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L'intervista

Contino, lo scrittore del mistero: "Osservo l'ignoto"

Studia in tutta Italia quelli che un tempo venivano definiti, a suo dire erroneamente, fenomeni "paranormali"

Paranormale

Ha ancora senso, nella nostra epoca, parlare di paranormale?

In un mondo affascinante e misterioso, dove il folklore internazionale si intreccia con storie e leggende ancestrali, Mario Contino, meglio noto come "lo scrittore del mistero" e rinomato ricercatore italiano, si pone come punto di riferimento nel campo del folclore internazionale e del paranormale.

La sua curiosità, radicata nelle storie di misteri e superstizioni del sud Italia, lo ha guidato verso l'esplorazione di miti e leggende da una prospettiva strumentale e scientifica. Nel corso di questa intervista, concessa al nostro giornale, Contino ci svela le motivazioni della sua passione, le sue convinzioni personali, le metodologie di ricerca e i suoi incontri con l'inusuale e l'inesplicabile. Si apre un dialogo sulle sfide etiche e i risvolti culturali che caratterizzano il dibattito sui fenomeni paranormali, offrendoci uno sguardo profondo sulle potenzialità future di questo controverso e intrigante settore di studi.

 

Lo studioso Mario Contino, anche noto come "lo scrittore del mistero".

Cosa ti ha spinto verso questo campo di ricerca?

Inizialmente, per curiosità. Il sud Italia, dal quale provengo, è intessuto di leggende, misteri, folclore e superstizioni (Mario Contino, classe 1986, è originario di Agropoli, in provincia di Salerno, ndr.), così ho iniziato a studiare l’argomento in autonomia. Come studioso, mi dedico all'analisi del folclore internazionale, esplorando miti e leggende di culture diverse, dall'Europa al Giappone, passando per gli Stati Uniti, per poi compararle con quelle del mio territorio. In pratica, cerco di capire, attraverso una ricerca strumentale, cosa può esserci di vero sotto il manto delle narrazioni popolari. Prendiamo, ad esempio, la classica leggenda del fantasma del castello: armato di strumentazione scientifica, mi immergo nel cuore della narrazione per svelarne l'autenticità. Sebbene i risultati spesso sfuggano alla conferma tangibile, il cammino attraverso il velo del folklore continua a essere una sorgente inesauribile di conoscenza e avventura”.

Qual è la tua personale convinzione riguardo ai fenomeni paranormali? Sei uno scettico che cerca prove? 

"Non sono scettico né prevenuto riguardo ai fenomeni paranormali. Sebbene rari, rispetto alla miriade di leggende e storie che esistono, credo che, se si manifestano, allora possono essere analizzati scientificamente. Ad esempio, movimenti di oggetti da entità sconosciute dovrebbero essere misurabili e io mi impegno in questa ricerca".

Ricordi l'esperienza paranormale più significativa che hai avuto?

Ho documentato eventi che considero anomalie, ossia non immediatamente spiegabili razionalmente. Non affermo di aver catturato fantasmi o voci; anzi, critico chi lo fa senza fondamento, poiché ciò danneggia le persone che, come me, studiano questi fenomeni con serietà e razionalità”.

Da studioso, quali metodi o strumenti utilizzi per investigare i fenomeni paranormali?

Per prima cosa, valuto le testimonianze, sorvolando sulle leggende create per attrarre turisti, come quelle inerenti ‘il fantasma del castello’. Se emergono resoconti affidabili su un fenomeno specifico in un luogo, conduco prima una ricerca storica e raccolgo altre testimonianze. Successivamente, mi reco sul posto con strumenti che superano i limiti sensoriali umani, come infrarossi e ultravioletti per la luce, ultrasuoni e infrasuoni per i suoni, monitorando anche parametri ambientali come umidità e pressione, alla ricerca di prove oggettive del fenomeno”.

Come determini se un'esperienza è genuinamente paranormale o ha spiegazioni più convenzionali? 

Vi è da dire, innanzi tutto, che il termine stesso, ‘paranormale’, sia oramai inadeguato perché ciò che una volta era inspiegabile, come il fulmine globulare, ad esempio, ora è compreso scientificamente. Credo che molti dei cosiddetti fenomeni paranormali siano semplicemente ignoti, in quanto mancano di studi approfonditi. Sul campo, mi considero un osservatore anziché un ricercatore, che cerca prove condivisibili con la comunità scientifica per uno studio rigoroso. Sostituirei quindi ‘paranormale’ con "ignoto" o "anomalo" per quei fenomeni non ancora spiegati ma potenzialmente spiegabili, dopo uno studio accurato”.

La presunta apparizione del fantasma di Moroello, al castello di Bardi, in provincia di Parma.

C'è stato un caso particolarmente famoso o mediatico a cui hai lavorato?

“Un caso famoso è stato quello del fantasma di Moroello, al castello di Bardi: molte troupe televisive sostennero di averlo catturato in immagini, ma dopo aver trascorso una notte sul posto con un gruppo di ricerca, dichiarai di non aver trovato nulla! Alcune "apparizioni" potrebbero essere illusioni termiche, come una sagoma lasciata sul muro dal calore corporeo. Vorrei spiegare che, a differenza di chi nega a priori questi fenomeni, io rimango aperto alla possibilità della loro esistenza senza però trascurare la ricerca di una prova concreta. Da ragazzo, ho osservato forme simili a fantasmi, ma senza prove solide, la mia posizione di studioso resta cauta”.

Innanzi alla prova scientifica, quanto è difficile ricredersi per certi soggetti?

“Affrontare la superstizione con la prova scientifica è arduo; le credenze culturali profondamente radicate spesso resistono al cambiamento. Ho sperimentato reazioni diverse: in alcuni casi, la scoperta di cause banali di fenomeni inspiegabili, come l’elettrodomestico guasto del vicino di casa che causava rumori e alterava il comportamento dei gatti, si è risolta con sollievo e risate. Tuttavia, quando si sfida una leggenda popolare, si rischia di essere etichettati come incompetenti, specialmente contro affermazioni di presunti ‘medium’. In situazioni del genere, spesso la soluzione migliore è semplicemente allontanarsi, data la difficoltà di persuadere chi è scettico…”.

Come rispondi alle critiche comuni che vengono rivolte al tuo campo?

Rispondo che hanno ragione. Come potrei contraddirli? Esistono numerosi ciarlatani e gruppi che producono contenuti video privi di fondamento scientifico, che purtroppo gettano ombra sulla serietà del mio lavoro... In queste circostanze, l'approccio migliore è accettare la situazione con diplomazia”.

In Giappone, lo shintoismo promuove una prospettiva diversa sul mondo spirituale rispetto alla visione cristiana.

Hai notato differenze nell'approccio o nella percezione del paranormale in diverse culture o paesi?

“La cultura di base influenza moltissimo l'interpretazione dei fenomeni spirituali. In Giappone, ad esempio, lo shintoismo promuove una prospettiva diversa sul mondo spirituale rispetto alla visione cristiana, più diffusa in altre culture, che è intrisa di concetti come demoni e superstizioni. La questione non è tanto credere o non credere, quanto l'approccio che si adotta verso queste credenze”.

Cosa consiglieresti a chi è interessato ad esplorare il paranormale, i rischi e le considerazioni etiche?

“L'etica è fondamentale nella ricerca: occorre separare le convinzioni personali dal ruolo di ricercatore. Ad esempio, interagendo con una madre in lutto che vuol comunicare con il figlio defunto, si devono considerare sia le implicazioni etiche sia quelle legali. Purtroppo, alcuni trascurano questi aspetti, come mostrano video online che sfociano in reati come la circonvenzione di incapace. È essenziale evitare situazioni ambigue e non autorizzate, come l'entrare in strutture private senza permesso, che danneggiano la credibilità del campo e attirano critiche”. 

Come vedi il futuro della ricerca paranormale?

Il futuro della ricerca paranormale potrebbe essere promettente se seguisse l'esempio di università internazionali che la studiano scientificamente. In Italia, questa disciplina non è ancora riconosciuta a livello accademico, ma alcuni professionisti e professori la perseguono privatamente per evitare pregiudizi che potrebbero influenzare la loro carriera. Sarebbe auspicabile un cambiamento culturale che consentisse l'uso di strumentazione avanzata, come quella impiegata in ambito spaziale dalla NATO, per approfondire tali studi”.

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