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02 Novembre 2025 - 21:37
Maldive, vietato fumare per sempre: chi è nato dopo il 2007 non potrà accendersi una sigaretta nemmeno in vacanza
Una ragazza di 18 anni legge un cartello appena affisso all’ingresso di un resort: “No tobacco for those born on or after 1 January 2007”. Attorno, l’aria profuma di mare e frangipani. È a Malé, ma potrebbe trovarsi su qualunque atollo delle Maldive. Da oggi, per lei, niente più fumo. Non per un mese o un anno: per sempre. Dal 1° novembre 2025 il Paese ha introdotto la misura più radicale mai vista nel mondo della salute pubblica, un divieto “generazionale” che impedisce a chi è nato dal 1 gennaio 2007 in poi di acquistare, utilizzare o vendere qualsiasi prodotto del tabacco. Il bando vale ovunque, anche per i turisti, e segna una svolta storica che molti osservatori internazionali definiscono destinata a fare scuola.
La norma, approvata dal Parlamento il 13 maggio 2025 e ratificata dal presidente Mohamed Muizzu, è parte della Seconda modifica al Tobacco Control Act. Per i nati dal 2007 il tabacco è semplicemente off limits, oggi e in futuro. I rivenditori sono obbligati a verificare l’età dei clienti, e l’obbligo si estende anche ai visitatori stranieri. Il pacchetto prevede inoltre il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni, lo stop al coinvolgimento di under 21 nella vendita di sigarette e lo smaltimento obbligatorio dei prodotti confiscati. L’obiettivo dichiarato dal Ministero della Salute è chiaro: proteggere la salute pubblica e promuovere una generazione libera dal tabacco, riducendo il peso delle malattie non trasmissibili. È una scelta in piena sintonia con la Convenzione quadro dell’OMS per il controllo del tabacco (FCTC) e con le raccomandazioni internazionali del programma MPOWER.

Ma la stretta non riguarda solo il fumo tradizionale. Già dal dicembre 2024 alle Maldive è vietato importare, vendere o usare sigarette elettroniche e dispositivi da vaping. Le multe sono salate: fino a 50 mila rufiyaa maldiviane (circa 3.000 euro) per chi importa, 20 mila per chi vende, 10 mila per l’uso personale. Le sanzioni aumentano se i prodotti sono destinati ai minori. Nel corso del 2025 la polizia maldiviana ha segnalato decine di sequestri e contravvenzioni. Si tratta di un divieto totale, valido per residenti e turisti, indipendentemente dall’età.
Il governo Muizzu ha affiancato al pugno duro anche una politica di incentivi. Sono allo studio premi economici per le isole che riusciranno a dichiararsi tobacco-free, con benefici diretti per i residenti. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha riconosciuto gli sforzi del Paese, conferendo al presidente un premio speciale in occasione del World No Tobacco Day 2025 e citando le Maldive come esempio di applicazione integrata delle politiche antifumo.
Le ragioni di questa scelta radicale si trovano nei numeri. Le stime più recenti attribuiscono al tabacco oltre il 12 per cento dei decessi nelle isole, con una prevalenza maschile molto elevata: nel 2022 i fumatori adulti erano il 26,6 per cento della popolazione, di cui il 43,6 per cento uomini e il 3,7 per cento donne. A livello globale, il tabacco causa più di otto milioni di morti ogni anno, e non esiste un livello “sicuro” di esposizione. Gli esperti ricordano che le misure più efficaci sono quelle che impediscono l’iniziazione: quattro fumatori su cinque cominciano prima dei vent’anni.
Per i turisti, le regole sono chiare. Chi è nato prima del 2007 può ancora fumare, rispettando i divieti locali e l’età minima legale di 21 anni. Chi è nato dopo quella data, invece, non può fumare nemmeno se porta con sé sigarette acquistate all’estero, perché la legge vieta non solo la vendita ma anche l’uso. Per tutti, residenti e visitatori, resta vietato introdurre nel Paese sigarette elettroniche o liquidi da svapo.
Le Maldive diventano così il primo Paese al mondo a rendere operativo un divieto permanente legato all’anno di nascita. Altri governi hanno tentato strade simili, ma con esiti diversi. Nel Regno Unito un disegno di legge che vieta la vendita di tabacco ai nati dal 2009 ha già superato passaggi parlamentari chiave, ma non entrerà in vigore prima del 2027. In Nuova Zelanda, invece, un pacchetto pionieristico approvato nel 2022 è stato abrogato nel marzo 2024 dal nuovo governo, che ha citato il rischio di mercato nero e altre priorità economiche. Le Maldive hanno scelto la direzione opposta: procedere fino all’attuazione.
Resta il nodo economico. Le isole vivono di turismo, che nel 2024 ha superato i due milioni di arrivi e rappresenta una parte fondamentale del PIL nazionale. Nel 2025 la crescita dei flussi non si è fermata: a maggio gli arrivi avevano già superato quota 900 mila. Perché allora una legge che potrebbe irritare una parte dei visitatori? La risposta del governo è semplice: la salute non si negozia. Il divieto riguarda una fascia d’età ancora giovanissima e non incide sul turismo di massa, ma rafforza l’immagine del Paese come destinazione wellness e sostenibile. I dati, finora, sembrano dargli ragione: le prenotazioni restano alte, le spiagge piene.
In fondo, la scommessa delle Maldive è questa: che il profumo del mare e dei frangipani basti a compensare l’assenza del fumo. E che una generazione intera cresca respirando un’aria più pulita, in un paradiso che ora è davvero senza fumo.
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