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TUMORE AL SENO: c'è una cura contro le recidive

Riduce il rischio del 25%

TUMORE AL SENO: c'è una cura contro le recidive

Ammalarsi di tumore al seno ma essere in grado di prevenire il rischio di recidive, puntando alla piena guarigione, oggi sta diventando un obiettivo sempre più raggiungibile in un gran numero di casi.

Lo dimostrano i risultati di uno studio internazionale presentati al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco): una nuova terapia ha evidenziato di poter ridurre il rischio di recidiva del 25%, aumentando la sopravvivenza globale, per il tipo più comune di tumore alla mammella, ovvero quello in fase iniziale positivo per i recettori ormonali e negativo per il recettore Her2 che rappresenta circa i due terzi dei casi totali.

In Italia, sono circa 20mila l'anno le pazienti che potrebbero essere candidate al trattamento. Lo studio Natalee di fase 3, condotto su 5101 uomini e donne di 20 paesi (e in 12 centri italiani) con questo tipo di neoplasia allo stadio iniziale ed a rischio di recidiva, ha infatti dimostrato che la terapia mirata ribociclib aggiunta alla terapia ormonale ha portato a un risultato significativo nel miglioramento della durata del periodo di sopravvivenza libero dalla malattia e, complessivamente, l'aggiunta di ribociclib ha ridotto il rischio di recidiva del 25% mostrando esiti più favorevole di sopravvivenza a lungo termine.

Si tratta di una molecola mirata che funziona andando a colpire due proteine, nelle cellule del cancro al seno, chiamate Cdk4 e Cdk6, che modulano la crescita cellulare, incluso la crescita delle cellule tumorali. Secondo gli autori, circa un terzo delle persone con tale neoplasia sperimenta una recidiva seguendo il trattamento di cura standard e più della metà delle persone con malattia in stadio III va incontro a recidiva.

Se questa si verifica, spesso è in una fase più avanzata. I nuovi risultati rappresentano pertanto una speranza per milioni di donne.

I trattamenti mirati attualmente approvati, infatti, "possono essere utilizzati solo in una piccola popolazione dei pazienti con questo tipo di neoplasia, lasciando molti senza un'opzione terapeutica efficace per ridurre il rischio di recidiva", rileva l'autore principale dello studio Dennis J. Slamon, direttore del Women's Cancer Research Program presso il Comprehensive Cancer Center di Los Angeles.

Anche in Italia, nel 2022 sono stati stimati 55.700 nuovi casi di carcinoma della mammella, il più frequente in tutta la popolazione, afferma Saverio Cinieri, presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica Aiom: "Oggi la sopravvivenza a 5 anni raggiunge l'88% e pone il nostro Paese ai vertici in Europa. Purtroppo, però, per molte pazienti in generale non vi sono strumenti per ridurre in maniera sostanziale il rischio di recidiva. I risultati di questo studio mostrano il potenziale di ribociclib di cambiare la pratica clinica".

Ora dunque "ci auguriamo che la disponibilità della terapia avvenga quanto prima, perché potremo offrire un'opportunità terapeutica efficace a una grande platea di pazienti. Circa 20mila donne ogni anno, in Italia", sottolinea Michelino De Laurentiis, direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare, Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli. Fabio Puglisi, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica all'Irccs di Aviano, ricorda che le donne e gli uomini con questo tipo di tumore "sono a rischio di recidiva perché la malattia si ripresenta in un terzo dei casi inizialmente in stadio II e nella metà di quelli esorditi in stadio III. I dati dello studio Natalee - conclude - rappresentano dunque un ulteriore passo avanti per portare a guarigione un maggior numero di pazienti".

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