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West Nile in Italia: boom di casi, allarme del Ministero della Salute

Il Ministero invita medici e cittadini a seguire il Piano nazionale di sorveglianza dell'Arbovirosi

West Nile in Italia: boom di casi,  allarme del Ministero della Salute

West Nile in Italia: boom di casi, allarme del Ministero della Salute

Monitoraggio dei casi, sensibilizzazione dei medici e informazione capillare. Il Ministero della Salute interviene con una circolare dopo il decesso di una donna di 82 anni in provincia di Roma a causa del virus West Nile. Nel Lazio risultano altri sei casi confermati di infezione. Dall'inizio del 2025, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono stati confermati 10 casi di West Nile nell’uomo, sette dei quali proprio nella provincia di Latina.

Nella città pontina si è tenuta una riunione operativa con il dirigente del Servizio Ambiente, i responsabili della Asl e la ditta incaricata per la disinfestazione. La malattia è trasmessa dalle zanzare Culex, la specie più comune. La Regione Lazio ha già attivato una cabina di regia e fatto scattare le misure di prevenzione.

La circolare del Ministero prevede che “sia rafforzata la sorveglianza clinica umana in particolare nei territori con circolazione virale documentata, e sensibilizzati i medici di famiglia, pediatri e specialisti per l'identificazione tempestiva dei sintomi sospetti”. Si sottolinea inoltre “la necessità di collaborazione medico-veterinaria, la promozione di attività di formazione per il personale sanitario e di seguire le indicazioni del Piano nazionale di sorveglianza dell’Arbovirosi”.

Grande attenzione viene data alla prevenzione e alla corretta informazione ai cittadini, che devono adottare comportamenti protettivi: uso di repellenti, abbigliamento adeguato, zanzariere, controllo dell’ambiente ed eliminazione dei possibili focolai larvali come sottovasi, contenitori d’acqua, fontane non trattate. Tutte le informazioni sono disponibili sui siti del Ministero della Salute, dell’ISS e attraverso il numero verde 1500.

“La situazione è sotto controllo e rimane importante adottare le misure previste dal Piano, così come informare adeguatamente i cittadini sulle misure per proteggersi dalle zanzare vettori del virus che, ricordo, non si trasmette da persona a persona per contatto con soggetti infetti”, ha dichiarato Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione del Ministero.

L’ISS precisa che i casi rilevati nel 2025 sono in linea con quelli del 2024, “quando al 25 luglio erano stati riportati 13 casi senza decessi. In totale, nel 2024 si sono registrati 20 decessi”. Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), tra il 2006 e il 2023 l’Italia ha registrato oltre 1.500 casi di dengue e più di 140 di chikungunya importati, con quasi 500 infezioni autoctone.

La SIMA evidenzia “un cambiamento profondo e silenzioso nella geografia delle malattie infettive”. Il Climate Change Report 2022 dell’IPCC segnala un aumento del 30% nel rischio globale di trasmissione di dengue, chikungunya, Zika e febbre gialla nell’ultimo decennio. In Europa, i casi autoctoni di dengue sono cresciuti del 600% dal 2010 al 2022, passando da 10 a oltre 70.

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