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Brandizzo
09 Settembre 2024 - 16:24
Nel 1922, un mese dopo la marcia su Roma, il sottosegretario alla Pubblica Istruzione Dario Lupi lanciò la proposta di realizzare in tutti i comuni italiani un Parco o un Viale “della Rimembranza”, per ricordare e onorare i caduti della prima guerra mondiale, dedicando ad ognuno di essi un albero.
Dopo solo un anno erano stati inaugurati in Italia 1048 Viali o Parchi della Rimembranza. Stessa cosa avvenne a Brandizzo, ma qui, oggi, pare non si voglia più onorare la memoria di questi concittadini caduti delle due guerre.
Giusto una corona di fiori il 4 novembre e il 25 aprile per il resto il parco e la sua cura sono lasciati alla natura e al vandalismo di ragazzi stupidi e annoiati che non trovando altro come sport, hanno negli anni dileggiato le tombe.
Ma il primo colpevole sono state le amministrazioni degli anni passati che invece di ricordare hanno dimenticato quella che si chiama regolare manutenzione. Una cosa semplice, vista e rivista, ma davvero dura da fare entrare in testa a chi amministra.
Da anni, ormai, l'alberi per ogni caduto non c’è più. Qualcuno è sopravvissuto, qualcun altro no senza mai essere sostituito. Erano rimasti solo i ceppi e le cornici di cemento in buona parte sollevate dalle radici.
Per fortuna li rimossero qualche anno dopo. Probabilmente si è trattato dell'intervento più corposo mai effettuato sulle tombe dopo l'allargamento degli anni cinquanta per ospitare i caduti della Seconda Guerra.
Ma non siamo qui per rivangare la storia, quello che conta è lo stato del parco a tutt’oggi.
Le colonnine di pietra bianca, che cintavano con robuste catene nere il terreno, sono state rotte a calci un po’ alla volta dai ragazzini stupidi già citati prima. Ogni colonnina cadeva al suolo come erano caduti i soldati che lì hanno la loro tomba.
Facile pensare che fra quei giovinastri ci fosse pure qualche discendente ignorante di quei soldati.
Il comune non fece altro che prendere atto del disastro e rimosse quello che rimaneva di catene e colonnine, a oggi non più pervenute, forse nemmeno conservate.
Ma descriviamo il presente.
I marmi grigi delle tombe incrinati, se non rotti e staccati e opachi per lo sporco; gli elmetti di cemento, staccati un numero di volte incalcolabile da altri ragazzini annoiati, e poi riattaccati un numero di volte che non si conta che mostrano i segni del tempo e del vandalismo; targhette ossidate e quasi illeggibili; il ghiaiato, rinnovato solo qualche anno di un candido bianco fa e oggi e sparuto, irregolare e pieno di erbacce; vasi rotti, dei vasi originali ne era rimasto uno che adesso fa triste scena di se spezzato in due che giace su una lapide.
Al loro posto orribili vasi di plastica con sporchi e lerci fiori di plastica buttati regolarmente giù dal vento.
Non ci vuole uno della soprintendenza per dire che le tombe sono in condizioni mediocri e disonorevoli.
Il comune è fatto da vivi e si occupi dei vivi e tanto gli inquilini del parco non si lamentano, gli elettori perfetti per molti politici, ma visto che le persone invecchiano, la memoria si allontana e le famiglie si disperdono o si estinguono qualcuno si dovrà occupare di loro, no?
Sono soldati e resistenti morti per l’Italia e il sacro rispetto è dovuto. Non bisogna fare tutto e subito, esiste anche la possibilità di fare un pezzettino alla volte ogni anno riportando il piccolo parco antistante il cimitero in uno stato perlomeno accettabile di decoro agli occhi.
Non ci resta che confidare in un cambio di passo dell'amministrazione Durante. Parliamo di memoria ma alle volte è palese la voglia di dimenticare ed è compito di ogni amministrazione di qualsivoglia colore politico non dimenticare e non far dimenticare questi brandizzesi morti nel dolore e nella paura prima del tempo naturale.
LA VOCE DEL CANAVESE
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