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Sanità

Una delibera lampo all'Asl To4: incarichi assegnati al cambio di guardia con retrogusto amaro

In un momento di transizione tra direttori, l'Asl To4 pubblica un avviso interno per nove incarichi organizzativi. Una mossa strategica che solleva interrogativi sulla trasparenza e sulla tempistica

Una delibera lampo all'Asl To4: incarichi assegnati al cambio di guardia con retrogusto amaro

Una delibera del direttore generale dell'Asl To4 che non è neanche stata firmata dal direttore generale. Quatta, quatta ha fatto capolino sul sito internet dell'azienda, in un momento in cui Stefano Scarpetta va via e arriva il nuovo direttore generale Luigi Vercellino, fresco di nomina.

A firmarla è stata la dottoressa Ornella Vota, direttore sanitario facente funzioni, che ha deciso di muovere le fila in un momento in cui, evidentemente, gli equilibri sono più fragili.

delibera lampo

L'oggetto? Un avviso interno per conferire nove incarichi di funzione organizzativa al personale sanitario. Un'occasione ghiotta per chi cerca una posizione di coordinamento, ma che solleva più di qualche interrogativo sulla tempistica e sulle modalità. Le posizioni spaziano tra infermieri, ostetriche e tecnici sanitari, con destinazioni che vanno dai reparti di neurologia e oncologia ai consultori e ai servizi di prevenzione nelle sedi di Ivrea, Chivasso, Settimo Torinese e Ciriè. Incarichi di media complessità, che prevedono un compenso di poco più di 4.000 euro lordi annui. Insomma, una bella responsabilità con una ricompensa non certo faraonica.

Per partecipare alla selezione, i candidati devono avere il curriculum in ordine: master in management, almeno tre anni di esperienza e una fedina disciplinare linda e pinta. La procedura, rigorosamente online, ha un termine stringente di soli 15 giorni, giusto il tempo di far sapere agli "amici degli amici" di fare in fretta, verrebbe da dire. E guai a sbagliare: ogni candidato può partecipare al massimo per tre posizioni, pena l’esclusione.

La commissione di valutazione, che sarà nominata dall'azienda, avrà il compito di assegnare un punteggio massimo di 100 punti basato su titoli, curriculum e un colloquio. Interessante notare come il colloquio valga la metà del punteggio totale, aprendo la porta a interpretazioni su come saranno giudicate competenze e "attitudini". Tutto regolare sulla carta, ma chissà se davvero così trasparente.

Quello che colpisce, però, è la scelta del momento. Un direttore uscente, uno in arrivo, e una delibera che viene approvata a ridosso delle festività. Coincidenza?

Forse, ma sembra proprio il classico gioco dei ruoli in cui, con il passaggio di consegne, si infilano decisioni che resteranno scolpite nei regolamenti aziendali.

A conti fatti, si tratta di una mossa che lega il nuovo direttore a scelte già fatte, lasciandogli poco margine di manovra.

Non mancano poi gli aspetti burocratici a rendere tutto più complesso. I requisiti richiesti sembrano cuciti su misura per un gruppo ristretto di candidati interni, escludendo chi non ha il tanto celebrato master o una certificazione specifica.

I criteri, approvati con regolamenti antecedenti, sono stati infatti definiti in lunghe riunioni con i sindacati. Eppure, alla base resta la sensazione di un'opportunità riservata a pochi.

Insomma, questa delibera racconta molto di più di quanto riportato nelle sue righe. Non solo l’esigenza di coprire ruoli strategici, ma anche un retrogusto di strategie interne e tempistiche che, ancora una volta, lasciano ai cittadini un’unica certezza: il solito copione, dove i dirigenti giocano e a pagare sono sempre gli altri.

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