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Cuorgnè

Una comunità di marinai ai piedi delle montagne: il singolare caso del Canavese

L'associazione marinai festeggia il proprio monumento, rimesso a posto dai suoi aderenti

Cuorgnè

Marinai di un'altra epoca

Domenica 3 dicembre, Festa di Santa Barbara, sarà un giorno particolare per il gruppo cuorgnatese dell’A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia). Festeggerà infatti, insieme alla propria patrona,  anche la conclusione dei lavori di risistemazione del Monumento ai Caduti del Mare, che gli stessi aderenti all’associazione hanno rimesso a posto, a proprie spese e con il proprio lavoro.

Il monumento, che risale al 1969, sorge in una zona trafficata e molto frequentata, vicino alla Casa della Musica, ma fino a qualche settimana fa quasi non lo si vedeva. Spiegano il presidente del Gruppo Domenico Lastella ed uno dei suoi componenti più attivi, Raffaele Leone: “Era seminascosto! I due alberi ai lati erano cresciuti troppo e così le siepi; sul marciapiede non si riusciva più a passare. Era diventato una latrina per cani… e per non cani”.  Tutti i lavori sono stati effettuati dai componenti del gruppo: “Abbiamo tagliato gli alberi, sistemato la siepe, piantato dei cespugli a crescita limitata e la prossima primavera semineremo il prato verde”.

Il Monumento ai Marinai com'era

Il loro lavoro è stato apprezzato, tant’è che ha avuto un seguito. Dice Lastella: “Visto che l’Amministrazione Cresto - che ringraziamo - ci aveva lasciato fare, abbiamo proposto, insieme alle altre associazioni d’Arma, di occuparci anche del monumento che sorge presso il cimitero. Ne aveva altrettanto bisogno! Ci hanno detto di sì e, tutti insieme, in un solo giorno abbiamo cominciato e terminato”.

Tornando al Monumento dedicato ai Caduti del Mare, stavolta potrà fare la sua figura in occasione della festa annuale, anche se i grandi festeggiamenti sono previsti fra due anni, allorché ricorrerà il sessantesimo anniversario della fondazione del gruppo.

Tra l’altro, Santa Barbara è più conosciuta come protettrice dei vigili del fuoco ma lo è anche dei marinai.

Cosa ci fa un monumento ai Marinai ai piedi delle montagne?

Cosa ci fa un  monumento ai marinai a Cuorgnè? Molti residenti non  sanno probabilmente nemmeno che esista o, meglio,  non sanno sia dedicato ad un’Arma che sembrerebbe aver poco a che fare con una  cittadina situata ai piedi delle montagne e distante oltre due ore di macchina dalle località di mare più vicine. Qui l’attenzione è tutta per gli Alpini.

Eppure i canavesani che hanno prestato servizio in Marina sono abbastanza numerosi e un motivo c’è: è legato alla precoce industrializzazione di queste zone ed all’altrettanto precoce sviluppo del settore meccanico.

Il Monumento ai Marinai com'è oggi

Lo spiega il presidente del gruppo cuorgnatese Domenico Lastella e ciò che dice è interessante: “Lavoravano per la Marina molte aziende canavesane, sia tessili che meccaniche, sia grandi che piccole. Si trattava di industrie come il Cotonificio Valsusa, la REMMERT di San Maurizio (che produceva i caratteristici cordoni bianchi delle divise) e poi la Olivetti, la Eaton-Livia… Ebbene, per queste aziende vigeva una regola: i loro dipendenti, quando venivano chiamati a svolgere il Servizio Militare, venivano assegnati alla Marina e portavano con sé competenze che all’Arma tornavano utili. Solo chi veniva giudicato <rivedibile> alla prima visita aveva poi la possibilità di scegliere l’Esercito”.

Per i richiamati non era una bella prospettiva perché la ferma era più lunga: all’inizio durava tre anni… Ancora nel 1975, quando nell’Esercito e nell’Aereonautica si rimaneva per 15 mesi, in Marina per 24. I mesi scesero a 18 l’anno successivo contro i 12 delle altre Armi. Il vantaggio, che magari non tutti apprezzavano, era di poter vedere posti nuovi e di godere, a bordo delle navi, condizioni di vita migliori rispetto alle caserme di terraferma: anche il rancio, a detta di chi ci è passato, era di qualità differente. Gli svantaggi, per chi non amava il mare o ne aveva paura, era di non vedere per lunghi periodi che un unico colore: “blu in alto e blu in basso!”.

Visti i precedenti, avere a Cuorgnè un gruppo dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia non suona più così strano ma le sorprese non finiscono qui. Dice Lastella: “Sa dove sorse il primo gruppo dell’Associazione Marinai, all’epoca Associazione di Mutuo Soccorso della Regia Marina? A Torino nel 1898”.

L’Alto Canavese vanta invece l’aver dato i natali all’ammiraglio Giacinto Pullino di Castellamonte, che progettò il primo sommergibile italiano. Si trattava del “Delfino”, costruito fra il 1890 ed il 1892 ma poi messo da parte – come spesso succede nel nostro Paese di fronte a ciò che è innovativo – fino agli inizi del Novecento.

Il Gruppo A.N.M.I. di Cuorgnè venne fondato nel 1965 e non è l’unico. “Ce ne sono ad Ivrea, Alba, Pinerolo, nel Piemonte Orientale – elenca Lastella – Quando nacque, il gruppo cuorgnatese aveva un centinaio di aderenti. Col tempo si sono ovviamente assottigliati (prima per una scissione che portò alla fondazione di  un altro gruppo a Rivarolo, successivamente riconfluito nel nostro) poi per l’abolizione della Leva obbligatoria. Oggi siamo 42 ex-marinai ed 8 di “Altra categoria”. La nostra sede è in Via Asilo 4 (sopra l’Ufficio Postale) ed è aperta l’ultimo mercoledì di ogni mese dalle 14,30 alle 16,30”.

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