AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
01 Ottobre 2025 - 17:56
Manolo Maugeri, Francesco D'Ambrosio e Elena Piastra
Il Documento Unico di Programmazione dell’Amministrazione guidata dalla sindaca visionaria Elena Piastra? Una passerella di buone intenzioni, tanta retorica e pochissima concretezza. Almeno, questo è il giudizio senza sconti che è arrivato in Consiglio comunale da Manolo Maugeri (Lega) e Francesco D’Ambrosio (Fratelli d’Italia). Due voci diverse che, in una sera, hanno trovato un denominatore comune: prendere il DUP a randellate, con il sorriso sarcastico di chi non ne può più di sentirsi raccontare la favola della “Settimo del futuro”.
Maugeri ha cominciato dal capitolo più gettonato di ogni documento amministrativo: la sicurezza. Ormai è un evergreen, come “Last Christmas” a dicembre.
“Anche quest’anno – ha commentato – ci troviamo davanti allo stesso elenco di obiettivi. Si parla di presidio del territorio, di videosorveglianza, della nuova sede della Polizia locale. Ma se andiamo a guardare bene, rimane tutto sulla carta. L’incremento dell’organico e i vigili di quartiere vengono evocati ogni volta, ma non si concretizzano mai per mancanza di risorse. È utile, lo riconosciamo tutti, ma non lo si realizza. I cittadini non chiedono di percepire sicurezza, chiedono di viverla davvero. Ma i residenti di via Petrarca, via Verdi e via Monviso continuano a sentirsi abbandonati.”
In pratica: la Giunta promette la luna, ma a Settimo non si vedono neppure le stelle.
Poi il leghista ha puntato il dito contro la cultura. Una parola magica domina il DUP: “consolidamento”.
Consolidare cosa, però? Il nulla cosmico?
“Questo significa che non ci sono nuove visioni – ha detto – ci si limita a mantenere in piedi ciò che già c’è. Ma una città che vive solo di rendita è una città che si spegne. Riconosciamo il successo del Museo della Chimica, ma è saturo. Se il bando per l’ampliamento non andrà a buon fine, quale sarà l’alternativa? Non possiamo basarci solo sulla fortuna dei bandi. La cultura deve essere un motore di crescita, non un club esclusivo per pochi. Perché oggi la cultura rischia di essere proprio questo: autoreferenziale e chiusa in certi spazi.”
Tradotto: cultura sì, ma solo per gli amici della biblioteca Archimede. Tutti gli altri, i quartieri periferici, le famiglie che non sanno nemmeno dov’è la Suoneria? Possono restare spettatori non paganti.
E siccome a Settimo la parola “partecipazione” viene sbandierata come una reliquia, Maugeri ha rimesso i piedi per terra.
“I patti di collaborazione sono stati un passo avanti, ma quanti settimesi sanno che esistono? Alla fine partecipano sempre i soliti noti. Noi avevamo proposto la Consulta giovanile, ma la maggioranza l’ha bocciata. E allora come pensate di coinvolgere i ragazzi? La partecipazione non è un questionario con le crocette: è dare voce a chi non ce l’ha, alle famiglie escluse dalle reti di potere.”
E via di seguito, con gli impianti sportivi in totale abbandono. “Siamo tutti d’accordo sul recupero dell’ex Rimbalzopoli, ma non possiamo nascondere le criticità. Molti impianti sono in condizioni pessime, con palestre e spazi all’aperto abbandonati e senza luci. Altro che luoghi di partecipazione: sono simboli di abbandono.”
Poi il capitolo ambiente, che sulla carta fa di Settimo un’oasi modello, ma nella realtà sono foto di erba alta e alberi secchi tutto l'anno, marciapiedi e strade scassate, impianti dell'illuminazione vetusti.
“Il DUP riprende tematiche già inserite in passato: forestazione, piani del verde. Obiettivi condivisibili, certo, ma come li traduciamo nella vita quotidiana?”
Nemmeno gli animali sono sfuggiti all’elenco delle promesse.
“Abbiamo fatto passi avanti: colonie feline monitorate, aree cani aumentate. Ma serve continuità. Oggi molte aree cani non sono curate, mancano fontanelle e zone d’ombra. Vogliamo davvero una Settimo pet friendly? Allora costruiamo una cultura del rispetto e realizziamo progetti concreti.”
Il colpo finale, per Maugeri, è arrivato sul commercio.
“Settimo ospita oltre 3.200 imprese, ma il tessuto commerciale sta soffrendo. L’Amministrazione parla di rivitalizzare con incentivi fiscali, bene, ma bisogna fare di più. Noi avevamo proposto la sosta gentile, che è stata bocciata. Intanto Outlet e To Dream si ampliano e il piccolo commercio muore. Servono azioni concrete e subito percepibili, non promesse indefinite.”
In sostanza: la Giunta sogna “smart vetrine”, i negozianti contano i giorni che mancano alla chiusura definitiva.
Se Maugeri ha usato il bisturi, D’Ambrosio ha tirato fuori la mazza ferrata.
“Rispetto all’anno scorso – ha detto – trovo il DUP meno tecnico e più ideologico. Leggendolo sembra un catalogo delle buone intenzioni. Si parla di governance, di co-progettazione, di indicatori. Ma la realtà è un’altra: i giovani non hanno spazi, non hanno luoghi, non hanno trasporti notturni per andare a Torino, non hanno locali della notte. Si parla di multifunzionalità, ma la verità è che non c’è nulla di concreto.”
A ricordare che la politica settimese vive su Marte ci ha pensato ancora lui.
“Ho 29 anni, ma guardandomi attorno non vedo nessuno della mia età. Questo dovrebbe dirci qualcosa. I giovani non partecipano perché non sentono di appartenere a questa istituzione. Servono azioni concrete, non osservatori e focus group. Se continuiamo a raccontarcela con parole altisonanti, il problema rimarrà.”
Poi l’affondo sull’ambiente, che nella narrativa del DUP diventa un manifesto da mostrare ai convegni.
“Sul DUP leggo sigle, SDGS, Civitas, Mab UNESCO. Tutto molto bello da comunicare, ma la realtà è che andando in giro per Settimo si vedono rifiuti ad ogni angolo. Aiuole e rotatorie piene di erbacce, parchi pubblici degradati. Eppure sulla carta siamo la città modello. Io ricordo che c'è stato un tempo in cui si promettevano riduzione Tari per i cittadini virtuosi. Oggi siamo all’80% di differenziata e non c’è alcun ritorno: le bollette restano alte e il sistema non funziona. È un obbligo virtuoso senza benefici. Voi vi prendete i meriti, i cittadini pagano.”
Il passaggio più velenoso? Quello sui diritti e le pari opportunità. “Il capitolo pari opportunità e diritti è l’emblema della vostra impostazione ideologica. Si parla di linguaggi inclusivi, di bilanci di genere, di percorsi educativi, ma non c’è una parola su fondi ai centri antiviolenza, su supporto psicologico, su formazione delle forze dell’ordine. La violenza va combattuta con strumenti concreti, non con laboratori. E mai una parola sulla violenza sugli uomini. Per voi la priorità è correggere il linguaggio: imparare a scrivere car tutt invece di cari tutti. Bene, complimenti: abbiamo trovato la vera priorità del Comune.”
E come se non bastasse, la chiusura sul commercio.
“Leggendo il DUP sembra che Settimo stia progettando l’ingresso nella Silicon Valley. Vetrine smart, delivery digitale, sportelli marketing… ma i negozi chiudono, i costi fissi sono insostenibili, la concorrenza delle grandi catene divora tutti. La sinistra ha scelto di trasformare la città in un grande supermercato. Non servono corsi per decorare le vetrine, serve concretezza. Questo DUP non contiene autocritica, non parla del rischio di desertificazione. Racconta una città che non esiste. È una sceneggiatura ben scritta, ma piena di bugie e contraddizioni.”
Il colpo di teatro finale è stato quasi sarcastico.
“Cari compagni, il vostro DUP oscilla tra contraddizioni e ideologia. Complimenti, ma i cittadini chiedono altro: sicurezza, lavoro, decoro. Voi invece vi preoccupate di cambiare le parole. A forza di cambiare le parole, i cittadini smetteranno di capirvi. In molti lo hanno già fatto, ma vi votano lo stesso. Scopriremo perché.”
Insomma abbasso il Dup. Ma vuoi mettere la soddisfazione di scrivere “car tutt” al posto di “cari tutti”?
A Settimo Torinese, il Consiglio comunale ha discusso il Documento Unico di Programmazione, che già dal nome sembra una cosa grossa: Documento (già fa serio), Unico (quindi non ce ne sono altri, come l’Unico della dichiarazione dei redditi, che è sempre una fregatura), Programmazione (parola che in Italia si coniuga bene solo con la Rai).
Il sindaco Piastra e la sua giunta lo hanno presentato come la Bibbia del futuro della città. Dentro c’è tutto: la sostenibilità, la lotta alla povertà, le bonifiche, la scuola, i trasporti, la cultura, gli asili, la decementificazione, la riforestazione e, non sia mai, la percezione della sicurezza. Manca solo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ma probabilmente perché rientra nel capitolo “eventi culturali”, nel nome di Piastra di Dario Netto e del Pd.
Poi però arrivano le opposizioni e comincia il divertimento. Manolo Maugeri, Lega, ha fatto notare che ogni anno il DUP dice le stesse cose sulla sicurezza: telecamere, presidi, vigili di quartiere. Puntualmente non arriva nulla, se non forse un cartello con scritto “siamo presenti”. Vigili evocati come l’araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove siano nessun lo sa.
Sul fronte della cultura, Maugeri ha trovato la parola chiave del DUP: “consolidamento”. Che non è proprio un grido di battaglia, ma più la descrizione di una dentiera ben fissata. Consolidare la cultura significa tenerla lì, ferma, immobile, imbalsamata. Un museo della Chimica saturo? Non importa, lo consolideremo fino a farlo esplodere.
Poi Maugeri ha parlato di partecipazione: sempre i soliti noti, le solite facce. È la democrazia di condominio: decide chi scende in assemblea, gli altri pagano le spese. La Consulta giovanile? Bocciata. Tanto i ragazzi non votano, e quando votano, sbagliano.
Infine il commercio: Maugeri ha detto che ci sono 3.200 imprese, ma soffrono. L’Amministrazione propone incentivi fiscali, che in Italia equivalgono a dire “ne riparliamo alla prossima legislatura”. Intanto i negozi chiudono e To Dream cresce. Del resto, si chiama “To Dream”: il piccolo commerciante sogna di resistere, l’outlet sogna di fagocitarlo.
Francesco D’Ambrosio, Fratelli d’Italia, 29 anni non è stato da meno. Lo sguardo è di chi si chiede: ma davvero devo vivere altri cinquant’anni di DUP? Ha definito il documento “meno tecnico e più ideologico”. Troppe sigle: SDGS, Mab UNESCO, Civitas. Roba che se la leggi tutta insieme, ti viene un ictus lessicale.
D’Ambrosio ha detto che i giovani non hanno spazi, non hanno locali, non hanno trasporti notturni. Però hanno la percezione, che è gratis. Quando lui era ragazzo, dice, si stava in piazza a disturbare. Ora i giovani non disturbano più, che è già un problema, e quando disturbano vengono filmati dalla videosorveglianza, che non c’è.
E infine il commercio. Per la giunta, Settimo è pronta per la Silicon Valley: vetrine smart, delivery digitale, sportelli marketing. Peccato che i negozi chiudano.
Insomma, a Settimo c’è un documento che racconta una città perfetta. Pulita, verde, sicura, inclusiva, scintillante. Peccato che sia un documento. Per il resto, basta uscire di casa.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.