AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
06 Settembre 2025 - 18:46
Elly Schlein
Un semplice post su Instagram, corredato dalle foto di tutti i candidati in corsa alle prossime elezioni Regionali, con sopra la scritta a caratteri cubitali: «Il centrosinistra è unito per vincere mentre la destra litiga per le poltrone». È stato il Partito Democratico, perno della coalizione progressista, a rompere gli indugi e a ufficializzare la rosa dei nomi che sfideranno il centrodestra nella guida delle sei Regioni chiamate al voto in autunno. Una scelta mediatica forte, studiata per segnare il passo, che però non è stata accolta con particolare entusiasmo dal Movimento Cinque Stelle.
La ragione è presto detta: nella carrellata social compare anche il nome di Roberto Fico, storico esponente M5s, candidato per la Campania. Una presenza che, raccontano fonti pentastellate, è stata percepita come una sorta di “schiaffo” da parte dei Dem. Il Movimento, infatti, stava preparando in quelle stesse ore la presentazione ufficiale dell’ex presidente della Camera come erede di Vincenzo De Luca, in un evento organizzato a Napoli con la partecipazione di Giuseppe Conte. Lo sprint comunicativo del Nazareno, insomma, non è stato digerito ai piani alti di Campo Marzio, anche se la linea ufficiale resta quella di non alimentare polemiche. Conte, dal canto suo, ribadisce che sarà accanto a Fico nell’investitura campana e che considera l’ex presidente di Montecitorio un vero “valore aggiunto” per il Movimento.
Dietro le schermaglie di comunicazione resta la sostanza: il M5s rivendica di aver lavorato in profondità per garantire candidature di rinnovamento, ricordando il lavoro fatto in estate nelle Marche, in Toscana e in Puglia per consolidare il progetto e sostenere figure come Antonio Decaro. Il messaggio è chiaro: non conta solo apparire uniti, ma governare davvero i processi politici.
Visualizza questo post su Instagram
La partita entrerà nel vivo da fine settembre, con le Marche a fare da apripista. Ma se nel cosiddetto “campo largo” – dai confini elastici e mutevoli a seconda delle realtà locali, dove ad esempio Carlo Calenda appoggia Decaro in Puglia ma non Pasquale Tridico in Calabria – i nomi sono ormai ufficiali, nel centrodestra restano nodi irrisolti e divisioni profonde. Il caso più spinoso è quello del Veneto, bloccato da mesi in un braccio di ferro logorante: la Lega rivendica un proprio candidato per il dopo-Luca Zaia, mentre Fratelli d’Italia non intende mollare di un centimetro e insiste nel voler esprimere la candidatura.
È proprio su questo stallo che il centrosinistra sta cercando di affondare il colpo. «La destra si deve abituare a una coalizione progressista unita, che non farà il favore di dividersi e che ha già in pista i suoi candidati» – attacca la segretaria dem Elly Schlein, sottolineando: «In queste settimane mi ha colpito che non abbiamo litigato su nessuno dei nomi, mentre la maggioranza che governa il Paese continua a scontrarsi sulle candidature».
Un messaggio ripreso e amplificato dal vertice Pd. «Oggi sette regioni su sette al voto vedono il centrosinistra unito e con candidati già in campagna, mentre il centrodestra ne ha presentati solo quattro. Negli altri tre casi – Puglia, Veneto e Campania – non si sa ancora nulla. O non hanno candidati o sono divisi» rimarca il capogruppo al Senato Francesco Boccia. Dalla segreteria dem, Marta Bonafoni mette l’accento sullo slogan scelto, “Testardamente unitari”, che non sarebbe soltanto una formula da comunicato ma il metodo di lavoro voluto da Schlein per l’intera coalizione. Al contrario – osserva – la destra è intrappolata nelle sue contraddizioni e incapace di chiudere le partite.
In questo quadro, un riconoscimento arriva anche da Conte, che non nasconde la soddisfazione per l’accordo raggiunto in Puglia, ultimo tassello mancante prima di presentare il quadro completo. «Finalmente siamo riusciti a chiudere questa partita» sottolinea il leader del M5s. E aggiunge: «Ora non vediamo l’ora di sederci attorno a un tavolo per definire programmi e temi, e per mettere in campo una proposta capace di rilanciare tutte le regioni del Sud».
Il clima, quindi, resta teso ma con una convergenza di fondo: il centrosinistra si mostra, almeno per ora, compatto e determinato, mentre nel centrodestra i malumori rischiano di lasciare cicatrici profonde proprio alla vigilia di una sfida cruciale.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.