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Topi, buche e degrado? No, la sindaca pensa ai permessi di soggiorno!

Mentre i cittadini di Settimo Torinese schivano topi, buche e marciapiedi a pezzi, Elena Piastra punta in alto: non verso le strade dissestate, ma verso Roma, occupandosi di permessi di soggiorno. Peccato che nel frattempo scoppia un'inchiesta sui falsi documenti…

Elena Piastra

Elena Piastra

C’è chi parla dei topi, chi delle buche in strada, chi dei marciapiedi scassati, chi dell’erba alta, chi della sosta a pagamento, chi del degrado in generale, chi degli alberi sani tagliati con un colpo di motosega.

Ma lei no. Su tutto questo non dice beh. Con la testa ormai concentrata al suo futuro politico, a una candidatura alla presidenza della Regione Piemonte o da parlamentare, la sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra, che è anche vicepresidente di ALI (la Lega delle Autonomie Italiane, l’associazione “politica” presieduta dal sindaco di Roma), oggi, sul suo profilo Facebook si occupa dei permessi di soggiorno degli immigrati.

Da grande statista visionaria scrive: “33 anni fa veniva votata la legge sulla cittadinanza. Una legge che ha ancora molti spazi di revisione, ma, nel frattempo, le code e le condizioni inaccettabili per il rinnovo del permesso di soggiorno davanti agli uffici, in tutta Italia, continuano a essere purtroppo una realtà. Per questo motivo, molti comuni iscritti ad ALI (la Lega delle Autonomie Italiane) si sono messi a disposizione di Prefettura e Questura per iniziare a gestire l’iter della richiesta, dando priorità ai minori, dalla prenotazione alla gestione di parte delle pratiche (perché gran parte dei documenti richiesti sono già in possesso delle anagrafi dei Comuni di residenza).

La disponibilità dei Comuni non è da sola sufficiente: hanno bisogno di essere autorizzati a gestire le richieste. Occorre una collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti: Comuni, Questure, Prefetture, Regioni e a salire tutti i livelli istituzionali. La soluzione non è fuori portata, ma occorre gestire il problema rapidamente, perché non farlo, oltre a compromettere la dignità delle persone e delle famiglie coinvolte, rischia di alimentare le irregolarità.

Possiamo iniziare fin da subito, tutelando tutti i permessi di soggiorno dei minori e, per raggiungere questo obiettivo, è necessario sottoscrivere un protocollo con le Prefetture e le Questure. I comuni di ALI sono disponibili e pronti a iniziare…”.

Risolto il problema, quindi? In uno schema tutto “piastrese”, in cui l’importante non è fare ma “narrare”, che è un po’ la specialità della casa.

Peccato che questa geniale intuizione arrivi con un ritardo imbarazzante, giusto in contemporanea con un’inchiesta nazionale da brividi: la “Click Day”, condotta dalla Procura di Salerno e dalla Direzione Nazionale Antimafia, che ha portato all’arresto di 31 persone accusate di falsificare permessi di soggiorno per facilitare l’ingresso di 2.000 cittadini stranieri tra il 2021 e il 2022.

Un bel business tra documenti taroccati e funzionari corrotti. Ciliegina sulla torta? Tra gli arrestati spunta anche un nome politico, Nicola Salvati, ex tesoriere del Partito Democratico campano, coinvolto nel rilascio di permessi fasulli in cambio di denaro.

Insomma, mentre le autorità cercano di stringere le maglie per evitare il mercato nero dei permessi, Piastra promuove una proposta che sembra scritta su Marte. Davvero qualcuno crede che si allargheranno le possibilità di ottenere un permesso dopo questo scandalo? Ma soprattutto: davvero a Settimo Torinese la priorità è questa?

Perchè va bene mettere le ALI, ma forse sarebbe meglio ricordarsi che, prima di prendere il volo per Roma o i tram per Torino, ci sono un paio di problemi a terra da risolvere. Tipo i topi che scorrazzano indisturbati. O le strade degne di un percorso di guerra. O l’erba alta, che ormai potrebbe essere sfruttata per l’allevamento di bestiame.

Perché governare non è solo scrivere post sui social. È fare cose concrete. Magari partendo dal ridurre la popolazione di roditori prima di quella degli immigrati.

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