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Rocca Canavese
10 Gennaio 2023 - 11:58
Carlo Calcagni
Durante la seduta del 21 dicembre, il consiglio comunale di Rocca Canavese ha deciso di approvare una mozione a sostegno del colonnello Carlo Calcagni, "affinché - si legge sulla delibera - gli venga conferita la 'medaglia d’oro al valore' in quanto Ufficiale del Ruolo d'Onore dell’Esercito Italiano, fedele servitore dello Stato e Vittima del Dovere, che ha dato 'Lustro' all'Esercito ed all'Italia intera, durante il servizio prestato e che, nonostante la gravissima malattia, è un esempio per tutti, capace di salvare vite umane".
Il consiglio ha deciso anche di approvare la richiesta "che gli venga consentito nuovamente di indossare l’uniforme, simbolo della Patria, che ha servito con abnegazione come eccelso militare e che continua ad onorare come uomo attraverso la dignità, l'umiltà, la determinazione, il carattere e soprattutto la disponibilità verso gli altri, l'amore verso il prossimo, il sacrificio la forza e il coraggio".
Lajolo in una foto con Carlo Calcagni e Massimiliano Latorre, a cui nel 2022 il Comune ha conferito la cittadinanza onoraria
La mozione è stata esposta in consiglio comunale dal sindaco del paese, Alessandro Lajolo. Lajolo, che conosce Calcagni personalmente, ha raccontato delle vicende militari e sportive che riguardano la vita di Calcagni, e di come la malattia che ha contratto non gli abbia impedito di portare avanti i suoi valori.
Ma di chi parliamo? Ecco, per chi non lo conoscesse, il racconto della vita di Calcagni.
Chi è Carlo Calcagni?
Nato il 30 ottobre 1968, subito dopo la maturità classica, a 19 anni, si arruola nell'Esercito, diventando ben presto Ufficiale di Prima Nomina presso la Scuola Militare di Paracadutismo di Pisa. Dopo quasi 3 anni di servizio nella Brigata Folgore, vince il concorso per ufficiali piloti osservatori di elicotteri, completando il suo percorso formativo dapprima a Frosinone e poi a Viterbo, classificandosi al 1° posto, al termine del lungo e selettivo corso.
Dopo aver partecipato a numerose missioni in territorio nazionale, tra cui l’alluvione di Sarno, e missioni internazionali in vari paesi, nel 1996 viene impiegato in Bosnia, dove si impegna al massimo per salvare vite umane e recuperare feriti, militari e civili.
Parallelamente all’impegno militare, il colonnello ha sempre coltivato la passione per lo sport a livello agonistico, che è stato suo compagno di vita. Nella sua lunghissima carriera sportiva, oltre 50 anni di attività, ha conquistato oltre 300 gare ciclistiche, nazionali ed internazionali, 17 titoli di Campione Italiano di ciclismo, 3 titoli di Campione del Mondo, 2 medaglie d’oro in coppa del Mondo, 7 titoli di Campione Europeo, 6 medaglie d’oro agli Invictus Games, 3 nella edizione di Orlando in Florida e 3 nella edizione svoltasi quest’anno in Olanda, premiato come Migliore Atleta dell’Esercito Italiano nell’anno 2001 e detentore di 4 record del Mondo.
Grazie alla sua determinazione, ad un’innata attitudine per lo sport e passione per la carriera militare, Carlo Calcagni è riuscito ad eccellere in entrambi i settori, senza mai risparmiarsi, ma offrendo sempre il meglio di sé, persino dopo la tragica scoperta della grave patologia, contratta durante la Missione di Pace in Bosnia nel 1996.
La sua vicenda era finita anche alle Iene, dove aveva raccontato dei danni che l'uranio impoverito respirato durante la guerra aveva fatto sul proprio corpo. Calcagni aveva anche raccontato tutte le contraddizioni che aveva dovuto affrontare dopo la guerra. Il servizio era stato rilanciato sui social network anche dall'attuale premier italiana, Giorgia Meloni
Dopo essere stato ricoverato per alcuni accertamenti, nel 2002, Carlo Calcagni viene a conoscenza delle tragiche conseguenze che la Missione di Pace in Bosnia ha lasciato sul suo organismo e si sottopone ad un intervento chirurgico al fegato, il primo di una lunghissima serie che, fino ad oggi, hanno “decorato” il suo corpo con oltre 300 punti di sutura.
Questo momento ha dato inizio al lungo calvario che lo vede protagonista attraverso fasi di profonda sofferenza, ma sempre affrontate con un’eccezionale forza d’animo che non lo ha mai abbandonato.
A causa delle sue patologie gravemente invalidanti, ottiene la pensione privilegiata per causa di servizio ed il riconoscimento di Vittima del Dovere. Successivamente gli viene conferito il distintivo d'onore di mutilato in servizio ed iscritto nel Ruolo d’Onore, che gli consente di essere richiamato in servizio, a domanda, dal 01 gennaio 2010.
Proprio nel 2010, Carlo Calcagni inizia un piano terapeutico che lo porta ogni 3-4 mesi a ricoverarsi presso il Breakspear Medical, nel Regno Unito, che è l’unica struttura in Europa specializzata nella cura della MCS, la Sensibilità Chimica Multipla.
La già gravissima malattia multi-organo si è infatti complicata con l’insorgenza di cardiopatia diastolica ventricolare, fibrosi polmonare, demielinizzazione delle fibre nervose (soprattutto encefaliche) di tipo autoimmune, poli-neuropatia, atassia muscolare, fibromialgia e sindrome da affaticamento cronico, fino alla diagnosi di Morbo di Parkinson risalente all’anno 2015.
Nel suo corpo sono stati trovati 28 metalli pesanti, dei quali è stata dimostrata la presenza, in quantità esageratamente superiore alla norma, nel suo organismo: Alluminio, Antimonio, Argento, Arsenico, Berillio, Cadmio, Cesio radioattivo, Cromo, Ferro, Manganese, Mercurio, Nichel, Oro, Palladio, Piombo, Platino, Rame, Rodio, Stagno, Stronzio, Tallio, Titanio, Torio, Tungsteno, Uranio radioattivo, Vanadio.
Metalli pesanti, tossici, tra cui due radioattivi: Cesio e Uranio. Valori impressionanti, anche 22 mila volte oltre i valori di riferimento. Li hanno trovati nel fegato, nei polmoni, nel midollo osseo, anche nel DNA. La presenza di metalli tossici, dal punto di vista sia chimico sia fisico, può provocare numerose patologie di tipo cronico degenerativo derivanti dalla loro elevata tossicità e dal tipo di contatto, che in alcuni casi può rivelarsi letale.
L’organismo umano infatti è in grado di metabolizzare soltanto piccole concentrazioni di questi composti, che si accumulano a livello di organi vitali come fegato, reni, tessuto osseo e soprattutto nel sistema nervoso centrale.
Ogni giorno il colonnello Calcagni si sottopone a terapie multiple, farmacologiche sia domiciliari che ospedaliere, tra cui terapie infusionali e trasfusioni ematiche, allo scopo di stimolare il sistema immunitario, costantemente impegnato contro le frequenti infezioni batteriche che potrebbero evolvere in pericolose setticemie.
Calcagni e lo sport
Fin dall’adolescenza, Carlo Calcagni ha manifestato una grande passione per il ciclismo, sport in cui ha raggiunto traguardi importantissimi a livello agonistico, gareggiando anche per la Nazionale.
È proprio durante gli allenamenti ciclistici che nel 2002 l’atleta si accorge che il suo organismo non risponde più adeguatamente alle sollecitazioni sportive e scopre la malattia, caratterizzata da continue complicanze.
Carlo Calcagni e la sua passione di sportivo
Nonostante ciò, Calcagni continua a cimentarsi in imprese agonistiche vincendo numerosi riconoscimenti. Nel 2014 entra a far parte del GSPD, il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, ed ha inizio la sua collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico.
A causa di una forma di sclerosi multipla con parkinson, che causano la perdita di equilibrio, è però costretto ad utilizzare un triciclo, una speciale bicicletta progettata appositamente per atleti con questo tipo di disabilità.
La sua incrollabile determinazione gli permette di continuare con costanza gli allenamenti, poiché ha scelto di non arrendersi mai e di sfidare senza sosta la malattia, continuando a vincere per sé stesso e per tutti; infatti, dopo ogni sua vittoria, Calcagni afferma: “le mie vittorie sono le vittorie di tutti”.
Il suo imperativo categorico è dunque quello di non abbandonare la bici (anche se modificata) e di trovare le energie necessarie per continuare un percorso sportivo ed essere d’esempio.
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