AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
09 Settembre 2025 - 16:49
Piemonte sfida la legge sulle distanze cimiteriali: proposta al Parlamento per superare il vincolo dei 200 metri
Dal Piemonte parte un’iniziativa legislativa che potrebbe cambiare la gestione urbanistica di centinaia di piccoli centri in tutta Italia. Il Consiglio regionale ha approvato una proposta di legge da trasmettere al Parlamento per modificare l’articolo 338 del Testo unico delle leggi sanitarie, che disciplina le distanze minime tra i cimiteri e le abitazioni.
La normativa statale oggi prevede una distanza obbligatoria di 200 metri, con possibilità di deroghe molto limitate. Una regola fissata decenni fa, quando le condizioni igienico-sanitarie e le tecniche di sepoltura erano profondamente diverse dalle attuali. Oggi, spiegano da Torino, quella soglia si rivela spesso incompatibile con la realtà dei piccoli Comuni, in particolare quelli montani, dove i cimiteri si trovano a ridosso dei centri abitati e finiscono per bloccare qualunque sviluppo edilizio o intervento di valorizzazione del territorio.
La proposta piemontese introduce un criterio di maggiore flessibilità: sarà possibile costruire entro i 200 metri dal perimetro cimiteriale, ma mai sotto i 50 metri, previa deliberazione del Consiglio comunale e parere favorevole dell’ASL competente. Un equilibrio che, nelle intenzioni, tiene conto delle mutate condizioni igienico-sanitarie e delle nuove tecniche utilizzate nel settore funerario.
“Questa iniziativa nasce dall’ascolto delle difficoltà di tanti sindaci e cittadini, in particolare nei piccoli Comuni montani, dove la presenza dei cimiteri a ridosso dei centri abitati impediva spesso lo sviluppo edilizio e la valorizzazione del territorio – ha dichiarato l’assessore regionale all’Urbanistica Marco Gallo –. Con la proposta al Parlamento vogliamo dare risposte concrete e aggiornare una norma ormai superata, garantendo al tempo stesso la sicurezza e il rispetto delle regole sanitarie”.
La Regione Piemonte si fa così portavoce di un’esigenza largamente diffusa: la rigidità della normativa ha generato negli anni incertezze amministrative, rallentamenti negli iter autorizzativi e impossibilità di rispondere a bisogni concreti delle comunità. Dall’edilizia residenziale agli interventi su strutture pubbliche, il limite dei 200 metri è diventato in molti casi un ostacolo insormontabile.
L’approvazione della proposta di legge regionale è avvenuta con una convergenza trasversale: in Consiglio, la maggioranza e le opposizioni hanno condiviso la necessità di portare la questione a Roma. Un segnale politico che sottolinea come la materia non sia oggetto di scontro ideologico, ma di esigenza concreta di buon governo.
L’auspicio, condiviso sia dall’assessorato all’Urbanistica sia dall’intera assemblea regionale, è che il Parlamento accolga la proposta e traduca in legge nazionale un principio di buon senso, capace di dare strumenti ai Comuni per gestire con efficienza e flessibilità i loro territori, senza pregiudicare la tutela della salute pubblica.
Il testo sarà ora trasmesso alla Camera dei Deputati, con l’impegno dichiarato della Regione Piemonte a seguire l’iter parlamentare e a sostenere un aggiornamento normativo che molti amministratori locali attendono da tempo.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.