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Chivasso

Scoppia il temporale, le aule si allagano e salta la recita

L'appuntamento era per il giorno dopo l'intenso evento atmosferico: ora i genitori si chiedono in che stato sia la scuola

Immagine generata dall'Intelligenza Artificiale

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Scoppia un temporale, le aule si allagano e salta la recita di fine anno dei bambini.

Cosa che capitano, forse. Ma che non dovrebbero capitare. Proprio no.

Non dovrebbero capitare in edifici scolastici di Comuni che hanno ottenuto milioni di euro per l'efficientamento energetico. Scuole che dovrebbero ormai avere infissi nuovi, cappotto termicopannelli fotovoltaici ovunqueilluminazione intelligente di ultima generazione.

Invece, alla primaria Marconi di Chivasso, Istituto comprensivo Demetrio Cosola, basta un temporale per fare allagare le aule e saltare le attività pianificate da tempo.

E ci viene da chiedere in che stato fosse tutta la scuola se il giorno dopo, a distanza di ben 24 ore dal temporale le aule erano ancora inagibili.

Questa, almeno, la motivazione data dalla scuola alle famiglie per dire che non ci sarebbe stata alcuna recita, martedì pomeriggio.

Il Comune, dal canto suo, si smarca e precisa che alle 14 la palestra era già stata pulita e pronta per essere utilizzata.

"La situazione è rientrata in appena un'ora" - precisano gli uffici che con la loro squadra di tecnici hanno lavorato pancia a terra per risolvere il problema. 

LA CIRCOLARE CHE CHIUDE LE PORTE DELLA SCUOLA AI GENITORI

Resta da capire i motivi che hanno spinto la scuola a far saltare tutte le recite. Così come le ragioni della circolare emessa due giorni dopo il temporale con la quale la Dirigenza ha comunicato che "le attività di fine anno scolastico che prevedono il coinvolgimento delle famiglie all'interno dei locali scolastici sono sospese".

Senza spiegare neppure il motivo, la scuola ha chiuso le porte ai genitori. Cosa che ci fa domandare ancora con più forza in che condizioni versi l'istituto.

Quali pericoli ci sono? E perché a correre questi pericoli sarebbero solo i genitori e non i bambini che in quella struttura trascorrono fino ad otto ore al giorno, più il pre scuola, più il post scuola, per cinque giorni alla settimana?

Il sindaco Claudio Castello, l'assessore all'Istruzione, gli uffici competenti, sono al corrente di questa circolare e del fatto che le attività di fine anno scolastico che prevedono il coinvolgimento delle famiglie all'interno dei locali scolastici sono state sospese?

Insomma, basta un po' d'acqua per far saltare tutto. Parliamo di una recita, "nulla di importante", si sarà detto chi ha deciso così. Peccato che sul piatto ci siano le aspettative dei bambini che da mesi lavorano per questo evento. E sullo stesso piatto c'è il rispetto per i genitori che per essere liberi hanno fatto salti mortali.

Verrà rinviata a data da destinarsi. Come se per tutti i genitori riorganizzarsi fosse uno scherzetto.

E dire che ogni anno, ai genitori, viene fatto firmare un documento chiamato "patto di corresponsabilità". Una presa di coscienza di diritti e doveri da entrambe le parti: scuola e famiglia.

Ma al momento di far valere un diritto, ci si deve sempre arrendere dinnanzi ad una burocrazia sorda, muta cieca, che chiude un'aula perché ha piovuto.

Ed è qui che emerge chiaro che la soluzione dei problemi, senza la volontà, non può arrivare. Perché è inconcepibile che dopo un giorno, un'aula sia ancora inagibile, e che lo sia anche la palestra, e chissà quanti altri spazi di quell'edificio che orami tutti ci immaginiamo come un colabrodo.

Il pensiero va a tutte quelle aziende travolte dall'alluvione del 1994. Piene di acqua e fango. Tutti si rimboccarono le maniche. Anche i dipendenti. Per ripulite il prima possibile e ripartire con la produzione. E così anche nel 2000. E lo scorso anno in Emilia Romagna, pronti in pochi giorni ad accogliere i turisti dopo un evento disastroso, dove la conta dei danni ancora non è terminata.

Ma non è tutto. Le cose che non quadrano sono anche altre.

Sembra assurdo, ma a quella stessa recita avrebbe potuto assistere un solo genitore per bambino. Anche qui in totale mancanza di rispetto dei pari diritti genitoriali. Se ne parla troppo, forse. Se ne scrive poco, evidentemente. Ma al momento di applicarli? I pari diritti genitoriali naufragano. Naufragano sempre nel mare delle buone intenzioni. Questa volta sono naufragati su una normativa interna ferma al Covid. Esatto, proprio così, al Covid. Perché in discoteca a ballare si può andare, ma ad una recita in due, no per carità.

E visto che ci siamo diciamola proprio tutta.

La scuola primaria Guglielmo Marconi, come tutte le fortunatissime sedi di seggio, chiuderà prima delle altre: giovedì 6 alle 13. Lectio brevis, per anticipare di un po' quelle lunghissime vacanze estive. Anacronistiche, costosissime (per le famiglie), fuori da ogni logica. Tre mesi di vacanza quando la media di un qualsiasi lavoratore è di due settimane, se ha la fortuna di farle. Altro punto su cui la scuola italiana e non solo la Marconi, fa acqua da tutte le parti. Giusto per restare in tema.

Ma se un altro temporale dovesse arrivare il 7 giugno, il giorno dopo, l'8 giugno, quando i cittadini saranno chiamati a votare, sarebbe sicuramente tutto pronto per consentire la chiamata alle urne. Altrimenti, chi glielo spiega al Ministero che non si è in grado di asciugare delle aule in 24 ore di tempo?

Ora, si dirà che l'edificio scolastico è del comune e che la scuola non c'entra nulla e che è colpa del sindaco. E poi che le elezioni le stabilisce il Ministero, né il sindaco, né la scuola. E che è colpa del Ministro.

Il Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valdiata

Ma i bambini, i genitori, le famiglie, che colpe hanno?

Lo scarica barile non aiuta certo a risolvere i problemi. Semmai crea quel senso di distacco che spesso, poi, viene rilevato con amarezza da chi è chiamato ad amministrare. Ecco, si chieda il perché.

Intanto, l'aula della Marconi resta allagata, così come la palestra ed altri spazi dell'edificio. E la recita non si farà.

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