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Il caso

Juve, l’inchiesta si allarga. Nel mirino altre sei squadre: trema mezza Serie A

Inviati gli atti ad altre sei Procure

Andrea Agnelli

Andrea Agnelli

Ora tocca alle altre squadre. Dall'inchiesta sui conti della Juventus fioriscono procedimenti giudiziari in altre città italiane.

I pubblici ministeri di Torino hanno trasmesso una serie di carte ai colleghi di una mezza dozzina di procure.

L'iniziativa è dettata da ragioni di competenza territoriale.

Da tempo gli accertamenti dei magistrati subalpini e della guardia di finanza avevano portato alla conclusione che la Juventus avesse intrecciato, in materia di scambio e di compravendita di giocatori, rapporti di "collaborazione e di partnership" (i termini è utilizzato nelle carte processuali) con una quantità di altri club. Condotte innestate su "relazioni personali e a volte personali tra manager e dirigenti sportivi". Roba che - era la tesi del pm - poteva addirittura "mettere in pericolo la lealtà delle competizioni".

La giustizia sportiva, in materia di plusvalenze, ha sostanzialmente 'scagionato' i campionati lo scorso 23 gennaio, quando la Corte federale di appello inflisse quindici punti di penalizzazione alla sola Juventus e prosciolse altre otto società finite sotto processo.

Il motivo era che solo per il club bianconero erano state trovate - scrissero i giudici - tracce evidenti della volontà di truccare i bilanci. Ma contro quella decisione il legal team della Vecchia Signora presenterà un ricorso al Collegio di garanzia del Coni.

Non è scontato che la mossa della procura di Torino riapra i giochi. Quello che è chiaro è che gli investigatori ritengono di avere raccolto materiale meritevole di essere segnalato ad altre procure per approfondimenti di carattere penale.

Secondo i pm torinesi - come si ricava dagli atti assemblati lo scorso anno - i rapporti di partnership riguardavano soprattutto Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese; tra le carte comparivano anche Grosseto, Parma, Pisa, Monza, Cosenza, Pescara "per citarne alcune".

Non è detto, però, che siano proprio queste le squadre che saranno toccate dai prossimi accertamenti. I pm torinesi, intanto, sono concentrati sull'udienza preliminare, che si aprirà il 27 marzo. Nei giorni scorso hanno ascoltato una serie di 'persone informate dei fatti'.

A cominciare dall'ex bianconero Rolando Mandragora, che nel 2018 fu ceduto all'Udinese con una clausola che prevedeva il suo riacquisto, poi avvenuto nel 2020, e dal vicepresidente del club friulano, Stefano Campoccia.

Un altro fronte è quello dei rapporti con l'Atalanta: si cercano indizi su somme non messe a bilancio legate a compravendita di giocatori. Se emergeranno gli elementi, all'udienza preliminare contro la Juventus i pm estenderanno i capi di accusa.

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