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Sembra mare, ma è solo nebbia: il Piemonte sommerso dallo smog

L’inversione termica blocca il ricambio dell’aria e intrappola le polveri sottili, con valori critici già all’alba

Piemonte sommerso

Piemonte sommerso dalla nebbia, tra aria irrespirabile e cieli sbarrati

Un mare di nubi basse, grigio e denso, sta avvolgendo il Piemonte da giorni. Sembra un fenomeno suggestivo, quasi poetico, ma dietro la bellezza delle immagini catturate dai monti di Corio, nel Torinese, si nasconde una delle situazioni più preoccupanti dell’autunno padano: l’inversione termica. Questo meccanismo atmosferico, che in condizioni normali si limita a generare nebbie mattutine, negli ultimi anni è diventato un nemico silenzioso, responsabile dell’aumento vertiginoso delle polveri sottili (PM10 e PM2.5) nelle zone di pianura e collina. L’aria fredda resta imprigionata negli strati più bassi dell’atmosfera, mentre quella calda in quota impedisce qualsiasi rimescolamento: il risultato è un coperchio invisibile che soffoca le città, impedendo la dispersione degli inquinanti prodotti dal traffico, dal riscaldamento domestico e dalle attività industriali.

Nel primo mattino di oggi, alle 07:45, a Nole (360 metri di altitudine) i sensori segnalavano 55 µg/m³ di PM10, un valore già oltre la soglia limite giornaliera di 50 µg/m³ fissata dall’Unione Europea. Peggio ancora ad Alessandria, dove i livelli hanno toccato i 70 µg/m³. Si tratta di dati che confermano una tendenza ormai consolidata: nei periodi di alta pressione e scarsa ventilazione, l’intera Pianura Padana diventa una trappola per l’aria inquinata.

Le immagini dalle valli prealpine mostrano in modo netto il contrasto tra l’aria limpida delle quote superiori e il manto lattiginoso che inghiotte la pianura. Uno scenario che i meteorologi definiscono tipico di questa stagione, ma che negli ultimi anni ha assunto proporzioni più gravi per effetto della crisi climatica. La riduzione del vento, le giornate sempre più stabili e la persistenza di anticicloni di lunga durata favoriscono la stagnazione delle masse d’aria.

Gli esperti di Arpa Piemonte ricordano che in queste condizioni i valori di inquinamento tendono ad accumularsi giorno dopo giorno, fino a raggiungere livelli di allerta. L’agenzia, come accade ormai ogni autunno, è pronta a comunicare eventuali limitazioni al traffico e ai riscaldamenti più inquinanti nei centri urbani di Torino, Novara e Alessandria, dove i superamenti dei limiti si ripetono con regolarità.

Ma il fenomeno non riguarda solo le città. Le centraline delle zone pedemontane, da Cirié a Rivara, mostrano concentrazioni anomale, segno che il cuscino di smog si è esteso anche verso le aree collinari. Le nebbie, in questo contesto, agiscono come amplificatore: le microgocce d’acqua catturano le particelle inquinanti, rendendo l’aria più densa e opaca.

Nei prossimi giorni la situazione non dovrebbe cambiare. I modelli previsionali indicano il persistere dell’alta pressione, con un nuovo peggioramento della qualità dell’aria e una visibilità ridotta fino al pomeriggio. Solo un cambio di massa d’aria o il passaggio di una perturbazione potrà ripulire i bassi strati, ma al momento non si intravedono segnali in questa direzione.

La nebbia, dunque, resta il simbolo di un autunno piemontese sempre più immobile, in cui la bellezza dei paesaggi si mescola al disagio di chi respira. Un equilibrio fragile che ogni anno si ripete, con costi ambientali e sanitari ormai evidenti ma difficili da arginare.

(Foto Andrea Vuolo)

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