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Il Salone del Libro cancella l'incontro con Vittorio Sgarbi: "Censurato come Scurati"

E' la prima volta in 36 anni che il critico d'arte non potrà partecipare come ospite all'evento

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi

Il noto critico d'arte e politico, Vittorio Sgarbi dovrà farsene una ragione: il suo "Michelangelo", non potrà presentarlo alla più grande e attesa manifestazione legata al mondo dei libri.

Il Salone del Libro di Torino, ha cancellato la presenza dell'ex sottosegretario di Stato alla Cultura perché candidato per Fratelli d'Italia nella circoscrizione Italia Meridionale alle elezioni europee di sabato 8 e domenica 9 giugno.

E' la prima volta in 36 anni che Sgarbi non sarà tra gli ospiti dell'evento torinese legato all'editoria.

"È con grande amarezza - commenta Sgarbi in una nota - che apprendo della cancellazione della presentazione del mio libro su Michelangelo Stupore e paura, (edito da La nave di Teseo) al Salone del libro di Torino, prevista per domenica 12. Mi rassicura la casa editrice che non si tratta di una censura personale (per la quale gridare contro il regime come Scurati), ma di una norma non scritta che prevede che chi è candidato alle elezioni( immagino di qualsiasi tipo) in regime di par condicio non possa presentare un libro".

 

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Spiega Sgarbi: "Sembra strano, e lo è. Ma ben oltre l'assurdità, essendo il salone del libro a Torino e io candidato alle europee nel meridione d'Italia. Si dirà che il salone del libro è una manifestazione nazionale e quindi può determinare influenze e vantaggi politici anche per chi presenta un libro di storia dell'arte. Non ho mancato l'appuntamento torinese (con relative presentazioni) per 36 anni, e sono certo che in tanti anni avrò incrociato occasioni elettorali".

"La misura coercitiva con la sua interpretazione restrittiva estesa anche a occasioni non televisive, per cui è stata creata la par condicio - denuncia io critico - è un segnale inquietante per la riconosciuta contrapposizione tra politica e cultura, di cui sono stato vittima in tempi recenti".

"È un momento triste per l'Italia perché - conclude Sgarbi - sancisce dannose incompatibilità e ,attraverso proibizioni e limitazioni, invece di garantire pari diritti, impone falsi doveri".

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