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Istituto Santissima Annunziata, cambio di gestione: arriva Coros Scuole. E ci sono i primi tagli di personale

La Diocesi di Ivrea si affida all’impresa sociale torinese. Subentra alla cooperativa La Risposta nella gestione delle materne, infanzia e medie. Via dopo 28 anni un’operatrice scolastica e la cuoca: l’era Coros comincia con le forbici in mano

Istituto Santissima Annunziata, cambio di gestione: arriva Coros Scuole. E ci sono i primi tagli di personale

A Rivarolo Canavese cala definitivamente il sipario su una telenovela lunga, difficile e controversa. Titolo: l’Istituto Santissima Annunziata cambia gestione.
Dopo mesi di voci di corridoio, mezze smentite e promesse di “continuità educativa”, la Diocesi di Ivrea ha deciso. A subentrare alla Cooperativa La Risposta sarà Coros Scuole Srl, una società torinese registrata come impresa sociale che prenderà in mano le sezioni di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. La comunicazione ufficiale è attesa nelle prossime ore, ma dentro le mura di via San Francesco d’Assisi la notizia ha già fatto il giro delle classi. E per molti, più che una “ripartenza”, somiglia a un trasloco d’emergenza.

La nuova gestione arriva dopo mesi di caos amministrativo, debiti, stipendi arretrati e una revoca della parità scolastica che ha tagliato i finanziamenti pubblici e fatto crollare la credibilità di un’istituzione che, per generazioni, era stata considerata un riferimento dell’educazione cattolica in Canavese.
L’Annunziata, quella che un tempo riempiva i corridoi di voci e zaini, si è ritrovata negli ultimi anni a sopravvivere tra carte bollate, verbali ministeriali e una Diocesi sempre più silenziosa, che a tratti pareva volersi liberare del problema più che risolverlo.

Ora a prendere in mano la situazione ci sarà Coros Scuole, una realtà che promette di “rilanciare la qualità educativa” e di “ricostruire la fiducia”. Parole che suonano bene nei comunicati, ma che nella pratica si scontrano subito con i primi fatti.
Perché, prima ancora di sistemare “conti” e programmi didattici, sono arrivate le forbici, com'era normale che fosse.

Coros

Due licenziamenti, simbolici ma dolorosi: un’operatrice scolastica con 28 anni di servizio e la cuoca storica dell’istituto. Due figure che hanno visto passare generazioni di studenti, che conoscevano ogni bambino per nome, che accompagnavano i più piccoli al primo giorno di scuola e tenevano insieme, a modo loro, il cuore di quella comunità.
Via, con un piccolo preavviso, senza una parola pubblica, senza riconoscimento.
Via loro, via anche un gruppo di insegnanti.
Un segnale che la “nuova era” è partita.

Ma chi sono quelli di Coros Scuole Srl?
La società, con sede in Corso Regina Margherita 304 a Torino, risulta attiva da pochi mesi. Si presenta come impresa sociale per la promozione della cultura, della formazione e dell’educazione, ma è una realtà ancora giovane, di cui poco o nulla si sa in termini di esperienza gestionale. L’oggetto sociale è ampio: gestione di scuole paritarie di ogni ordine e grado, asili nido, doposcuola, centri di formazione professionale, perfino corsi online.
Dietro la ragione sociale c’è un gruppo che si definisce “dinamico e innovativo”, desideroso di “modernizzare l’istruzione privata”, ma al momento non risultano altre scuole gestite direttamente in Piemonte o altrove.
Un debutto, dunque, che ha tutta l’aria di un salto nel vuoto, su uno dei fronti più complicati del panorama scolastico piemontese.

La Diocesi di Ivrea, che pure negli ultimi mesi aveva promesso una “soluzione rapida e condivisa”, oggi stenta a definire tutto questo un “nuovo inizio”.
Le famiglie non nascondono la loro inquietudine. Troppe domande restano senza risposta: quali insegnanti resteranno in servizio? chi garantirà la continuità didattica? come si potrà riconquistare la parità scolastica, revocata dal Ministero dopo l’ispezione del gennaio 2025?
E poi c’è il problema materiale, quello che nessuno cita nei comunicati: l’edificio.
Il plesso storico dell’Annunziata, vincolato e fragile, ha bisogno di interventi strutturali urgenti su impianti, pavimentazioni e servizi igienici, come confermato dai controlli dell’ASL. Chi pagherà quei lavori? La Diocesi? Il nuovo gestore? Oppure si farà finta di nulla finché le porte resteranno aperte?

Nel frattempo, La Risposta se ne va portandosi appresso un’eredità pesante: circa 200 mila euro di debiti, assicurazioni scadute, docenti senza abilitazione e una relazione ministeriale che resterà negli archivi come un monumento al disastro.
Il documento, che abbiamo già raccontato più e più volte, fotografa un istituto allo sbando: fascicoli incompleti, contratti irregolari, assenza di coordinatore didattico per un intero anno.
“L’Istituto ha operato senza un coordinatore didattico nell’anno scolastico 2023/24”, scrivono gli ispettori. “Diversi docenti risultano privi dei titoli previsti dalle norme vigenti.”

Si poteva fare di più? Si poteva fare prima? Sì! Eppure, nonostante tutto, all’Annunziata facevano finta di nulla e mentre le classi si svuotavano e i conti affondavano, si continuava a parlare di “transizione”, di “progetto educativo condiviso”, di “nuova governance”, di giornali che stavano raccontando "balle".

La realtà, si sa, è più dura delle parole.
Una scuola non si salva con gli slogan, né con un cambio di intestazione.
Servono insegnanti competenti, conti in ordine e – soprattutto – una comunità che crede ancora nel valore dell’educazione.

L’ultima volta che ne avevamo scritto, il 14 ottobre, dicevamo che all’Annunziata serviva un miracolo.
Forse qualcuno lo chiama così anche adesso.

Forse per convenienza, forse per paura di ammettere che il miracolo per il momento ancora non c’è stato.

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