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Centenario Matteotti, Chivasso è pronta a ricorda e rivive i valori di un eroe antifascista

Un secolo dopo, la memoria di Matteotti ispira una comunità verso un futuro pronto a riaffermare i valori della democrazia

Giacomo Matteotti

La vita e l'opera di Giacomo Matteotti sono l'emblema della difesa dei principi democratici.

Nel tessuto sociale di Chivasso si intrecciano voci di cittadini che, con dedizione, cercano di intessere la ricca trama della storia locale con le vibranti prospettive del domani, risvegliando così una consapevolezza che si estende ben oltre il confine del presente. La vita e l'opera di Giacomo Matteotti, emblematiche per la loro incondizionata difesa dei principi democratici e per l'epilogo tragico che lo vide vittima, diventano fonte di ispirazione e di meditazione. Questa figura storica assume un ruolo di catalizzatore per un'ampia riflessione, rivolgendosi non solo a coloro che sono appassionati di storia, ma anche a tutti quelli che pongono al centro dei loro valori la libertà e la giustizia.

Giacomo Matteotti (1885-1924), politico italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, giornalista, oppositore del fascismo.

Marco Riva Cambrino, cittadino attento e partecipativo di Chivasso, figlio dell’ex sindaco chivassese socialista Livio Riva Cambrino, ha recentemente rivolto un'interpellanza a Claudio Castello, l’attuale primo cittadino, sollevando questioni di fondamentale importanza riguardanti la commemorazione del centenario dell'assassinio di Matteotti, avvenuto il 10 giugno 1924. Un evento che non solo ha segnato la storia italiana ma che continua a essere un monito e un insegnamento per le future generazioni.

Marco Riva Cambrino, attivista per i diritti civili, ex figlio del sindaco socialista chivassese Livio Riva Cambrino.

Le domande poste da Riva Cambrino toccano punti cruciali

Quali iniziative commemorative sono previste? Come verrà coinvolta la comunità? Quali risorse verranno allocate per queste celebrazioni? La necessità di una risposta tempestiva e dettagliata sottolinea l'urgenza di un dialogo aperto e costruttivo tra l'amministrazione comunale e i cittadini.

È con profonda gratificazione che emerge la notizia

Chivasso, in risposta alla sollecitazione di Marco Riva Cambrino, sceglie di non restare in silenzio. A confermare l'attesa decisione è lo stesso sindaco, Claudio Castello, il quale, in un gesto di vicinanza e dialogo, nella mattinata del 9 aprile informa personalmente Riva Cambrino tramite una telefonata. La città è pronta a onorare il centenario dell'assassinio di Matteotti con una commemorazione ufficiale e pubblica, un evento che non solo tributa degnamente il sacrificio di Matteotti ma sottolinea anche il solido impegno della comunità nei confronti dei principi di democrazia e antifascismo.

Claudio Castello, l'attuale sindaco di Chivasso.

Questa celebrazione assume un significato ancora più profondo alla luce delle parole di Marco Riva Cambrino: "Matteotti è un'importante figura non soltanto per i Socialisti ma per tutti i democratici perché prima di lui c'era stata l'opposizione al fascismo, ma l'antifascismo come valore, come scelta consapevole e prioritaria nasce solo con l'estate del 1924, nel suo nome".

“Ricordare Matteotti oggi – commenta Riva Cambrino - significa non solo onorare il passato ma anche ispirare il futuro. È un invito a riflettere sul valore della democrazia, sull'importanza della partecipazione civica e sulla forza della memoria collettiva”.

Inoltre, Marco Riva Cambrino fa sapere che “a Chivasso, c’è Viale Matteotti che non deve rimanere una semplice denominazione legata alla toponomastica: è un simbolo vivente della memoria storica che conferisce alla commemorazione del centenario un significato ancor più profondo. È essenziale che il ricordo di Matteotti trascenda la mera funzione orientativa del nome di una strada, evitando che si riduca solamente a un riferimento per la distribuzione della posta… Questa celebrazione mira a infondere vita nelle pietre e nel nome, trasformando Viale Matteotti in un luogo di riflessione e ispirazione, dove il passato dialoga con il presente per nutrire i valori di libertà e giustizia”, conclude il chivassese, attivista in difesa dei diritti civili.

Chivasso, Viale Giacomo Matteotti.

L'assassinio di Matteotti non segna solo l'inizio di un periodo oscuro per l'Italia ma anche il risveglio di una coscienza collettiva contro l'oppressione. La commemorazione a Chivasso diventa quindi un simbolo di resistenza, un promemoria che la lotta per la libertà e la giustizia è sempre attuale. Chivasso si appresta dunque a dimostrare che il ricordo di Matteotti non è solo una pagina di storia da commemorare ma un principio vivo, che continua a guidare la comunità verso un futuro di libertà, uguaglianza e democrazia.

Giacomo Matteotti, assassinato il 10 giugno 1924 da un gruppo di squadristi fascisti.

In quest'ottica, l'iniziativa di Marco Riva Cambrino e la risposta dell'amministrazione comunale di Chivasso rappresentano un esempio di come il dialogo tra cittadini e istituzioni possa generare momenti di riflessione profonda e crescita collettiva. La memoria di Matteotti, a cento anni dal suo assassinio, risplende come faro di speranza e invita tutti a camminare sulla strada della giustizia e del rispetto reciproco.

Chi era Giacomo Matteotti

Matteotti (1885-1924) fu un politico italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, giornalista, e uno dei più coraggiosi oppositori del fascismo. La sua vita politica fu caratterizzata da un'instancabile lotta per la democrazia, la giustizia sociale e i diritti dei lavoratori, ponendosi in netta contrapposizione alle politiche autoritarie e repressive del regime fascista di Benito Mussolini.

Matteotti acquisì notorietà nazionale per le sue accese critiche contro il governo fascista, soprattutto in seguito alle elezioni del 1924, che furono segnate da intimidazioni e violenze. Il 30 maggio dello stesso anno, tenne un'infuocata denuncia alla Camera dei Deputati, in cui espresse apertamente le sue accuse di frode elettorale e di violenza politica perpetrata dai fascisti.

La sua attività di denuncia e il suo impegno per la difesa delle istituzioni democratiche lo resero un bersaglio per il regime. Il 10 giugno 1924, Matteotti fu rapito e assassinato da un gruppo di squadristi fascisti. La sua morte provocò una profonda crisi politica, conosciuta come la "crisi Matteotti", che mise in evidenza le divisioni all'interno del regime fascista e l'esistenza di una forte opposizione.

Nonostante il tentativo del regime di insabbiare il crimine, l'omicidio di Matteotti ebbe un impatto duraturo, diventando un simbolo della lotta contro l'oppressione e per la libertà. La sua figura è oggi ricordata come quella di un martire della democrazia e dell'antifascismo, e il suo nome è stato dedicato a vie, piazze e istituzioni in tutta Italia, come segno del suo permanente contributo alla storia italiana.

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