune. E la posizione del sindaco Lo Russo è chiara e coerente con la condanna della guerra e la difesa dei principi democratici».
Di rimando Franco Giorgio: "Tutto bene, tutto chiaro. Lo dica anche a Pina Picierno....!".
Intanto, il professor D’Orsi ha confermato la nuova sede del convegno e ha commentato con una frase destinata a far discutere: «La censura moltiplicherà il pubblico». A suo dire, l’evento avrebbe attirato non più di un centinaio di persone, ma l’eco delle polemiche ne ha moltiplicato l’attenzione. «Gramsci scriveva che i censori sono innanzi tutto stupidi, e questo caso lo conferma», ha detto.
Nell’attesa che il dibattito si sposti nelle sedi politiche e culturali più opportune, resta l’immagine di piazza Ottinetti: una piazza in cui il tema della libertà – di parola, di pensiero, di dissenso – ha trovato spazio accanto a quello, ancora più drammatico, della guerra in Medio Oriente. Due questioni diverse ma intrecciate, che a Ivrea hanno finito per incontrarsi nello stesso pomeriggio, tra un discorso, un coro e un gazebo di partito.
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