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Strage dei pulcini: Schillaci sotto accusa. Animal Equality scende in piazza per chiedere giustizia

Protesta davanti al Ministero della Salute: l'immobilismo politico sugli incubatoi di pulcini maschi sotto accusa

Strage dei pulcini

Strage dei pulcini: Schillaci sotto accusa. Animal Equality scende in piazza per chiedere giustizia

A Roma, davanti al Ministero della Salute, è andata in scena una protesta rumorosa e visiva. Attivisti di Animal Equality hanno srotolato cartelli con il volto del Ministro Orazio Schillaci e un giudizio secco: “bocciato”. Alle spalle, una realtà che urla vendetta: la legge contro l’uccisione dei pulcini maschi è stata approvata da due anni, ma non è ancora entrata in vigore. Il motivo? Mancano le linee guida operative, attese dal Ministero da oltre 15 mesi.

Nel mirino degli attivisti non c’è solo l’indifferenza verso milioni di animali condannati ogni anno alla morte subito dopo la nascita, ma anche un sistema istituzionale incapace di passare dai proclami ai fatti. "La legge è approvata, la strage va fermata!", hanno gridato in coro davanti all’edificio, tra cartelloni, megafoni e immagini crude tratte dagli allevamenti intensivi.

La denuncia è chiara: oltre 30 milioni di pulcini maschi rischiano ogni anno di essere triturati vivi o soffocati nei sacchi, perché non utili alla produzione di uova. Un processo brutale, comune in tutta Europa, che l’Italia aveva scelto di abbandonare con la legge 127 del 2022. Il testo stabiliva che, dal 31 dicembre 2026, gli incubatoi avrebbero dovuto dotarsi di tecnologie in grado di individuare il sesso dell’embrione prima della schiusa, evitando così la nascita dei pulcini maschi destinati a morte certa. Ma senza le linee guida necessarie per attuare questa norma, tutto è fermo.

Non è solo una questione di animali. È anche un fallimento politico. Secondo un sondaggio commissionato da Sky TG24 a YouTrend, il 48% degli italiani non sa nemmeno chi sia il Ministro della Salute, e tra chi lo conosce, il 34% esprime un giudizio negativo. Una bocciatura che, per Animal Equality, è figlia dell’inerzia istituzionale. Il governo Meloni ha accumulato oltre un anno di ritardo nell’adozione delle direttive necessarie, e il Ministero guidato da Schillaci non ha ancora preso posizione pubblica sullo stallo.

A rallentare l’applicazione della legge è anche un intreccio di competenze: oltre alla Salute, sono coinvolti anche il Ministero dell’Agricoltura di Francesco Lollobrigida e il Ministero del Made in Italy di Adolfo Urso. Ma nel frattempo nessuno firma, nessuno decide, e gli incubatoi continuano a operare secondo le vecchie pratiche. Intanto, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le linee guida solo nel giugno 2025, con oltre un anno di ritardo sulla scadenza di aprile 2024, fissata dalla legge.

La tecnologia per superare questo sistema esiste già: la determinazione del sesso embrionale si effettua con sistemi ottici e sensori non invasivi, già adottati in altri Paesi europei come Germania e Francia. La resistenza non è tecnica, ma industriale ed economica: l’adattamento degli incubatoi ha un costo, e le aziende chiedono più tempo e incentivi. Ma a pagare, ancora una volta, sono gli animali.

Il direttore esecutivo di Animal Equality Italia, Matteo Cupi, ha sintetizzato così la protesta: “È inaccettabile che il Ministro Schillaci non intervenga mentre decine di milioni di animali continuano a morire. La sua azione può porre fine a tutto questo, ma preferisce farsi da parte. Anche per questo gli italiani non lo conoscono e la maggior parte lo boccia”. Il messaggio è diretto: rompa il silenzio e agisca.

Ma il caso dei pulcini non è isolato. È simbolico di un atteggiamento dilatorio che spesso accompagna le norme in materia di benessere animale, troppo spesso pensate per rassicurare l’opinione pubblica ma non per essere applicate realmente. Nel frattempo, in incubatoi e allevamenti, le immagini di sofferenza continuano a ripetersi. Non più in clandestinità, ma con il tacito permesso dell’inerzia politica.

Animal Equality invita i cittadini a firmare la propria petizione online per chiedere al Governo di attuare immediatamente la legge. Perché, come recitavano i cartelli della manifestazione, la legge senza applicazione è solo propaganda. E perché la sensibilità verso il destino degli animali, oggi più che mai, è una cartina di tornasole della credibilità delle istituzioni.

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