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18 Luglio 2025 - 12:39
Ponte Preti: 25 milioni in bilico, manca la lista del MIT
Mentre i ponti piemontesi invecchiano, scricchiolano e – in alcuni casi – si restringono a una sola corsia, il tempo passa e la certezza dei finanziamenti resta un miraggio. È il caso del nuovo Ponte Preti, infrastruttura strategica per il collegamento tra il Canavese occidentale e l’Eporediese, attesa da anni, invocata da tutti, ma ancora oggi priva di garanzie reali. La posta in gioco? Oltre 25 milioni di euro per la sola ricostruzione del ponte sulla statale 565 Pedemontana, inseriti nel cosiddetto decreto Ponti, ma di cui non c’è ancora traccia operativa.
A sollevare il caso sono due voci bipartisan: l’onorevole Daniela Ruffino di Azione-Italia Viva e il consigliere regionale Alberto Avetta del Partito Democratico. Entrambi, in sedi differenti – Parlamento e Consiglio regionale – hanno presentato interrogazioni per chiedere conto al governo dello stato dell’arte.
Il nodo è chiaro: anche se l’emendamento al Milleproroghe 2025 ha esteso il termine per l’aggiudicazione dei lavori al 31 dicembre 2025, manca ancora la lista ufficiale dei progetti approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). Senza questa graduatoria, tutto resta congelato.
E il tempo stringe.
Nel frattempo la Città Metropolitana di Torino, pur in assenza di fondi certi, ha già anticipato le risorse per completare la progettazione del Ponte Preti e degli altri ponti strategici in Piemonte: Castiglione, Borgo Revel, Crescentino-Verrua, Carignano, Inverso di Pinasca, Villafranca Piemonte.
Lo stesso Alberto Avetta, nella sua interrogazione del 16 maggio, ha richiamato il quadro complessivo: «Nel 2019 il Governo aveva stanziato oltre 135 milioni di euro per mettere in sicurezza 76 ponti nel bacino del Po, di cui 32 in Piemonte. La Città Metropolitana ha manifestato interesse a prorogare i termini per un investimento da oltre 61 milioni di euro. Di questi, 25,5 milioni riguardano il Ponte Preti. Ora vogliamo sapere se la Regione sta seguendo l’evolversi della situazione e qual è l’esito presso il MIT della manifestazione d’interesse».
Un silenzio ministeriale che preoccupa e, secondo Avetta, rischia di compromettere tutto: ««Sono molto preoccupato per il nuovo Ponte Preti. Anche grazie alla mobilitazione degli amministratori eporediesi si era riusciti a posticipare il termine, entro il quale aggiudicare gli interventi infrastrutturali finanziati dalla legge di Bilancio del 2018, al 31 dicembre del 2025. Tuttavia, ad oggi non c’è notizia della graduatoria ministeriale, il che mette in grande difficoltà la Città Metropolitana di Torino, che ha già anticipato parecchi fondi per concludere le progettazioni. Il 16 maggio scorso avevo depositato un’Interrogazione con la quale chiedevo alla Giunta regionale aggiornamenti sulla situazione e inparticolare sull’esito presso il MIT della manifestazione d’interesse trasmessa da Città Metropolitana di Torino. Ad oggi non ho ricevuto risposta alcuna. Occorre che la Regione Piemonte si attivi immediatamente presso il ministero: battaglie come quella per il Ponte Preti e le infrastrutture dei nostri territori devono vedere unite tutte le forze politiche insieme ai Sindaci».
Oltre al nuovo ponte Preti lungo la Statale 565 Pedemontana a Strambinello, per un importo dei lavori che ammonta a 25,5 milioni, gli altri interventi interessati sono il nuovo ponte di Castiglione, i lavori per la manutenzione straordinaria del ponte tra Crescentino e Verrua Savoia, del ponte di Borgo Revel sulla Dora Baltea, del ponte sul Po a Carignano del ponte di Inverso Pinasca e del ponte di Villafranca Piemonte.
Già lo scorso autunno, una quarantina di sindaci aveva inscenato una protesta sul vecchio Ponte Preti per attirare l’attenzione su un collegamento che rischia di spezzare in due il territorio: la chiusura del ponte significherebbe separare definitivamente il Canavese occidentale dalla zona di Ivrea. Una frattura infrastrutturale, economica e sociale.
L’opera è diventata simbolo di un territorio che cerca risposte, non pacche sulle spalle. La progettazione è pronta, la volontà politica c’è stata. Ma senza una firma, tutto resta appeso.
Eppure il tempo per intervenire si accorcia. Senza certezze entro l’autunno, sarà impossibile concludere le gare entro fine 2025, come richiesto dal decreto. Con buona pace delle buone intenzioni, dei comunicati trionfali e delle strette di mano bipartisan. Anche stavolta, rischiamo che la scadenza diventi una beffa. Perché, senza la lista del MIT, i fondi sono solo numeri su carta. E il Ponte Preti, ancora una volta, resta un punto sospeso.
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