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31 Agosto 2025 - 15:47
QR Code truffaldini (foto di repertorio)
Negli ultimi mesi si sono moltiplicati in Italia i tentativi di frode legati ai QR Code, uno strumento diventato di uso quotidiano in bar, ristoranti, parcheggi e trasporti. La pratica ha un nome preciso: quishing, cioè l’impiego fraudolento dei codici per indirizzare l’utente verso siti falsi e sottrarre denaro o informazioni personali.
Due episodi recenti hanno acceso l’attenzione delle autorità. A Bari, su diversi parcometri sono comparsi adesivi con la scritta “paga online” e un QR Code contraffatto. La scansione portava a una pagina web che imitava quella ufficiale del servizio parcheggi, ma in realtà serviva a raccogliere credenziali bancarie. A Bologna lo schema è stato ancora più rudimentale: un foglio improvvisato, con il logo dell’azienda dei trasporti e frasi piene di errori, conteneva un codice fasullo che reindirizzava a un sito non autentico. In entrambi i casi, le società coinvolte – Amtab a Bari e Tper in Emilia-Romagna – hanno invitato i cittadini a non fidarsi e a segnalare episodi sospetti.
Il meccanismo ricorda da vicino il phishing: l’utente, convinto di essere su una piattaforma ufficiale, inserisce dati personali e bancari che finiscono nelle mani dei truffatori. Un dettaglio che ha tradito il falso QR Code pugliese è stato l’indirizzo web, terminante con un dominio “.es” invece che con quello istituzionale.
Gli esperti di sicurezza informatica ricordano alcune regole basilari per difendersi. Prima di tutto controllare sempre l’URL a cui si viene indirizzati, diffidare di testi pieni di refusi, utilizzare app ufficiali dei Comuni o delle aziende di trasporto, osservare con attenzione l’aspetto del QR Code (spesso adesivi mal incollati o fogli improvvisati sono campanelli d’allarme) e, quando possibile, digitare manualmente l’indirizzo del servizio.
Il quishing è una variante del phishing che sfrutta distrazione e fretta degli utenti. Nonostante l’apparente semplicità del metodo, può risultare efficace se non si presta attenzione. Per questo la Polizia Postale e gli enti locali rilanciano gli appelli alla prudenza: i QR Code restano uno strumento utile, ma vanno trattati con le stesse cautele con cui si controlla un link sospetto ricevuto via e-mail o SMS.
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