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Inverno da incubo per 30 famiglie del Canavese: al freddo per un buco condominiale di 140 mila euro

Un amministratore "infedele" lascia 30 famiglie senza riscaldamento

Trenta famiglie al freddo a Caluso

Trenta famiglie al freddo a Caluso

Trenta famiglie a Caluso stanno vivendo un inverno da incubo, senza riscaldamento e con una montagna di problemi amministrativi. Il condominio, situato alle porte del paese, si è trovato al centro di una vicenda complessa che ha lasciato i residenti a combattere il freddo con soluzioni di fortuna: pompe di calore, stufette elettriche e bruciatori. Una situazione che ha origine in anni di gestione contabile opaca da parte di un amministratore oggi sotto accusa.

Secondo quanto ricostruito, l'ex amministratore di fatto non era nemmeno quello ufficialmente indicato nei documenti, bensì un familiare. Questa discrepanza ha reso nulli i contratti firmati nel corso degli anni, ma soprattutto ha contribuito a generare un debito superiore a 140 mila euro. Come se non bastasse, parte del denaro sarebbe stata trasferita su conti di un altro condominio della zona, i cui residenti, stando alle ipotesi, non sarebbero nemmeno a conoscenza della provenienza dei fondi.

Questa pratica, nota come "giroconti", permette di coprire le spese di stabili in difficoltà utilizzando le risorse di altri edifici amministrati dallo stesso professionista. Un sistema che, come spesso accade, si basa sulla mancata vigilanza dei condòmini.

La scoperta del disastro finanziario è avvenuta quando il condominio ha deciso di affidare la gestione a un nuovo amministratore, il geometra Luigi Canaldi. Durante i primi controlli è emerso che i conti erano bloccati a causa dei pignoramenti e che da anni non venivano convocate assemblee condominiali. La pandemia prima, e altre scuse dopo, avevano fatto passare inosservata l’assenza di trasparenza. «Ci siamo fidati – raccontano i residenti – e non abbiamo mai verificato. Pensavamo che i problemi derivassero da qualche moroso, ma noi avevamo sempre versato le nostre quote».

Ora i condomini hanno deciso di intraprendere un'azione legale, affidandosi agli avvocati Renaldo e Peretti per tentare di recuperare il denaro e sbloccare la situazione. Tuttavia, la prima udienza in tribunale non ha portato buone notizie: «Alla fine quei debiti devono comunque essere saldati», spiegano amaramente.

Nel frattempo, la vita nel condominio prosegue con mille difficoltà. Tra le trenta famiglie ci sono bambini piccoli e anziani che sperano in una soluzione rapida. Il caso sottolinea ancora una volta l'importanza di una gestione trasparente e di un controllo attento da parte dei residenti, per evitare che la fiducia mal riposta si trasformi in una tragedia quotidiana.

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