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Rivara

Le opere, gli artisti e l'eredità dei Paludetto: "Nel Castello ci sono tutti i nostri lavori, non devono andar perduti"

Gli amici di Franz e Davide stanno facendo cerchio per evitare che l'immenso patrimonio artistico custodito tra le antiche mura possa essere disperso

Una delle opere esposte nel parco del Castello

Una delle opere esposte nel parco del castello

C'è un momento per abbandonarsi al dolore e un momento in cui dover reagire per sistemare le cose. E' così per ogni lutto.

Ad un mese dalla scomparsa di Davide Paludetto, gli amici di sempre, quegli artisti di cui già Franz aveva iniziato a riempire la propria vita, quella grande e riconoscente famiglie, sta iniziando a fare cerchio.

Franz e Davide Paludetto

All'interno del Castello c'è un immenso patrimonio di Arte Contemporanea che ora rischia di andare disperso. Difficile anche fare una stima esatta di quel che le antiche mura contengano effettivamente.

E così, accanto alla questione legata all'eredità giacente, e quella relativa alla società fondata da Franz Paludetto di cui sarebbe anche spuntato inaspettatamente un socio, si aggiunge quella della legata alle opere d'arte.

Una situazione che preoccupa gli artisti che lì dentro hanno le proprie creazioni. 

"Siamo circa quaranta - racconta lo scultore Paolo Grassino, docente presso l'Accademia Albertina di Torino, scelto con l'artista e amica Maura Banfo per rappresentare tutto il gruppo -. Siamo stati tutti amici sia di Franz che di Davide. E questo perché entrambi, prima ancora che mercanti d'arte e galleristi, erano amici degli artisti".

Uno dei grossi problemi è legato ad un equivoco: "Il Castello di Rivara viene spesso definito Museo d'Arte Contemporanea - spiega Grassino -, ma non è così. Le opere contenute non erano state acquisite al patrimonio di alcun museo. Alcune sono entrate a far parte della collezione Paludetto, ma la maggior parte sono ancora di proprietà degli artisti".

Il sogno in larga parte realizzato da Franz Paludetto, era quello di creare una casa degli artisti, un luogo in cui potessero lavorare, creare. Un progetto nato a metà degli Anni Ottanta - quando Franz Paludetto inizia a credere nell'Arte Contemporanea - e legato a doppio filo con il Castello di Rivoli. A Rivoli nasce il Museo, a Rivara, invece, una fucina in cui dare la possibilità agli artisti di creare. Un'opportunità che ha segnato il successo di moltissimi artisti come Aldo Mondino. "In quegli anni Mondino, di ritorno dalla Francia, non aveva nulla, neppure un luogo in cui andare. Franz lo ha accolto a braccia aperte. Per lui era come un fratello e insieme hanno portato avanti questo ambizioso progetto".

L'artista Aldo Mondino

Il Castello e tutto ciò che contiene, rappresentano innanzitutto l'eredità spirituale di Franz Paludetto, prima, di Davide, poi: "Faremo di tutto per salvaguardare questo patrimonio perché ha rappresentato il progetto di vita di Franz ed ora è quello che si aspetterebbe da noi".

Quel che sarebbe necessario fare in questo momento è una sorta di censimento delle opere contenute. Un riordino degli archivi.

"Il grosso problema - spiega Grassino - è che nessuno ha esattamente idea di ciò che i quattro piani del Castello e il parco contengano. Per questo è fondamentale che partano delle procedure a tutela del patrimonio e di noi artisti".

"Davide - racconta Maura Banfo - aveva iniziato il riordino degli archivi dopo la morte di Franz. Era riuscito a sistemare tutto il materiale contenuto su un piano. Peccato che ce ne siano altri tre, tutti straripanti di opere. Inoltre, la mostra terminata proprio nel giorno in cui è morto Davide aveva fatto arrivare al Castello moltissime opere alcune delle quali erano esposte nel parco. Ci preoccupa molto non sapere quanto tempo potrà passare poiché senza un'adeguata manutenzione molti lavori sono soggetti a deterioramento".

Oggi, martedì 19 dicembre il sindaco di Rivara, Roberto Andriollo, incontrerà il curatore nominato dal Tribunale di Ivrea per la gestione dell'eredità Paludetto: "Dopo questo incontro vedrò volentieri gli artisti perché è fondamentale capire cosa effettivamente contenga il Castello".

Era profondo il legame che legava gli artisti ai Paludetto: "Lo scorso anno per Natale abbiamo fatto l'ultima cena con Franz - racconta Maura Banfo - ad ottobre abbiamo festeggiato il compleanno di Davide, ed è stato l'ultimo pranzo con lui. Un destino davvero terribile".

Il pranzo per il compleanno di Davide. Era il 13 ottobre, un mese dopo è improvvisamente mancato

Poi l'artista racconta: "Davide era molto legato al padre, nonostante il carattere spigoloso e la personalità ingombrante di Franz. Per un certo periodo aveva continuato ad abitare a Torino, ma tutti i giorni andava a Rivara per stare con un po' con lui. Cinque anni fa, con il peggiorare delle condizioni di salute di Franz, si era trasferito al Castello. Davide si è speso molto per suo padre, nonostante fossero molto diversi erano uniti da un legame forte. Franz era un creativo, lui stesso artista anche se il suo innato fiuto l'aveva portato a fare il gallerista. Davide, invece, era un'organizzatore fantastico. Insieme si completavano ed erano davvero una bella squadra".

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