Cerca

Lutto

L'addio a Giovanni Chiadò, l'ultimo partigiano di Ciriè

Nome di battaglia "Pendula", era salito in montagna nella primavera del 1944, a soli 16 anni

Giovanni Chiadò

Giovanni Chiadò, nome di battaglia "Pendula", aveva 95 anni

Se ne va anche Giovanni Chiadò Fiorio, l'ultimo partigiano di Ciriè.

Giovanni aveva 95 anni era l'ultimo combattente iscritto all'ANPI di Ciriè. Aveva fatto parte della XVIII brigata Garibaldi di Piano Audi, con il nome di battaglia di Pendula.

Era salito in montagna nella primavera del 1944, aveva solo 16 anni.
I bombardamenti a Torino, dove lavorava come aiutante di un fattorino, lo avevano spaventato, non si sentiva sicuro. Aveva una sola sorella  più piccola, ospite di parenti, non aveva famiglia quando si presentò al comando di Piano Audi. Nessuno lo avrebbe reclamato!
Al comando vedendo il pendolo disse di volersi chiamare Pendula e questo fu il suo nome di battaglia.

Nell'intervista raccolta dall'Anpi alcuni anni fa raccontò vari episodi e tra questi  la fuga da case Caciandra di Corio, a seguito della strage del Cudine, nel novembre 1944. Arrivò a Rocca e poi a  Levone insieme al suo comandante di distaccamento Alessio Pozzi "Tumbin".  

LA LIBERAZIONE


Partecipò attivamente alla liberazione di Ciriè, che raccontò con molti dettagli. 
Alessio Pozzi lo cercò e  lo ritrovò dopo 30 anni, nel 1975, andandolo a cercare proprio nella Scuola Guida da lui fondata. Si abbracciarono commossi, Giovanni raccontò solo allora ai suoi familiari  di essere stato Partigiano.

Si iscrisse all'ANPI di Ciriè, come il suo Comandante "Tumbin".

Finita la guerra, fu il fondatore della scuola guida "Città di Ciriè" di via Paolo Braccini: tanti hanno imparato a guidare grazie a lui.

"Era una persona paziente e gentile  - racconta chi lo ha conosciuto bene - e questo nel lavoro di  insegnante di teoria e di pratica emergeva costantemente: non alzava mai la voce e non si risentiva se sbagliavi".
Ha lavorato fino a pochi anni fa, finché le forze glielo hanno permesso. 

Giovanni è stato un uomo buono, seguito fino alla fine dall'amore della sua famiglia.

Nel 2017 gli è stata consegnata dal sindaco Loredana Devietti la medaglia della Liberazione. Si trattava di un riconoscimento deciso dal Ministero della Difesa.

In occasione del 70esimo anniversario della Liberazione - aveva detto in apertura della seduta del parlamentino il sindaco Devietti - riteniamo doveroso riconoscere l’impegno e il sacrificio di chi ha combattuto per la nostra libertà distinguendosi per il servizio reso all’Italia. Le nuove generazioni devono conoscere la storia per vivere il presente e preservare un futuro di libertà e pace”. 


La sezione ANPI  "Gennarino Brunero" di Ciriè 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori