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Una delle due pizze più buone al mondo è di un canavesano. Ecco dove mangiarla...

Medaglia d'argento, ma solo per un punto dall'oro, al titolare della pizzeria 011 di Settimo Torinese

Una delle tre pizze più buone al mondo è di un canavesano . Ecco dove mangiarla...

Solo un punto. Tanto (o poco) è bastato per tenere Francesco Bellocchio lontano dalla vetta dei Campionati Mondiali della Pizza 2025, andati in scena ad aprile a Parma. Ma per chi lo conosce, per chi ha assaggiato almeno una volta la sua “Pistacchiosa” o la “DIPA”, questo secondo posto vale quanto un trionfo. Anzi, è la conferma – ennesima, cristallina – che il 52enne di Montalenghe, pizzaiolo per vocazione e artigiano della farina per scelta, non è più soltanto un talento locale. È un riferimento mondiale nel panorama della pizza gourmet.

La sua creatura, chiamata con ironia partenopea “De Core e De Panza”, è un inno alla gola e alla bellezza della cucina di territorio: base rustica, costata di manzo irlandese dry aged, ricotta di mucca, guanciale di maialino nero di Calabria, silene vulgaris e asparago selvatico, mandorla salata di Valencia, ciliegino di Pachino, porcini e tartufo bianchetto. Un equilibrio delicatissimo, un esercizio di stile e gusto che ha convinto tutti, o quasi: 1156 punti, contro i 1157 della coppia Dzhaferov Dzheyhan e Stefan Enchev, che ha conquistato l’oro.

Bellocchio, insieme alla moglie Teresa Tortora, è titolare di due locali iconici del territorio piemontese: “Zero 11” a Settimo Torinese e “La Livella” a Torino. Due insegne diverse ma unite da un filo rosso ben visibile: la passione autentica per l’impasto, la ricerca minuziosa degli ingredienti, l’orgoglio di raccontare il Piemonte (e l’Italia) attraverso ogni singola pizza.

Chi entra allo Zero 11 di via della Repubblica 32, a Settimo, non sta semplicemente scegliendo una pizzeria. Sta entrando in una bottega contemporanea da 300 coperti, dove la parola d’ordine è “qualità”. Il “giro pizza” del weekend è solo la superficie di un’offerta costruita su undici impasti differenti, tutti realizzati con farine autoprodotte, maturazioni fino a 36 ore e tocchi di genialità che spaziano dalla canapa alla spirulina.

Ma Bellocchio non si ferma mai. Nel 2024 ha vinto il Peperoncino Rosso Award come “Best Pizza d’Italia”, grazie a un mix vincente di tradizione e innovazione, impasti alternativi e topping indimenticabili. Lo scorso luglio aveva già fatto il botto, sempre a Parma, conquistando il terzo posto mondiale (e il primo in Italia) con una pizza in collaborazione con uno chef di fama.

E adesso, ad aprile 2025, ecco la nuova medaglia: argento mondiale, con il sapore dolceamaro di un traguardo che sfugge per un soffio. “Ci ho messo il cuore, come sempre – racconta Bellocchio – questa pizza è nata per raccontare la nostra idea di gusto, la nostra storia. E il nostro futuro”.

Una storia che parte da lontano, da Balangero, dove Francesco ha mosso i primi passi tra forni e sacchi di farina, fino ad arrivare a Torino, dove La Livella accoglie chi ama la cucina tradizionale tanto quanto la pizza d’autore. E poi Settimo, dove il suo tatuaggio sul collo – “I ❤️ pizza”, con il tricolore al posto del cuore – è più che un simbolo: è una missione di vita.

Un’arte, quella della pizza, che nella famiglia Bellocchio è una faccenda condivisa: nel 2019, Teresa vinse la medaglia d’oro ai Campionati Italiani nella categoria “senza glutine”. Un lavoro di squadra, un laboratorio continuo, una visione che mescola identità, creatività e coraggio.

Francesco Bellocchio con la moglie Teresa e il premio appena vinto

Oggi, a Montalenghe e dintorni, ma anche a Torino, Settimo e sempre più spesso oltreconfine, il nome di Bellocchio è sinonimo di eccellenza. Eppure lui resta con i piedi per terra, come le sue pizze: solide, gustose, sincere. “Il mio obiettivo? Migliorarmi sempre. La pizza perfetta, quella vera, è sempre la prossima”, sorride.

E se il prossimo anno dovesse arrivare quell’unico punto mancante per salire sul gradino più alto del podio, sarebbe solo la naturale evoluzione di un percorso costruito giorno dopo giorno, impasto dopo impasto, premio dopo premio, pizza dopo pizza.

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