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In bici sulla tangenziale di Torino: follia o ignoranza? La sicurezza stradale sotto accusa

In bicicletta sulla tangenziale di Torino: un gesto rischioso che riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale

In bici sulla tangenziale di Torino

In bici sulla tangenziale di Torino: follia o ignoranza? La sicurezza stradale sotto accusa

Stupore, incredulità e preoccupazione. Questi i sentimenti dei tanti automobilisti che, nella giornata di ieri, hanno avvistato un uomo in bicicletta percorrere tranquillamente la tangenziale di Torino, all’altezza dell’uscita per Collegno. L’uomo, di origine africana secondo le testimonianze, pedalava apparentemente ignaro del pericolo rappresentato dal traffico veloce e dal contesto totalmente inadatto a un mezzo come la bicicletta.

La tangenziale, come ogni arteria autostradale, è pensata per veicoli a motore, con velocità medie che oscillano tra i 90 e i 130 chilometri orari. La presenza di una bicicletta in un ambiente del genere rappresenta un rischio elevatissimo, sia per il ciclista che per gli automobilisti.

Dal punto di vista della sicurezza, i rischi sono molteplici:

  • Velocità dei veicoli: Un ciclista è altamente vulnerabile in caso di collisione con veicoli che viaggiano a velocità elevate. Anche un lieve impatto potrebbe essere letale.
  • Mancanza di visibilità: Soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione, una bicicletta può passare inosservata, aumentando il rischio di incidenti.
  • Assenza di infrastrutture: Le tangenziali non sono dotate di corsie ciclabili o protezioni per utenti deboli, rendendo il transito estremamente pericoloso.

Il quadro legale: cosa dice il codice della strada

La presenza di biciclette sulle tangenziali e sulle autostrade è espressamente vietata dal Codice della Strada. L’articolo 175, comma 1, stabilisce che tali infrastrutture sono interdette a tutti i veicoli non a motore, compresi pedoni, biciclette e motocicli di cilindrata inferiore ai 150 cc.

Chi viola questa norma è soggetto a una multa che varia da 87 a 344 euro, oltre al rischio di ulteriori sanzioni in caso di comportamenti che compromettono la sicurezza stradale.

L'episodio potrebbe rientrare in un quadro di scarsa consapevolezza delle normative italiane da parte dell’uomo coinvolto. Spesso, chi arriva in Italia da paesi con infrastrutture e regole stradali differenti non è pienamente informato sulle leggi locali. È importante che, in questi casi, le istituzioni lavorino per garantire maggiore informazione e sensibilizzazione, soprattutto per chi potrebbe trovarsi in situazioni di vulnerabilità.

L’episodio riporta l’attenzione sull'importanza della convivenza sicura tra utenti della strada. Mentre il comportamento del ciclista è chiaramente inadeguato e pericoloso, è altrettanto fondamentale che gli automobilisti mantengano la calma in situazioni del genere, evitando manovre brusche che potrebbero aggravare la situazione.

Questo insolito episodio dovrebbe servire come spunto per una riflessione più ampia sulla sicurezza stradale e sull’importanza di rendere le normative accessibili e comprensibili per tutti. Parallelamente, il miglioramento delle infrastrutture ciclabili potrebbe evitare che chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto si trovi costretto a percorrere strade inadatte e pericolose.

La tangenziale di Torino non è certamente il luogo per una pedalata, ma l’incidente dovrebbe spingere tutti, ciclisti e automobilisti, a una maggiore consapevolezza dei propri diritti, doveri e, soprattutto, dei rischi legati alla condivisione delle strade.

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