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Ivrea
23 Dicembre 2023 - 11:13
Incredibile ma vero. E di qualche ora fa la notizia della riapertura, dopo più di 4 anni, della bretella Ivrea-Santhià.
Il progetto di messa in sicurezza contro il pericolo di alluvione risale al 2012.
Iniziati nell’agosto del 2018 i lavori erano finiti addirittura nel novembre del 2021.
Da lì in avanti si era deciso di aprire solo quello verso Ivrea che obbligava però chi doveva andare a Torino a risalire un tratto di A5 in direzione Aosta, quindi uscire a Ivrea per poi rientrarvi successivamente.
Ativa diceva di essere in attesa dell’agibilità da parte del Ministero delle Infrastrutture (MIT). Di avere sollecitato più e più volte il collaudo definitivo che però non era ancora arrivato.
Di fatto di collaudi non se n'è fatto mezzo ma. Per questo Ativa avrebbe deciso di fare da sè le prove di carico sul ponte Chiusella e il collaudo statico delle opere funzionali all’apertura del traffico.
In un primo momento, il traffico viaggerà senza limitazioni di carico su una corsia per senso di marcia. A metà gennaio terminate le ultime attività, la società provvederà all’apertura completa del ponte Chiusella.
La notizia è arrivata in queste ore anche sul tavolo della Prefettura, delle Regioni Piemonte e Valle d'Aosta e dei Comuni interessati.
Capita tutto queste proprio durante una gestione provvisoria della rete autostradale che andrà al Consorzio Stabile-Sis del gruppo Fininc della famiglia Dogliani dopo che nell'ottobre scorso il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dal gruppo Astm (Gavio) per il rinnovo della Torino-Piacenza gestita da Satap, della Torino-Quincinetto, della tangenziale di Torino e della bretella Ivrea-Santhià gestite da Ativa.
Lo scontro tra i "padroni piemontesi delle autostrade" era in corso da tempo, dal 2019, per l'esattezza, dal giorno dell'aggiudicazione della gara a cui avevano partecipato il gruppo dei fratelli Gavio (ASTM) che attualmente le gestisce attraverso Ativa, e il Consorzio Stabile Sis guidato dalla famiglia Dogliani di Cuneo.
Si è andati alle calende greche ed è davvero un peccato, considerando che i vecchi gestori “hanno continuato a gestire” con il minimo sforzo (a parte il rifacimento del viadotto), pur incassando il pedaggio con il massimo dei risultati.
Tutti, nessuno escluso, a cominciare da Ativa, la cui concessione della tangenziale di Torino, della Torino Quincinetto e della bretella di Santhià è scaduta addirittura (udite, udite) nel settembre del 2016, sette anni fa.
Con il senno del poi, non si fosse perso tutto questo tempo, a pochi mesi dalla scadenza, si sarebbe potuto assecondarla prorogando la concessione in cambio di un project financing con veri investimenti su tutta la rete autostradale.
Ironia della malasorte capita tutto questo dopo che nel luglio di tre anni fa (correva 2020) il Gruppo Astm (convinto di potersi prendere tutto il Piemonte) ha acquistato dalla Città di Torino e dalla Città Metropolitana il 19,347% del capitale di Sitaf, portando la sua quota al 67,22%.
Sitaf, per la cronaca, è titolare della concessione (scadenza nel 2050), per la gestione del traforo del Frejus, lungo circa 13 km, e dell’Autostrada A32 Torino-Bardonecchia della lunghezza di 73 km.
La scalata di Gavio in Sitaf era chiara fin dall’ottobre del 2019 quando sborsò ad un azionista di peso di Ativa, cioè Mattioda di Cuorgnè la bellezza di 53,6 milioni per acquistare il 10,19% salendo al 47,08%, come socio l’Anas al 51,09.
Il rinnovo
Concentrandoci sulla Torino-Quincinetto, tra gli obblighi del nuovo concessionario, oltre ad un piano finanziario della durata di 12 anni c’è anche il pagamento di circa 305 milioni di euro agli attuali concessionari (171 milioni per Ativa e 134 per Satap) che a questo punto, dopo l’acquisto di un ulteriore 30% di Ativa da parte di Gavio diventerebbero quasi tutti soldi per il Gruppo Gavio.
ll nuovo concessionario dell’A5, oltre al nodo idraulico di Ivrea, dovrà occuparsi dell’adeguamento sismico e del risanamento acustico di tutti i cavalcavia e dei sovrappassi. Alle cifre indicate si aggiungono, infine, circa 685 milioni per la manutenzione ordinaria, più l’obbligo di mantenimento di tutto il personale, un nuovo sistema tariffario e tutt’intorno a Torino anche un nuovo sistema di pagamento attraverso il Free-flow Multilane con eliminazione dei caselli della Falchera, di Bruere, Settimo Torinese Tangenziale, Beinasco, Trofarello e Vadò. Allo stato attuale, checchè se ne dica, non si prevede l’eliminazione dei caselli sulla To5 per trasformare un pezzo di autostrada in circonvallazione di Ivrea.
In questo contesto si inseriscono i tanti dibattiti su un nuovo casello a San Bernardo, la liberalizzazione di quello di Pavone e la creazione di una mini-tangenziale dell’eporediese libera dal pedaggio da Albiano a Quincinetto.
Il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore ne ha parlato nel corso di un consiglio comunale e di una conferenza dei sindaci dell’Asl To4 in cui si è discusso del nuovo ospedale nell’area ex Montefibre. Chiantore ha detto di averne parlato con le Istituzioni regionali, quel che sorprende è che le Istituzioni, alle prese con una concessione “a bagno maria” gli abbiano pure dato corda e si siano dimostrate disponibili.
Domanda.. Rifaranno il bando? Lo modificheranno in corso d’opera mettendosi d’accordo con il nuovo concessionario (chi?).
Boh! Insomma, le solite parole al vento.
Ma soprattutto.... La giunta di Ivrea, dato che il Comune è socio di Ativa, della quota dello zero virgolo zero un fico secco adesso che cosa se ne farà?
Il sindaco e l'assessore alle Partecipate Massimo Fresc se la sono già posta questa domanda? Come socio, minimo minimo, il Comune di Ivrea non dovrebbe chiedere formalmente ad Ativa quale sarà il suo futuro? O no?
Tant'è!
Intanto però per uno svincolo che si riapre qualcosa, a partire dallo scorso 14 dicembre, si è chiuso. E' il viadotto denominato “Camolesa”, al km. 15+788 del Raccordo A4/A5 Ivrea-Santhià.
"E' emersa la necessità - dicono da Ativa - di istituire il divieto di circolazione ai mezzi con massa a pieno carico superiore alle 19 tonnellate nel tratto compreso tra l’interscambio A4 – A26 di Santhià e lo svincolo di Albiano, in entrambe le direzioni."
Si prevede la demolizione dell’impalcato della carreggiata in direzione Santhià e a partire dalla metà del mese di gennaio 2024 sarà necessario istituire il doppio senso di marcia sulla carreggiata in direzione Ivrea, con divieto di transito ai mezzi con massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate, in entrambe le direzioni.
"Con la predisposizione di opportuni segnali ai mezzi pesanti provenienti dall’Autostrada A4 e dal Raccordo A26/A4 Stroppiana – Santhià e diretti verso Aosta - spiega Ativa - verrà indicato di proseguire sull’Autostrada A4 Torino – Milano in direzione Torino al fine di raggiungere l’Autostrada A5 Torino – Aosta presso l’Interscambio di Settimo Torinese, ai mezzi pesanti provenienti da Aosta e diretti verso Milano/Alessandria/Genova, verrà indicato di proseguire sull’Autostrada A5 Torino – Aosta, in direzione Torino, al fine di raggiungere l’Autostrada A4 per Milano e l’Autostrada A21 per Alessandria e Genova.
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